martedì 9 febbraio 2021

CIRO LANGELLA - Il Mago del 1995.

 


Ciro Langella era un ragazzo del 1955, essendo nato il 30 gennaio.

Lo studio sulla preparazione atletica e fisica aveva completato il percorso formativo del “Professore”, in continuazione col suo lavoro svolto all’interno dello Spolettificio e per cui ha svolto l’attività per quarant’anni.

Gli esordi in campo calcistico si ebbero proprio con la squadra della scuola calcio della ex “Real Fabbrica” torrese e gli ottimi risultati ottenuti, oltre alla competenza e alla professionalità, lo portarono a far parte di un gruppo straordinario che visse una magica annata, quella del 1994-1995, che si concluse con la storica promozione in C1 del Savoia di mister De Canio.

Ciro Langella si guadagnò sul campo la meritata vittoria e il riconoscimento unanime di “mago” dei muscoli, riuscendo a calibrare fisico e cervello dei ragazzi in maglia bianca dalla prima all’ultima giornata e oltre, fino a quel 25 giugno 1995 che proiettò il Savoia tra i Professionisti dopo la finale col Matera a Foggia.

Nel corso degli anni era ritornato ancora a lavorare per il Savoia in diverse stagioni.

Con Agovino mister assunse il ruolo di vice allenatore, poi con mister Anastasio a continuò forgiare giovani promesse.

Il suo segreto era racchiuso nel suo comportamento, umano e semplice allo stesso tempo.

Amante dello sport, aveva modi e parole di sostegno, conforto e incoraggiamento per tutti i ragazzi che avevano avuto la fortuna di averlo come insegnante.

E ancora, negli ultimissimi anni aveva dato il suo  contributo alla causa biancoscudata, collaborando con Marasco e Barbera a forgiare i giovanissimi campioncini in maglia bianca.

La notizia della morte arrivò improvvisa quel 10 febbraio del 2020.

Ciro Langella era stato stroncato da un infarto mentre si trovava all’interno del suo negozio.

Le esequie si svolsero due giorni dopo nella chiesa del Sacro Cuore, alla presenza di rappresentanti del mondo calcistico giunti da tutta la Regione per rendergli il significativo omaggio.

Nutrita, e non poteva essere altrimenti, la pattuglia dei rappresentanti “savoiardi”, uomini di campo e di scrivania, oltre al gruppo dei giornalisti storici e di tanti semplici tifosi.

Il momento più toccante, in una cerimonia già di per sé straziante, giunse alla fine dell’omelia quando la bara del Professore Ciro Langella venne portata a spalla da Sasà Amura, Marco Ciardiello, Ciro Raimondo, Ciro Donnarumma, Alberto Savino, protagonisti di quella storica annata 1995.


Gli attestati di cordoglio giunti alla famiglia, numerosissimi, resero onore a un personaggio che seppe dimostrare col lavoro, l’intelligenza e la professionalità il suo alto senso del dovere e del rispetto verso le giovani generazioni, aiutandole a crescere e formarsi fisicamente e moralmente.  

Nel suo ricordo venne osservato un minuto di silenzio nella gara del Savoia, al termine del quale i ragazzi della curva ricordarono il suo nome con numerose manifestazioni di affetto.


lunedì 8 febbraio 2021

NICOLA FOGLIO, "Spaduino"- La memoria di ferro!



Si chiamava Nicola Foglio.

Forse pochi ricorderanno chi fosse ma chi come me ha vissuto il calcio nel secolo scorso seguendo le gesta del Savoia e della Juve, sicuramente avrà capito di chi stiamo parlando.

Nicola "spaduino" era un Mito.

Da giovane era un ottimo terzino nelle squadre locali che si esibivano al Formisano, con un problema non da poco: aveva un solo occhio che funzionava.

Famiglia di sportivi, aveva un fratello che giocava nelle giovani promesse del Savoia, Domenico, detto "Mimmo ind u suon".

Nicola seguiva le sorti del Savoia dall'età di sei anni e sapeva tutte le formazione della squadra torrese, di tutti gli anni.

Grazie al suo cervello "elettronico" oltre a una innata carica di competenza e simpatia si ritagliò il ruolo di protagonista principale tra i tifosi savoiardi.

Non ci sono foto, nelle squadre della formazione del Savoia dei decenni dello scorso secolo, in cui non fosse presente la sua figura, quasi a simboleggiare l'unione e l'attaccamento tra la squadra bianca e la sua tifoseria, di cui si considerava, e a ragione, il primo fedelissimo tifoso.  

Stesso attaccamento lo dimostrava nel seguire l'altra squadra del suo cuore, la Juventus.

Tra gli anni 80 e 90 numerose volte in cui abbiamo seguito le partite della Juve in pulmann, partendo da Piazza Cesaro, nei pressi della sede dello "Juventus Club Beppe Furino" di Torre Annunziata.

La presenza fissa di Nicola allietava e sosteneva il gruppo intero di noi torresi juventini, intramezzando cori e slogan con racconti e aneddoti su calciatori, formazioni e risultati, rendendoci piacevole e divertente il lungo tragitto Torre Annunziata- Torino.

Nicola era dotato di una memoria davvero incredibile!

Oltre ad essere affezionato alla squadra tanto da seguirla dovunque, grazie al suo cuore d'oro ricco di umanità sapeva farsi benvolere da tutti.

Negli anni 80, al Club de "I Fedelissimi", lo ricordo partecipe a tutte le bellissime iniziative e manifestazioni che si organizzavano in sostegno alla nostra amata squadra di calcio.

Accompagnato dalla sua mitica bicicletta, il suo arrivo aveva il dono di trasformare gli umori dei tifosi anche dopo la delusione di una sconfitta. 

Seguiva gli incontri di ogni categoria e un simpatico ricordo mi sovviene quando, alla fine di una partita in cui giocai con la squadra del Club ai Salesiani per il Trofeo "Peppe Popolo" volle farmi i complimenti per la buona prestazione.        

Nella foto pubblicata sopra, lo vediamo vestito in modo impeccabile al momento della consegna di una targa ricordo donata da lui personalmente al Prof. Giuseppe Sasso, guida carismatica del Savoia degli ultimi trent'anni dello scorso secolo, in segno di ringraziamento per la storica promozione del Savoia in C2 nella stagione 1989-1990.  

Era un Grande.

Nicola Foglio, dello "Spaduino".

 

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*Un tributo a Luigi Bellomo:  il cuore del tifo torrese* Torre Annunziata perse uno dei suoi pilastri sportivi e cittadini con la scomparsa ...