lunedì 26 ottobre 2020

1935, apre "CAMERA", che festa in città!

 

IL NEGOZIO CAMERA INDICATO DALLA FRECCIA

Siamo a metà degli Anni Trenta.

Erano anni in cui tutto si creava e si rinnovava, ogni giorno, e naturalmente i negozi non erano da meno.

Alberto Camera decise di aprire un nuovo negozio senza badare a spese, lussuoso e degno dei grandi centri cittadini.

Il luogo prescelto venne individuato al Corso Vittorio Emanuele, proprio di fronte alla Chiesa della Parrocchiella, l’Immacolata Concezione.

Il giorno dell’inaugurazione il locale era magnifico, elegante e moderno, probabilmente il più bel salone di materiale elettrico ed armi di ogni genere, proprio al centro della città, nella zona piu’ commerciale di Torre Annunziata.

Lo stile artistico ed i disegni dell’interno meritano di essere ricordati e descritti, ancora oggi, per la loro bellezza.

La prospettiva era di stile Novecento, pregevole lavoro svolto dal Prof. Cocchia di Napoli, tra i primi che si dedicarono all’arte delle costruzioni moderne eseguendo numerose prospettive a Napoli ed a Roma.

Il complesso dei lavori affidato alla ditta Alfonso Esposito, le cui maestranze eseguirono fin nei minimi dettagli il progetto a loro affidato da colui che seguì personalmente tutto il lavoro, l’Ing. Guido Camera.

La mostra era interamente coperta da marmo scuro “lipos di Nabresino”, un marmo particolare che ancora oggi ritroviamo far bella mostra alla stazione Centrale di Milano, mentre il verde chiaro era il “cipollino della Versilia”, con un’intera cornice di “nero del Belgio” ricoperto con una guarnizione di “anticorodal”, metallo di nuova lega, di allora, che molto si addiceva alle moderne costruzioni.

Completava la mostra del negozio una lussuosa pensilina a cassettone in marmo nero del Belgio e cristallo, con dicitura della reclame luminosa “LAMPADE PHILIPS”.

L’insegna, all’esterno, ricordava alla clientela il nome di colui che volle fortemente investire nel commercio cittadino: “CAMERA”

A completamento del vasto assortimento di materiale elettrico, lampadari d’ogni genere, lampade abajaur e lumi da pavimento, il negozio era anche fornito di armi, munizioni, accessori da caccia.

Alle 20:30 di quel 30 giugno 1935, una grande varietà di luci e colori irradiava il negozio, proiettando i raggi lucenti verso l’uscita, proprio sul corso, fra le generali reazioni festanti dei presenti.

Naturalmente ci fu un accorrere enorme di folla e curiosi che volle ammirare le mille luci splendenti e gli svariati articoli esposti al pubblico, il tutto benedetto, naturalmente, dal Parroco don Pasquale Picarelli, della Parrocchia dell’Immacolata.

Uno dei momenti più attesi avvenne, tra il tripudio generale, quando la madrina Lidia Camera infranse la rituale bottiglia di champagne.

Gli onori furono disimpegnati in maniera impeccabile dal proprietario in persona, don Alberto Camera, presente con tutta la famiglia.

Furono almeno un centinaio i personaggi invitati all’evento assieme ai loro familiari, tutti nomi di famiglie note che hanno fatto la storia di Torre nel campo economico e commerciale.

Anche il rinfresco, profuso in gran quantità con gelati, dolci, vermouth e champagne, fu argomento di cui si parlò ancora per diversi giorni a seguito dell’evento.    

L’inaugurazione del negozio di Alberto Camera fu vissuta come una festa pubblica, e fu veramente grande la meraviglia quando la folla entrò nel grande salone, addobbato e fornito e pronto a smerciare in breve tempo grandi novità di assortimento.

Quel giorno particolare sarà rimasto impresso nella memoria della famiglia Camera ma anche in tutti quelli che parteciparono con grande partecipazione al lieto evento.

Proprio in quel 1935, a poche decine di metri più a nord, in piazza Nicotera, Cosimo Crescitelli inaugurava un bar pasticceria altrettanto fornito ed elegante mentre ospitammo in città la Principessa Maria Josè, in occasione dell’inaugurazione dei padiglioni destinati alla cura del TBC e poi non mancò di visitare Torre Annunziata  S. A. R il Principe di Piemonte.

Insomma, era la Grande Torre Annunziata.

*La cartolina, bellissima, fa sempre parte della magnifica collezione di Giuseppe Mesisca a cui faccio un ringraziamento particolare per la disponibilità con cui riesce sempre ad accontentare i miei desideri… J

venerdì 23 ottobre 2020

SALVATORE AMATRUDO, il Presidente dei giovani.

 


Ricordiamo oggi la figura di Salvatore Amatrudo, personalità che ha lasciato un segno indimenticabile nella generazione, specie nei ragazzi, che ha avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzarne le doti di allenatore, educatore, docente e soprattutto amico e uomo eccezionale.

Nativo di San Valentino Torio nel 1961, ebbe in Torre Annunziata la sua seconda patria che amò allo stesso modo, stimato e ricambiato affettuosamente dalla popolazione torrese.

Il professore Amatrudo già dal 2001 svolgeva l’incarico di coordinatore del Settore giovanile e scolastico della FIGC Campania e in quegli anni il movimento ebbe una fortissima promozione grazie alle iniziative e ai progetti messi in atto dall’organizzazione da lui presieduta.

Uno di questi progetti, “Sport è vita e legalità” venne presentato proprio a Torre Annunziata presso il Villaggio del Fanciullo nel febbraio del 2008 e aveva l’obiettivo di invitare tutti i giovani all’educazione ed al rispetto delle regole, sia nel campo sportivo che nella vita in generale.

E ancora grazie anche alla sua adesione si deve la presenza a Torre Annunziata, nel 2011, del grande capitano del Milan, Franco Baresi, intervenuto allo Stadio “Giraud” in conferenza stampa, per confermare gli accordi con le scuole calcio della zona.     

Sono innumerevoli i ruoli che Salvatore Amatrudo svolse in quegli anni che lo portarono al vertice nelle attività sportive e culturali tra cui vogliamo ricordare l’inizio della carriera come calciatore, poi allenatore di calcio, con spiccate attitudini alla formazione ed educazione sportiva dei giovani; preparatore atletico degli arbitri (ai massimi livelli nazionali); nell’ambito del Settore Giovanile e Scolastico, Delegato Tecnico all’Attività di Base, prima in seno al Comitato Locale S.G.S. F.I.G.C. di Torre Annunziata, poi in ambito regionale; Presidente del Comitato Regionale Campania del Settore Giovanile e Scolastico, poi Coordinatore federale regionale; Docente di Scienze Motorie (che era anche la Sua laurea) negli Istituti scolastici ed all’Università Parthenope, poi Dottore di ricerca (sempre a Scienze Motorie) presso l’Università di Tor Vergata, a Roma.

All’apice delle sue molteplici funzioni Salvatore Amatrudo si spense  il 24 ottobre del 2012 a Genova per una grave malattia, a soli 51 anni.

“Il Professore”, così come era amabilmente chiamato dai vertici sportivi e scolastici e da tutti quelli che lo conoscevano, lasciò improvvisamente un vuoto enorme, inaspettato, doloroso.

Fino all’ultimo la famiglia fece l’impossibile per evitare la tragedia ma non ci fu nulla da fare.

I solenni funerali si svolsero il 26 ottobre 2012 nella Chiesa del Carmine, a Torre Annunziata.

L’anno successivo si tenne una manifestazione allo stadio Giraud dal titolo "Finisco l’esame e dò un calcio al pallone", a cura dell’Associazione Polisportiva per il Sociale, proprio per ricordare la memoria del caro professore.

E ancora, nel 2018, l'associazione di promozione sociale "Maria Palmieri", con il patrocinio dell'Università Parthenope di Napoli, istituì il "Premio Sport Salvatore Amatrudo", premio annuale rivolto agli studenti universitari, autori delle migliori tesi di laurea in Scienze e Management dello Sport e delle Attività Motorie, a riprova che nonostante gli anni trascorsi dalla scomparsa il ricordo del professore Salvatore Amatrudo rimase ancora presente tra coloro che ebbero la fortuna di incrociare i suoi passi nel cammino terreno.

Ancora oggi è doveroso ricordare personaggi come Salvatore Amatrudo per la passione con cui si impegnò per il progresso del suo territorio e la competenza che ebbe nel portare avanti programmi e progetti adeguati ai diritti e doveri della società allo scopo di favorirne la crescita e l’evoluzione, nel rispetto e nella legalità.

mercoledì 21 ottobre 2020

1978, 21 ottobre e il ponte di via Principio.

 



E poi c’era questo ponte in via Principio che all’epoca, parlo del 1978, rimase chiuso almeno tre mesi per lavori.

Il problema principale era che il ponte attraversava l’autostrada Napoli Salerno e per completare i lavori ci vollero almeno tre mesi durante i quali gli automobilisti furono costretti a viaggiare su un’unica corsia, da Castellammare a Torre Annunziata, formando code e traffico chilometrici.  

In quel periodo passavo tutte le mattine di lì, a piedi, per raggiungere il Centro Formazione Professionale ubicato alla fine della strada e i rumori dei clacson, dei lavoratori, delle auto, dei mezzi pesanti erano di una intensità spaventosa!

Dopo qualche giorno chiusero anche la Via Principio e per raggiungere il Centro dovevo allungare il tratto, passando davanti al Cimitero.

In cosa consistevano i lavori?

Semplice.

Bisognava sostituire le travi in cemento armato perché usurate dal continuo smottamento dovuto all’urto provocato dai camion che passavano sotto il ponte, essendo alto solo 2 metri e sessanta centimetri.

Furono tre mesi d’inferno per chi doveva utilizzare l’autostrada per spostarsi, disagio acuito dalle poche informazioni che la Società che gestiva il tratto diede agli automobilisti, giustamente segnalato da questo articolo del 21 ottobre 1978.

Disagio che pagai anch'io che andavo a piedi!



sabato 17 ottobre 2020

LUIGI DELLA FEMINA- L' enciclopedia vivente

 



                               LUIGI DELLA FEMINA- Foto da "Lo Strillone"

Tra i personaggi di spessore che hanno lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva della popolazione torrese, e non solo, è doveroso ricordare la figura del professore Luigi Della Femina, decano dei docenti torresi nel secolo scorso.

Riproporre il percorso di insegnamento, in cui ha saputo conquistare l’ammirazione e il riconoscimento di intere generazioni di studenti, sarebbe oltremodo limitativo in virtù dell’enorme lavoro svolto nel formare intere generazioni alla preparazione della vita prima di ogni altro insegnamento.

Probabilmente ha insegnato in quasi tutte le scuole del nostro territorio, dalle medie ai licei, impartendo lezioni di geografia, greco, storia, latino, in modo brillante e avvincente, argomentando tesi e spiegazioni, forte anche della sua bella voce e della personalità imponente.

Ancora oggi, a distanza di decenni, la sua figura viene ricordata con grande affetto dai ragazzi che hanno avuto la fortuna e la facoltà di ricevere la sua preparazione.

Altro punto di forza della sua unicità era l’attenzione e la costanza con cui seguiva le vicende extrascolastiche di ognuno di loro, quasi una sorta di accompagnamento al percorso totale della vita, aggiungendo alla sua opera di docente quella di educatore.

Negli Anni 60 è stato docente e vicepreside alla Scuola Media Pascoli in via Maresca.

Negli Anni 80 scrisse per diversi giornali e periodici, tra cui  ci piace ricordare la sua collaborazione a "Mistica Neve" in cui affrontava argomenti  non solo riguardante gli aspetti religiosi.

Abitava in via IV Giornate con la signora Rosa.

Tra gli innumerevoli attestati di stima giova ricordarne quello ricevuto tra le mura amiche del “Circolo professionisti e artisti” della nostra città nel 1999 quando gli venne consegnato “Lo Strillone d’Oro” per la sezione Cultura.

Nobile Uomo, Professionista dell' Educazione, espressione dell' intellighenzia e della Cultura di Torre Annunziata, ha lasciato segni indelebili in intere generazioni di studenti e di cittadini.

In un'epoca i cui mancano riferimenti culturali ed Esempi morali per i giovani, è fondamentale la Memoria storica per ricordare i Figli Illustri della nostra Città.

Probabilmente l'etichetta di "Enciclopedia vivente" attribuitagli da Massimo Corcione rimase tra i complimenti più sinceri e affettuosi che la nostra città potesse riconoscere al Professore.

Luigi Della Femina morì il 17 ottobre del 2014, a 93 anni.

lunedì 12 ottobre 2020

RAFFAELE LA FEMINA: "IL PAPIRO" TORRESE.

 

                                   RAFFAELE LA FEMINA- foto da Torresette-

Proprio verso quest'ora, nel tardi pomeriggio, ero solito portarmi verso "a part è copp" per i soliti quattro passi con i miei amici.

Quando arrivavo all'altezza del "Il Papiro" mi avvicinavo alla vetrina, quella sulla sinistra nella foto, è ammiravo tutte le novità che erano esposte.
Non c'era oro, gioielli o altri oggetti di valore.
C'erano, invece, giochi e gadget appena usciti sul mercato che mi regalavano sempre belle emozioni.
Poi, ogni tanto entravo dentro e c'era quel simpatico signore coi baffi, spesso con il suo sigaro, di cui solo ora ho recuperato il nome, con il quale mi intrattenevo qualche minuto prima di riprendere il cammino.
Erano i primi anni 80.
Diciamo che uscivo per andare a vedere quella vetrina!
Poi sono riuscito a scoprire anche chi fosse quel signore e come si chiamasse.
Era Raffaele La Femina.
Da un po di tempo abitava a Salerno, poi  un brutto giorno venne ricoverato per  problemi cardiaci all'ospedale di Salerno, dove si spense il 13 ottobre del 2017.
Aveva solo 62 anni.
Persona squisita, un vero peccato la sua scomparsa ancora in giovane età.

venerdì 9 ottobre 2020

AURELIO BELLI BINETTI- IL CRITICO D'ARTE -

 


                                            -AURELIO BELLI BINETTI-


Passando da via Gino Alfani, al numero 36, non si poteva fare a meno di notarla.

Una galleria d’arte proprio nel punto piu’ bello della città, da dove si possono osservare scenari straordinari, dal nome semplice ed esaustivo:

” L’angolo”, di Aurelio Belli Binetti.

Aurelio non un semplice venditore di quadri altrui.

Era un vero e proprio conoscitore dell’arte, un critico che scrisse anche per autorevoli riviste i suoi lavori, presentando i cataloghi di importanti artisti.

Oltre ad esporre quadri di importanza internazionale, era un ottimo lavoratore del legno e in tanti si rivolgevano a lui, tra l’altro, per la creazione delle cornici.

A due passi dal suo regno, c’era la libreria di Mario Lettieri, “Numero Uno”, altro grande luogo di sapere e conoscenza.

Non si meraviglino i giovani nel leggere della presenza di una galleria d’arte e di una libreria nella nostra città, anzi, ci piace ricordare che negli anni 60 la cultura aveva, purtroppo ancora solo per qualche anno, una forte attrattiva nei principali desideri dei torresi.

Aurelio non diventò ricco col suo lavoro anche se ne aveva avuto le possibilità.

Non si era mai sposato e, si racconta, che per un periodo di tempo in cui la salute lo stava abbandonando visse sul soppalco della sua galleria, per poi essere ospitato presso la casa di un suo caro amico.

Anche nel momento della scomparsa, nel 1996, scelse di andarsene silenziosamente, quasi con discrezione, lasciando la tristezza negli amici con cui aveva diviso il suo tempo libero, i suoi pensieri, le belle serate in compagnia.

Quella discrezione di persona semplice, dignitosa e perbene che era affettuoso e tanto ma tanto umano, nonostante quel carattere da eterno brontolone. 

                           Aurelio Binetti visto dal Maestro Gianni Baccaro.

Don Luigi Bellomo, il cuore del tifo torrese.

*Un tributo a Luigi Bellomo:  il cuore del tifo torrese* Torre Annunziata perse uno dei suoi pilastri sportivi e cittadini con la scomparsa ...