lunedì 26 gennaio 2015

SAN GENNARO, IL MISTERO DELLA CHIESA MALEDETTA DI TORRE ANNUNZIATA!

Era il 2 Maggio del 2011 quando ci occupammo di questo grave evento tragico che scosse la nostra Torre Annunziata 

 L'incendio nella chiesa sita in Via Garibaldi (vico di San Gennaro), chiesa di cui ignoravamo anche il nome, causò la morte di 14 persone come da nostre ricerche, anziché 13 come riportate dalla cronaca dell'epoca. Sono passati quasi quattro anni da allora, siamo riusciti a dare un nome a tutte le 14 sfortunate vittime e siamo venuti a conoscenza anche del nome del Santo a cui era dedicata la chiesa, ossia San Gennaro.
Arricchiamo ancora con altri particolari la storia di questa chiesa ormai in completo abbandono, ubicata di fianco alla tenuta della Guardia di Finanza, venuti a conoscenza dopo aver letto l'articolo di Carlo Malandrino su un vecchio numero de "La Voce della Provincia" degli anni settanta.
Cosa aveva portato il popolo torrese a dedicare a San Gennaro una chiesa nel territorio dell'Immacolata e di Maria della Neve? 
Dobbiamo tornare indietro nel tempo di circa quattrocento anni per risolvere il mistero.
All'epoca viveva in quel luogo un ricco commerciante di origini napoletane di nome Andrea Pagano.
Il 16 dicembre del 1631 la terribile eruzione del Vesuvio mise a dura prova la popolazione del circondario napoletano. Andrea Pagano ebbe la fortuna di sopravvivere a questo tragico evento e volle edificare una chiesa al Santo napoletano per ringraziarlo dello scampato pericolo. In realtà, questa chiesa non era frequentata dal popolo torrese  in quanto il Pagano la utilizzava come luogo di culto riservato alla sua famiglia. Passarono circa cinquant'anni, nel 1685, alla morte del Pagano e dei suoi tre figli, la vedova Camilla Chiarella  donò tutti i beni della famiglia, compresa la cappella, ai monaci francescani.
Alla Chiesa di San Gennaro, nei secoli seguenti,  furono apportate numerose modifiche, come numerose furono le traversie subite,  addivenendo alla fine di  proprietà del demanio.

A seguire alcune foto scattate agli inizi del 2015 nella Chiesa di San Gennaro in completo abbandono.





Foto di Antonio Papa

domenica 18 gennaio 2015

MARGHERITA CONTER, IL MISTERO DELLA CONTESSA RUSSA SEPOLTA A TORRE ANNUNZIATA!

Come per i decenni trascorsi, nel secolo scorso, anche negli anni settanta continuarono le trasformazioni all'interno delle varie aree del Cimitero di Torre Annunziata, ordinate dalle diverse Congreghe.
Una delle aree che cambiò radicalmente la sua struttura era quella gestita dalla Arciconfraternita del SS. Rosario, nella zona orientale.



Già dagli inizi del 1900, nella zona all'aperto, nei pressi della scala che immette nella cappella principale, era posizionata una tomba rifinita con marmo bianco che poggiava su una base di poderosi massi composti da pietra vesuviana. Nella parte posteriore della tomba, un angelo di bronzo, mirabilmente scolpito e di ottime dimensioni, vegliava il riposo della salma. L'angelo bronzeo "prese il volo" negli anni della guerra, rubato dai soliti sciacalli. 
 
Sulla lapide della tomba era impresso un nome, Margherita Conter.

                        Chi era Margherita Conter?



Continuiamo il nostro racconto con le parole di Vincenzo Mistretta, giornalista de "La Voce Della Provincia", da cui abbiamo estratto questo articolo.

"Ma chi era stata,  in vita, quella donna?
Poche scarne notizie ma sufficienti ad avvolgere il suo nome, il suo ricordo in un alone di mistero.
Si sa che era la moglie di Sua Eccellenza, il Regio Console dello Zar delle Russie in Napoli,  conte Alessandrej Deretewsky.
La giovane sposa, morta a Napoli e sepolta nella nostra città, doveva appartenere ad una ricca famiglia del suo tempo, considerando che il marito pagò ottocento lire di circa settant'anni fa per uno spazio di appena otto metri quadrati di terreno per farvi costruire la tomba.
E che la nobiltà della giovane donna fosse elevata, l'ha provato la circostanza che, quando si dovette procedere, un paio di anni fa, all'apertura della murata sepoltura, per procedere alla rimozione dei resti della sua salma, si poté rilevare che le maniglie e le borchie della bara, benché annerite, erano di argento."

 Il ricordo dell'apertura della tomba rimase molto impresso nei ricordi del giornalista che rammenta nei minimi particolari alcune caratteristiche somatiche della donna come

 ".. la foltissima chioma scura, lunga quasi quaranta centimetri, dalla dentatura intatta, sana e regolarissima , e dal vestito che l'avvolgeva". 

Allora chi era questa donna che ha riposato il sonno dei giusti dal 1900 al 1970 nel nostro Cimitero?

Perché il marito, potente uomo dell'Impero Zarista, scelse di  lasciarla riposare nella nostra città e non in Russia?

Perché, a distanza di decenni, mai nessuno ha reclamato il ritorno della salma nel suo luogo di origine?

Le ipotesi sono diverse, la piu' verosimile, per noi, rimane quella relativa ad un accordo intercorso tra il Regio Console russo e Antonio Amodio. 

Antonio Amodio era un ingegnere torrese, figlio di Giuseppe Amodio, Sindaco di Torre Annunziata dal 1 Dicembre 1902 al 20 Giugno 1903. Palazzo Amodio, in piazza Ernesto Cesaro, "miez Santa Teresa", venne scelto come sede consolare russa, con tanto di stemma dell'aquila impressa sul portale del palazzo, come  simbolo della Russia zarista  dell'era pre-rivoluzione bolscevica del 1917.
L'istituzione del consolato russo era di vitale importanza per l'economia della nostra città.
La necessità di  fare arrivare il pregiato grano duro  russo, tra cui il famosissimo Tangarod dall'Ucrania, era stato uno degli ingredienti del  successo mondiale della pasta prodotta a Torre Annunziata.
Gli affari, le trattative, i prezzi e gli accordi avevano bisogno di una sede stabile e la presenza del Conte russo a Torre divenne costante, cosi' come l'amicizia con la famiglia  Amodio.
Antonio Amodio venne nominato Vice Console dell'Impero Russo ed era il principale interlocutore di
Alessandrej Deretewsky. 

Inoltre, il 22 gennaio del 1906, venne insignito della carica di Sindaco di Torre Annunziata, tre anni dopo il padre, carica che mantenne fino al 4 agosto dello stesso anno.

Alla improvvisa  morte della bella Margherita, la scelta del marito fu quella di farla seppellire nel nostro Cimitero in modo da poterla andarla a trovare piu' facilmente essendo spesso impegnato nella nostra città.

A fronte di queste notizie storiche su cui ci siamo dilungati, abbiamo voluto "trovare" un'ipotesi verosimile della presenza di questa nobile donna, la Contessa Margherita Conter, nel Cimitero di Torre Annunziata. 

Abbiamo scelto la piu' umana, la piu' semplice e la piu' romantica: l'amore di un uomo per la propria donna, oltre la vita, dopo la morte.

Non sappiamo se la tomba sia ancora presente in qualche angolo anfratto del Cimitero.




Dovunque siano sparsi le ultime briciole delle ossa di Margherita Conter siamo lieti che Torre Annunziata abbia alleggerito le pene e il dolore del Viceconsole delle Russie, Alessandrej Deretewsky. 

Racconto tratto dal servizio giornalistico di Vincenzo Mistretta su "La Voce Della Provincia" del 30 novembre 1972.

Ringrazio personalmente Pasquale D'Amelio e la sua collaboratrice Lucia per la cortesia e la disponibilità.

Il ricordo di Mons. Raffaele Russo.

Il Monsignor Raffaele Russo, Rettore della Basilica della Madonna della Neve di Torre Annunziata, ci ha lasciato. Ultima tappa del suo perco...