mercoledì 27 agosto 2025

Achille Caldara, musica e arte da Torre Annunziata





Ci sono nomi che, con il passare del tempo, rischiano di scivolare nell’oblio. Ma alcuni meritano di essere ricordati e onorati, perché hanno lasciato un’impronta non solo artistica ma anche umana.

Uno di questi è quello di Achille Caldara, musicista e maestro torrese che dedicò la sua vita all’arte e all’insegnamento.

Achille Caldara nacque a Torre Annunziata il 26 febbraio 1897, da Liberato Caldara e Maria Scognamiglio.

Fin da giovanissimo mostrò una predisposizione per la musica che lo portò a formarsi presso uno dei luoghi più prestigiosi d’Italia: il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, dove ottenne il diploma in violino e composizione.

Qui assorbì non solo la disciplina tecnica, ma anche il valore della tradizione musicale napoletana, arricchita dall’eredità dei grandi maestri seicenteschi. Questo percorso contribuì a forgiare in lui un musicista raffinato e un uomo di profonda sensibilità.

Dopo gli anni difficili della guerra, Caldara tornò a dedicarsi alla musica, sia come compositore che come insegnante. Partecipò con le sue opere a eventi di rilievo, tra cui la Festa di Piedigrotta a Napoli, regalando entusiasmo e gioia a chi lo ascoltava.

Tra i brani a lui attribuiti ricordiamo la tarantella “Jamma ‘a festa” (1936, su versi di Luigi Cocco) e “O’ menù” (1938, scritta per la Festa Nazionale dell’Uva), testimonianze di un legame profondo con la cultura popolare e con le radici del suo territorio.



   ----------------------------Archivio Papa---------------------------------

Ma Achille Caldara non fu soltanto un musicista. Chi lo conobbe lo ricorda come un insegnante devoto, sincero, generoso. Nei suoi studenti lasciò un segno di bontà e rettitudine, oltre che di cultura musicale.

Il nipote, il professor Giovanni Salvatore, ne conserva ancora oggi un ricordo affettuoso, definendolo un uomo capace di trasmettere serenità e gioia, attento ai bisogni degli altri e sempre vicino alla sua famiglia.

Il 30 aprile 1930 sposò Agata Di Bari, con la quale condivise la vita familiare.

Il suo cognome, Caldara, compare in diversi registri storici anche in città come Milano, Bergamo e Palermo, suggerendo origini antiche e nobiliari che si riflettevano nel suo carattere dignitoso.

Achille Caldara morì il 9 aprile 1961 a Boscotrecase.

Le esequie, celebrate nella Basilica di Ave Maria a Torre Annunziata, videro una partecipazione numerosa: segno della grande stima che la comunità torrese nutriva per lui.

Il sacerdote don Emilio Lambiase lo ricordò con parole semplici e potenti, definendolo “un uomo di piena bontà e sincero rispetto”.

Oggi il suo nome non compare spesso nei libri di storia musicale, ma nella memoria della città rimane come esempio di uomo onesto e maestro appassionato.

Attraverso le testimonianze dei suoi familiari e le poche opere rimaste, possiamo ancora cogliere la grandezza di una figura che, pur conducendo un’esistenza modesta e lontana dai riflettori, ha lasciato un segno indelebile nel cuore di chi ebbe la fortuna di incontrarlo.

Questo articolo vuole essere un dono e un tributo della comunità torrese al maestro Achille Caldara.

Non solo per ricordare la sua musica, ma per tramandare la memoria di un uomo che con la sua bontà, la sua dignità e il suo talento ha reso più ricca la storia della nostra città.

Un nome che merita di essere sottratto all’oblio e custodito con orgoglio tra le radici della nostra identità.



Achille Caldara, musica e arte da Torre Annunziata

Ci sono nomi che, con il passare del tempo, rischiano di scivolare nell’oblio. Ma alcuni meritano di essere ricordati e onorati, perché hann...