giovedì 31 maggio 2018

1 giugno 1965- Salvata dagli "angeli" pompieri al sesto piano del palazzo!


1 giugno 1965-



L'abitazione era in Via Gino Alfani, precisamente al numero 15 di uno dei tanti palazzi che di li a poco si alzeranno per godere la vista di un panorama unico e inimitabile.

La signora Teresa, prossima a diventare di nuovo madre, era in casa assieme alla sua piccola Marina ed all’improvviso perse i sensi, cadendo a terra.

La piccola, resasi conto che la madre stava male, ha tentato di entrare nella stanza ma, non riuscendo ad aprire la porta pensò di arrampicarsi sul cornicione del palazzo che portava al balcone.

Appena salita su rimase bloccata, non riuscendo piu’ ad andare né avanti e ne indietro.
Immaginate la scena; una bambina appesa al cornicione di un palazzo al sesto piano! 

Tutta la drammatica visione restò impressa negli occhi dei passanti che immediatamente allertarono i vigili del fuoco mentre altri volenterosi avevano steso dei teloni improvvisati per l’eventuale caduta della piccola Marina.

Ci sarebbe stato bisogno di un miracolo affinché i pompieri giungessero in tempo prima che la piccola mollasse la presa a cui era tenuta e cadesse nel vuoto!

I vigili del fuoco, intervenuti con due squadre, salirono fino a quel sesto piano e salvarono la piccola da morte sicura, riportandola tra le braccia della madre.   
Per fortuna il miracolo si compì!



lunedì 28 maggio 2018

29 maggio 1964- Gli rubano i gioielli mentre sorseggia il caffe'!


29 maggio 1964-

Apprendiamo dalle colonne storiche de “L’unità” questa curiosa storia che vide protagonista, suo malgrado, un rappresentante di preziosi di Torre Annunziata.

Salvatore Lamanna, 52 anni, era a Roma per presentare a dei clienti la sua costosa mercanzia, custodita all’interno di una borsa che aveva appoggiato in auto.

Si era fermato verso le 13 in Piazza della Quercia, e li aveva pranzato presso un ristorante del luogo.

All’uscita, aveva controllato che fosse tutto in ordine dentro l’auto, e in attesa che passasse ancora qualche minuto per l’incontro con i suoi clienti, pensò bene di entrare in un bar per gustarsi un caffè.

D’ altra parte, avrà pensato, ci metterò al massimo cinque minuti, la merce è a posto, sotto controllo…

Purtroppo per lui, all’uscita, l’amara sorpresa!

La borsa era al suo posto ma all’interno della valigia tutti i valori erano spariti.
 Al poveretto, rimasto esterrefatto per la rapidità con cui venne

“alleggerita” la borsa all’interno dell’auto, non restò altro che

andare dai carabinieri e denunciare l'accaduto, quantificando il

danno in dodici milioni di lire in gioielli spariti!


domenica 27 maggio 2018

28 maggio 1901- La rivincita di Giuseppe Avallone, il sindaco!


 28 maggio 1901-
Giuseppe Avallone


Lo arrestarono la mattina del 19 ottobre del 1896 perché non si era presentato ai giudici che lo avevano chiamato a rispondere.

Giuseppe Avallone si rifiutò e, anzi, mandò a dire che non poteva rispondere di cose di cui non era al corrente e che se reati furono commessi si doveva procedere contro gli addetti comunali, non certo contro di lui che era la massima carica, il sindaco di Torre Annunziata.

Le accuse riguardavano presunti reati commessi negli anni dal 1891 al 1894, in cui era il sindaco, e le sue giunte vennero sciolte due volte.

Il suo successore, il Commissario Calvino, preparò le accuse che andavano dalla truffa, al peculato e al falso, coinvolgendo quasi tutti i componenti dell’amministrazione, tra cui l’assessore Gambardella, e parecchi impiegati.

Le accuse erano gravi.

Avrebbe intascato illecitamente denaro che aveva in amministrazione per ragione d’ufficio.

Inoltre, in occasione della visita a Torre Annunziata dell’imperatore di Germania e dei Sovrani, avrebbe ricavato alcune centinaia di lire destinate all’evento.

Contestati ancora, altri ammanchi tra i fondi destinati allo spazzamento, al sussidio dei poveri per le feste natalizie, e ultimo, ma forse il capo di accusa piu’ grave, l’appropriazione di quattromila lire ai danni di due signori del nord che avevano investito in buoni obbligazionari.

La causa fu molto lunga data la personalità dell’accusato.

Tra l’altro era imponente anche la caratura degli avvocati difensori di Avallone: un senatore e un deputato del Regno, oltre ad altri!

Nelle sedute delle udienze era presente tanta gente che giungevano, in particolare, da Torre Annunziata per assistere e salutare il loro “sindaco”.

Il 28 maggio del 1901 arrivò il verdetto della Corte d’Assise di Napoli.

Assoluzione piena!

I giurati risposero negativamente a tutte le accuse mosse assolvendo tutti gli imputati e il buon nome dell’amministrazione Avallone di Torre Annunziata!

Quel giorno gli uomini di Torre Annunziata furono dichiarati innocenti, ma chi li avrebbe risarciti dei tanti giorni di carcere in cui furono detenuti ingiustamente?

Chi avrebbe pagato per quegli errori che costrinsero Torre Annunziata a cambiare gestione amministrativa per piu’ volte in pochi anni?

Chi avrebbe dovuto ripagare la dignità e l’onore rubato agli imputati e a tutta la città di Torre Annunziata? 

La Stampa, 30 maggio 1901


giovedì 24 maggio 2018

24 maggio 1960- Cinquanta contro due! La rissa per le turiste al bar!


24 maggio 1960-



La notizia apparsa sulla Gazzetta del Mezzogiorno è una di quelle per cui non vale neanche la pena commentarla e ricordarla se non fosse per la curiosità di immaginare la scena che si verificò in quel di Civitavecchia.

Pensando a quel momento non riuscivo a rendermi conto come i nostri due “eroi” potevano pensare di tenere testa al gruppo di difensori che si era attivato intorno alle due straniere che avevano infastidito.

E poi, gli accorsi in difesa delle due donne, erano anche persone, come posso immaginare, abbastanza “attive” se, come descritto nell’articolo, erano lavoratori che provenivano da una fabbrica e dal porto.

Hanno avuto un bel coraggio, i nostri, ad accettare addirittura una rissa e non fuggire davanti alla massa che avanzava verso di loro!

Alla fine, forse, l’intervento degli agenti ha impedito danni maggiori per i due anche se, inevitabile, è seguito l’arresto per entrambi.

L’articolo ve lo pubblico integralmente salvo omettere i nominativi dei due torresi protagonisti di questa vicenda poco edificante che non fa certo onore alla nostra città.



mercoledì 23 maggio 2018

23 maggio 1959- Francesco Bruno, il bambino miracolato dal treno-


23 maggio 1959-

Questa volta parliamo di un autentico miracolo avvenuto tra i binari della stazione ferroviaria di Torre Annunziata.



Non ci sono altre spiegazioni per descrivere il finale positivo con cui si concluse l'avventura che ebbe come protagonista un bambino di solo sette anni, Francesco Bruno, ritrovatosi a giocare tra i binari del treno senza che i genitori si fossero accorti dei suoi movimenti.

Sarà stata la bravura del macchinista che accortisi della presenza del bimbo riuscì a frenare in tempo utile per evitare il peggio.

Oppure sarà stato il riflesso inconscio del piccolo che all’arrivo del treno si abbassò in modo da evitare il terribile impatto.

O, ancora, saranno stati i fondi dei telai dei treni dell’epoca che, data la loro distanza dal terreno, permettevano il passaggio del corpicino del bimbo, a differenza dei treni di oggi strutturati per sfruttare l’aereodinamica e quindi molto vicini al terreno.

Non si sa.

Il fato volle che dopo il passaggio del treno sul piccolo Francesco, questi ne uscisse quasi completamente senza danni, riportando leggeri ferite guaribili in ospedale a Torre Annunziata per una settimana.

Il fatto venne commentato anche dalla “Domenica del Corriere” del giugno 1959, con una verosimile copertina disegnata dal mitico Walter Molino che illustrò il momento drammatico dell’arrivo del treno sotto gli occhi spaventati del piccolo Francesco.

Questa storia potremmo inserirla nella sezione “Tutto è bene ciò che finisce bene!”.








martedì 22 maggio 2018

23 maggio 1907- L'estrazione truffa regala il marito alla... Madonna della Neve!!!


Purtroppo non sono bravo a raccontare storie e fatterelli come i miei amici che lo fanno, tra l'altro, anche in modo eccelso.

La mia passione è ricercare; trovare e condividere tutte le notizie, dalla curiosa alla clamorosa, da quella assurda a quella di cronaca, che riguardano Torre Annunziata, nella speranza che possano piacere e incuriosirvi. 

Quella che vi propongo questa sera riguarda un articolo del 23 maggio 1907 tratto dal giornale socialista "Avanti!", sempre abbastanza critico con gli atteggiamenti e i modi che riguardavano preti e chiese e , in generale il mondo cattolico.
Il racconto del corsivista prende di mira addirittura la nostra Madonna, ironizzando sull'accaduto  a causa della strana usanza utilizzata in occasione di chissà quale festa.
Curiosissima la storia dell’estrazione per abbinare mariti alle fanciulle, non ne avevo mai sentito parlare e non ne ho capito neanche il meccanismo, nonostante la spiegazione nell’articolo.  

Chiedo a voi, amici, se avevate sentito parlare del "maritaggio ad estrazione" e, nel caso, farci luce.

Causa scarsa leggibilità degli articoli, vi ho trascritto il tutto per agevolarvi la lettura.

“La madonna… ripiglia marito!

Questa la trovo sulla Scintilla di Napoli.

Martedì scorso 19 aprile vennero estratti a Torre Annunziata quindici maritaggi per le fanciulle torresi e… caso inaudito! … fra le concorrenti il signor Pasquale Altieri lesse il prima linea il …nome della Vergine SS. Della Neve!
Stupore dei presenti e commenti infiniti per tutto il paese!
Il parroco chiarì la cosa adducendo che la Madonna della Neve aveva espresso il desiderio di essere annoverata fra le zitelle torresi e quindi nessuna meglio di lei aveva diritto ad uno dei maritaggi da estrarsi e che senza discussione il primo estratto doveva essere ad essa assegnato.
E così fu!
La Scintilla invoca il procuratore del re, perché trattasi di cento lire sottratte alle concorrenti di carne ed ossa; ma io, senza entrare nella questione giudiziaria, mi preoccupo delle conseguenze di questo primo atto della Madonna della Neve.
Essa dunque piglia marito, e – immagino- partorirà fra nove mesi quel Gesu’ che ha già partorito in altra circostanza.
Dopo la dote alla madre, verrà per diritto, il badatico al figlio, che concorrerà, come figlio di padre ignoto, ad un posticino nel locale istituto della maternità.
Fatto grandicello, concorrerà ad un posto in un collegio nazionale, e piu’ tardi ad una borsa di studio. 
C’è caso di vedere un bel giorno nominato- con lo stesso sistema- il signor avv. Gesu’ Cristo ad un posto di segretario di prefettura; e finalmente andrà in pensione a spese dello Stato.
Naturalmente il tutore, ed amministratore dei redditi del figlio, sarà sempre – come per la madre- il parroco di Torre Annunziata. "





lunedì 21 maggio 2018

22 maggio 1915- Grande manifestazione a Torre Annunziata ma l'Italia ormai è in guerra!


22 maggio 1915
Da l'"Avanti!"

Giorni decisivi per l’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale.

Il conflitto iniziato dieci mesi prima divide l’opinione pubblica tra i neutralisti e gli interventisti.

Anche a Torre Annunziata si susseguono riunioni, comizi e prese di posizioni piuttosto nette, favorevoli al neutralismo.

La sezione socialista e la Camera del Lavoro organizzano una imponente adunata in cui gli oratori Romano, Gino Alfani e l’ing. Amedeo Bordiga, l’uomo di Ercolano che fu a capo della principale corrente che portò alla fondazione del Partito Comunista d’Italia dopo la scissione avvenuta al Congresso di Livorno del PSI nel 1921, esprimono la loro posizione di contrarietà al conflitto.

L’invito a votare contro l’entrata in guerra venne accettato anche dall’on. Sandulli.

Nell’articolo si accenna ad una manifestazione contenuta degli interventisti, prontamente dispersa da un gruppo di operai “a scapaccioni”.

Si informa, inoltre, dell’arresto dell’operaio Milanesi, rilasciato poco dopo.

Dopo questa bella manifestazione nella nostra città, poco cambiò nei piani italiani.
ll Regno d’Italia abbandonò la Triplice Alleanza, dichiarando guerra all’Austria – Ungheria il 23 maggio 1915, iniziando le operazioni di guerra il 24 maggio.

domenica 20 maggio 2018

21 maggio 1921- Le "bombe con la dinamite" contro i pastifici torresi!


21 maggio 1921

Ancora attentati contro i pastifici!

Sembra assurdo ma questa storia degli attentati compiuti contro i pastifici rende ancora piu’ amaro il ricordo e la ricostruzione degli eventi che caratterizzarono la fine dell’arte bianca a Torre Annunziata.


All’inizio di maggio era iniziato l’ennesimo sciopero da parte degli operai contro il patronato per la richiesta di adeguare il livello di vita verso un deciso miglioramento che passasse, oltre che dall’aumento della paga, ad una riduzione dell’orario lavorativo.

Sono gli anni in cui la parte proletaria, appoggiata da Gino Alfani e i suoi adepti, riesce a coinvolgere nella lotta un numero incredibile di lavoratori.

E proprio grazie a queste lotte che la compagine socialista viene premiata alle elezioni comunali, raggiungendo Palazzo Criscuolo per governarlo per tre anni, prima che l’onda fascista spazzi via le giunte rosse con il placet di Mussolini.

Ritornando agli attentati nella nostra città del 21 maggio, questi vennero effettuati ai danni dei pastifici Jennaco e Balestrieri, addirittura con il lancio di “bombe di dinamite” da parte di presunti “operai”.

Gli arrestati, una quindicina di uomini, vennero identificati dalla forza pubblica non perché erano gli esecutori materiali degli attacchi ma soltanto per “prevenire” ed evitare eventuali nuove azioni di atti intimidatori.

sabato 19 maggio 2018

19 maggio 1948- La grazia per Lidia, la morte per Caterina.




19 maggio 1948-

Proprio nell’anno in cui venne concessa la grazia a Lidia Cirillo, la donna di Torre Annunziata che nel 1945 uccise l’ufficiale inglese suo amante che gli aveva giurato eterno amore salvo poi ripudiarla, un’altra drammatica storia porta alla ribalta della cronaca nera la nostra città.

http://tuttotorre.blogspot.it/2011/02/questa-e-la-storia-di-una-ragazza.html

Questa volta le parti si invertirono, la morte arrivò per mano dell’uomo e non della donna come successe nel caso di Lidia.  

L’improvvisa tragedia portò morte e dolore quel 19 maggio di settanta anni fa.

Un carabiniere di nome Luigi Merlo, fidanzato con la diciottenne Caterina Grimaldi, dopo essersi recato in casa della ragazza, la accusava di averlo tradito e, nonostante il diniego della giovane, gli esplodeva contro due colpi di pistola uccidendola all’istante.

Con la stessa arma, puntando contro sé stesso, fece fuoco un’altra volta.

All’arrivo delle persone accorse in seguito agli spari, Caterina giaceva a terra morta mentre il carabiniere respirava ancora e venne trasportato in ospedale in condizioni disperate.
Lidia e Caterina, due vite distrutte dal troppo amore.

venerdì 18 maggio 2018

19 maggio 1913- Pelagio Rossi in difesa di Guarracino per la corruzione al Palazzo di Giustizia!


Brutta storia quella del Palazzaccio di Roma, il Palazzo di Giustizia.

Realizzato tra il 1889 e il 1911 su un terreno paludoso, fu soggetto a grandi lavori per strutturare al meglio le fondamenta con un notevole innesto di calcestruzzo.

Non solo, durante i lavori vennero alla luce degli importanti reperti archeologici tra cui quello di Crepereia Tryphaena assieme ad una pregevole bambola d’avorio, esposta oggi al museo Centrale Montemartini di Roma.

L’imponente edificio venne inaugurato alla presenza del Re Vittorio Emanuele III l’11 gennaio 1911.

L’anno successivo emersero voci di corruzione sulle spese per la costruzione che costrinsero il ministro ad instaurare una commissione d’inchiesta parlamentare.

Fu istituita Commissione bicamerale composta di cinque deputati e di cinque senatori, presieduta dal senatore Secondo Frola.

Le finalità consistevano nel determinare le cause della differenza fra le somme preventivate e quelle spese nella costruzione, nel mettere in evidenza le responsabilità, nel proporre i provvedimenti atti ad evitare in avvenire il ripetersi di eccessive differenze fra i preventivi e le spese effettive e di sperperi nei lavori dello Stato.

L’Organo analizzò le cause della lievitazione della spesa, puntando il dito proprio sull’arbitraggio cui erano state devolute le controversie insorte per i pagamenti.

Tra gli indagati il nostro rappresentante collegiale On. Alessandro Guarracino.

Il 19 maggio 1913, nella discussione pro e contro gli accusati, intervenne il sindaco di Torre Annunziata, Pelagio Rossi, con delle dichiarazioni in difesa dell’illustre accusato.

Questa storia del Palazzaccio, simbolo della corruzione e dello spreco, sarà analizzata e raccontata con tutti i documenti e gli articoli di giornali dell’epoca in futuro.


18 maggio 1924- Il Savoia sbanca Ancona e si proietta verso la gloria!



                                         18 maggio 1924

Vinto con largo margine il girone regionale della Lega Centro Sud, per il Savoia iniziano le partiti importanti che la proietteranno verso quella gloriosa finale contro il Genoa che fece parlare l’Italia intera per il coraggio, la tecnica e l’orgoglio degli uomini in casacca bianca di Torre Annunziata.

Prima di approdare allo scontro finale, le semifinali videro i bianchi scontrarsi con Bari, Lazio e Anconitana.

Una delle piu’ delicate partite era in programma ad Ancona.

La squadra marchigiana era stata battuta a Torre Annunziata per 5-0, ma la trasferta presentava molte insidie.

I Bianchi scesero in campo con la formazione tipo, con il fantastico quintetto d’attacco che ci invidiavano tutti.

Maltagliati, Mombelli, Bobbio, Ghisi e Orsini erano elementi assolutamente di prim’ordine.

Bastarono pochi minuti affinché il potentissimo destro di Giulio Bobbio prendesse le misure della rete, portando i bianchi in vantaggio.

Vantaggio che rimase inalterato fino al termine dell’incontro.

Grazie a questa vittoria il Savoia giunse in finale della Lega Sud dove sconfisse l’Alba Roma.

La finalissima contro il Genoa era conquistata, la gloria sarebbe arrivata con il pareggio contro i grifoni, meritandoci i complimenti e appellativo di prima squadra del Meridione a non perdere una finale scudetto contro le corazzate del Nord.

Era il Savoia del 1924.

mercoledì 16 maggio 2018

16 maggio 1921- Tragico raid Napoli - Torre Annunziata. Morti e feriti.





Le elezioni politiche di maggio del 1921 rappresentarono un momento importante per il futuro del fascismo per il nostro paese.

Il voto premiò il Partito Socialista che ottenne 123 seggi su 535, seguito dal Partito Popolare con i suoi 108 seggi.

I Fasci italiani di combattimento, presenti nella lista “Blocchi Nazionali” elessero 35 deputati, tra i quali Benito Mussolini che risultò il terzo deputato piu’ votato in Italia.

Il Blocco intero ottenne 107 seggi.

Erano pronti per dare l’assalto al potere, come successe poco dopo, con le buone o con le cattive.

La giornata del voto fu caratterizzata da innumerevoli episodi di violenza da parte degli squadristi che cercarono di intimorire l’elettorato medio e di sinistra ad esprimere il diritto di voto.

Tra le righe dell’“Avanti!” della giornata seguente l’elezione, la cronaca di una assurda caccia all’uomo scatenata in un raid che portò auto e camion carichi di arditi, armati di tutto punto con pistole e bombe a mano, scorrazzare tra Napoli e provincia, seminando terrore e morte a Ponticelli, a Portici, Torre del Greco e, infine, Torre Annunziata.

Arrivati a Torre Annunziata, trovarono la strada sbarrata dalla forza pubblica  e dalla polizia che si era attivata.

Dopo lungo colloquio tra le parti, onde evitare di incrociarsi con i socialisti locali che si erano preparati allo scontro (memori della violenza subita e pagata a caro prezzo con la morte di Diodato Bertone appena tre mesi prima), i fascisti ritornarono sui loro passi rientrando verso Torre del Greco, dove vennero arrestati in massa dalla forza pubblica e spediti a Poggioreale.

Non crediamo, visto l’andamento politico nazionale e per come prese la piega l’espansionismo fascista, che gli arrestati rimasero molto tempo in cella nonostante i cinque morti e i numerosi feriti che lasciarono nel sanguinoso raid Napoli -Torre Annunziata.  

martedì 15 maggio 2018

15 maggio 1967- Il pozzo maledetto e i due piccoli angeli di Torre Annunziata.


Un pozzo maledetto, profondo venti metri, dove in fondo ristagnano almeno due metri di acqua maleodorante.

Uno di quei pozzi che si usava una volta per raccogliere l’acqua e ridistribuirla per il necessario.

Il posto è in via Eolo, nel mezzo di un cortile di un modesto stabile di Torre Annunziata.

È lì che stavano giocando i due cuginetti di sette anni, entrambi di nome Salvatore.

Avvicinatisi al pozzo non hanno resistito ad affacciarsi all’interno, probabilmente la puzza che risaliva dalla acqua fradicia ha stordito i due piccolini, facendoli precipitare all’interno del pozzo maledetto.

Immediati gli allarmi e le grida disperate dei presenti, con l’arrivo dei parenti dei piccoli sventurati in cerca del miracoloso salvataggio.

Hanno dovuto attendere l’arrivo dei vigili del fuoco che non hanno potuto fare altro che portare a galla i corpicini senza vita dei due cuginetti.

Salvatore Nastri e Salvatore Autieri avevano solo sette anni.


lunedì 14 maggio 2018

14 maggio 1898- Per la "rivolta del pane" arrestati giornalisti e donne a Torre Annunziata.


I moti del 1898 furono un momento molto delicato e difficile della vita degli italiani.

La “rivolta del pane” fu causa di numerosi morti tra la popolazione che protestava nelle piazze per le dure condizioni di vita cui erano sottoposte.

La repressione da parte dell’esercito fu crudele e spietata.

Basta per tutti ricordare le cannonate a Milano ordinate dal Generale Bava Beccaris che causarono 80 morti e oltre 400 feriti.

Furono arrestati giornalisti e personalità del calibro di Filippo Turati, Andrea Costa, Leonida Bissolati, Carlo Romussi, ecc…

In 24 ore furono soppressi tutti i circoli socialisti e repubblicani.

Vennero sospesi un centinaio di giornali tra cui Il Mattino, Il Secolo, L’Italia del Popolo, Lotta di Classe, L’Osservatore Cattolico tutti accusati di aver oltraggiato le istituzioni, combattuto la Monarchia e suscitato l’odio di classe.

Anche a Torre Annunziata venne chiuso il circolo dei socialisti a cui seguirono gli arresti per quattro compagni, come riportato nell’articolo.

A seguito dei “moti per il pane” il Tribunale Militare di Torre Annunziata condannava a tre anni di reclusione e sei mesi di segregazione due donne, Emilia Bavarese e Maria Fiore.

Furono le prime donne condannate per quei moti popolari del 1898 nella nostra città.

sabato 12 maggio 2018

11 maggio 2018- Addio al "Giustiziere Torrese", Secondo Rossi- Il ricordo*










Arrivò nella nostra città nel lontano 1946.

Proveniva da una scuola calcistica che aveva dato alla nostra nazionale i nomi di Carcano, Cattaneo, Riccardi, Gandini, Milano, e piu' recentemente i Coscia e i Rivera.

Con la maglia grigia maturò all'ombra dei vari Mosele (un portiere che si alternò con Sentimenti 2° "Cherri" a guardia della porta del Napoli), Robotti, Foglia (poi passato al Milan dei Buffon, Toppan, Tognon, Bonomi, Silvestri ecc..) i Ghedini ecc...

Poco piu' che diciottenne disputò non poche partite in serie B a fianco di assi celebri.

Una breve sosta col Derthona in serie C.

Planò a Torre che era ancora vivo negli sportivi il ricordo di altri predecessori omonimi.

 Quelli della mia età ricorderanno ancora i due Rossi, Agostino e Dante.

Il primo, centravanti - una vera faina delle aree da rigore-, il secondo un'ala destra dallo scatto terrificante (piu' tardi emulato dalla gazzella Mercer "La freccia del Sud" che contese al pescarese Lanciaprima e al nostro Risorti il primato degli "Assi lanciati".

 Aveva da poco superato i vent'anni.

Di carattere introverso, quasi un timido.

Ma erano soltanto impressioni a distanza.

Al primo impatto cadevano i veli di una valutazione superficiale approssimativa.

Secondo si presentava per quello che effettivamente era.

Cordialissimo, compito, stilizzato.

Un vero gentleman.

In breve conquistò degli sportivi locali stima e affetto.

Degli avversari, rispetto ed ottima considerazione.

Non tardò ad esibire le sue qualità.

E divenne un idolo.

Con Barbano (un piccoletto che ha lasciato tanti rimpianti) costituì un tandem di mezze ali mai piu' riprodotto.

Sembravano nati per giocare assieme, tanta era l'intesa, la duttilità, la integrabilità fra i due.

L'uno un motorino instancabile, astuto, geniale, pimpante, il Nostro possente, raziocineggiante.

Un punto di riferimento e di sintesi di tutte le proiezioni offensive.

Tutt'altro che egoista, però.

Giocava per sé e per gli altri.

E se gli venivano affidate le conclusioni, la colpa non era sua, ma di madre natura che lo aveva dotato di un tiro al fulmicotone, come si diceva all'epoca (oggi si direbbe al nhapalm).

Con Castaldo, Calieri e Ghezzi formarono un quintetto tuttora ineguagliato.

Ambidestro, abile nel gioco aereo, era un giustiziere spietato, una bordata di inaudita violenza e, quel che piu' conta, di rara precisione.

Era dotato di una intuizione straordinaria.

Quasi mai mancava all'appuntamento dei lanci e degli appoggi dei suoi compagni.

Prima di scaricare tutta la sua "rabbia" sul pallone invitante, Rossi viveva momenti di concentrazione psico- fisica da leggenda greca.

Occhi rapaci, concentrazione allo spasimo, spalle inarcate, fiuto e intuito da "sensazione extrasensoriale".

Migliaia di occhi erano puntati sulla sua figura: "Oillòco, oillòco , sta caccianne ò scartielle", e... Bum.

I suoi tiri erano detonatori che infiammavano la polveriera del vecchio "Formisano".

Il piu' esaltante complimento a Rossi Secondo venne dagli spalti del "Vomero" (oggi Stadio Collana).

Era di scena il Milan del trio GRE-NO-LI.

E Ghunnar Nordhal scagliò al volo nella rete dell'esterrefatto Casari una bordata "disumana".

Un mio concittadino, che mi sedeva a fianco, così esclamò "Perdinci, un gol alla Rossi!"

Avete capito?

L’autore era stato quel pompiere di Noerkpink che per il sottoscritto è rimasto il piu' grande centravanti del dopoguerra e uno dei migliori della scena mondiale.

Sono anni che il nostro stimatissimo amico ha appeso le scarpe al chiodo.

Oggi è un onesto cittadino, uno dei tanti.

Dalla nostra Torre non si è piu' distaccato.

Ha messo su famiglia e si è dato al lavoro.

Gestisce una tabaccheria all'angolo di via De Simone.

E non è che si sia distaccato del tutto dal mondo della pelota.

Collabora con Birrante alla guida della Don Bosco che partecipa al campionato promozione di eccellenza.

Spesso lo si vede sugli spalti del "Visciano".

Soffre e gioisce per il "suo " Savoia (poco importa se ai suoi tempi si chiamava Torrese).

Alla domanda suoi ricordi piu' graditi, sulle memorabili imprese, cita per tutte due gare: Salernitana - Torrese, un grosso abbaglio dell'arbitro sulla rete granata privò i ragazzi del compianto Compiani senior di un sensazionale successo, pregiudicandone la promozione in serie A.

L'anno dopo, nella massima divisione, due sue folgoranti reti misero in ginocchio il Genoa dei Mazza, Beccantini, Sardelli ecc.

Il rovescio 1 a 4 subìto al Vestuti per mano di Valentino Mazzola, Gabetto, Loij, Castigliano, Rigamonti ecc.. è pure nei suoi ricordi.

Alla ferale notizia della tragedia di Superga Secondo versò lacrime cocenti.

Nella Salernitana ebbe per compagni Masci, Buzzegoli, Pastore, Piccinini, Jacovazzi, Onorato, Margiotta, Morisco.

Già all'epoca su "Il Calcio Illustrato" di Leone Boccali e Renzo Devecchi erano di moda le graudatorie.

E nel suo ruolo il nostro non fu certamente in coda, anzi.

Dovette vedersela con i vari Green, Liedholm, Wilkes, Skoklund, J. e K. Hansen, Gei, Bassetto, Pisa, Flamini, Coscia.

Tanto per fare dei nomi.

Affrontando argomenti di attualità, Rossi sostiene che il pubblico torrese non ha subito grandi mutamenti.

"Era ed è rimasto competente, dal palato fino. La carica di passione è rimasta quasi intatta. Quel quasi sta a dimostrare una esuberanza in piu' del pubblico d'oggi. Che è piu' focoso e a volte si lascia trasportare a intemperanze che poi si ritorcono negativamente sulla squadra e sulla società. Non sempre il pubblico è in grado di valutare i costi di gestione. Anche allora saltavano gli stipendi. Il mugugno durava fino al sabato. La domenica era il rettangolo di gioco, la valvola di scarico della "bile" accumulata".

Circa un giudizio sul gioco di allora e quello odierno, Secondo osserva: "Il gioco del calcio, pur attraversando evoluzioni e impronte quasi scientifiche, conserva intatto il suo fascino. Solo che oggi latita un pò la continuità.

Voglio dire che tra una gara e l'altra il rendimento è spesso alterno. Noi non si snobbava partita. Fosse anche contro il fanalino di coda".

Prima di congedarci, l'amabile Secondo ha dichiarato: " Ho conosciuto tanto amici che mi hanno ricoperto di stima. Spero di averla meritata e piu' ancora, di averla saputa ricambiare. Non se l’abbiano gli altri se in cima ai miei pensieri restano i fratelli Giraud, Castaldo, Salvatore, Negri, Giacomino Busiello. Non li dimenticherò mai. Li ho sempre considerati, e oggi piu' di ieri, come dei fratelli".

Con questa considerazione, di tenerezza deamicisiana, ci congediamo dal caro Rossi, ringraziandolo dell'ospitale accoglienza.


*Eduardo Ferrone.

1976-

La Voce della Provincia 
Secondo Rossi era sposato con Franca Lucherini. 
E' morto il 11 maggio 2018.

giovedì 10 maggio 2018

11 maggio 1934- Un omicidio terribile nell'anno dei Campioni del Mondo!!!


11 maggio 1934-


L'altro ieri abbiamo raccontato, proprio di quell'anno, l'incendio della segheria e falegnameria che tanto scalpore fece per  la vastità dell'incendio e per  il grande danno creatosi con la perdita dei nuovissimi macchinari impiantati per tale attività dal signor Salvatore Papa in via Murat.
Il giorno dopo, un dramma terribile scosse ancora il popolo torrese.
Un fatto di cronaca, incredibile e assurdo, protagonisti due anziani coniugi.
La gelosia fu il movente del delitto eseguito dal  settantenne Pasquale C. nei confronti della moglie di 60 anni, la signora Giuseppina.
Il successivo ferimento dell'uomo con le sue stesse mani spiega in parte l'assurdità del suo gesto.
Giorni difficili in quel periodo.
Ancora morti sul lavoro, due persone nelle Ferriere Vesuviane.
Dopo un mesetto circa, invece, alcune belle notizie rinfrancarono il morale.
I mondiali di calcio si conclusero con la vittoria degli azzurri, Campioni del Mondo per la prima volta!
Il mitico Giovanni Voiello venne nominato Commendatore, mentre l'altro grande industriale Felicio Foglia Manzillo divenne Grande Ufficiale.



martedì 8 maggio 2018

9 maggio 1934- A fuoco! A fuoco! Non solo i pastifici a Torre Annunziata...


Non andavano a fuoco solo i mulini e i pastifici a Torre Annunziata nel secolo scorso.



Purtroppo il lavoro per gli eroici pompieri nostrani sembra che non mancasse mai.

Innumerevoli sono i ritagli e gli articoli di giornali in cui vengono accuratamente descritte le varie dinamiche con cui venivano vanificati i sogni di una vita intera.

Il 9 maggio del 1934 ad andare a fuoco fu la falegnameria di Salvatore Papa, ritrovato anche nel mio albero genealogico come lontano parente.

La sua era una segheria e falegnameria modernissima per quei tempi, con macchinari molto avanzati.

Il disastro avvenne in via Murat, sede anche di diversi e importanti pastifici, come viene ricordato nell’articolo della “Gazzetta del mezzogiorno”.

Grazie al solerte lavoro dei pompieri coadiuvati dal Comandante Prisco si riuscì a limitari i danni fino al possibile.

Per l’irruenza e la proporzione dell’incendio fu necessario l’intervento dei pompieri napoletani.
I danni, calcolati in centomila lire di allora, erano una enormità!    


lunedì 7 maggio 2018

8 maggio 1951- Quasi un miracolo per un tragico scontro tra treni!


Ancora un incidente ferroviario, un'altra strage evitata per un soffio!

Nel corso dei decenni dello scorso secolo si possono ricordare almeno una decina di grandi incidenti ferroviari nei quali morirono tantissimi innocenti.

Penso alla grave tragedia del 31 dicembre del 1939, dove nacque il mito di “Maria à sposa”.

Penso ancora al disastro del 1913, ai ventidue morti e oltre cento feriti del 1943.

E ancora, ai morti del 1964.
Tutti decessi causati da scontro tra treni.

Poi ci sono le morti indirette.

Penso ai seicento intossicati di Balvano, tra cui dieci torresi, periti a causa del cattivo carbone utilizzato nella sala macchina del treno.

Ripenso allo scoppio dei carri del 21 gennaio 1946.

Tragedie orribili!

E poi le tre giovanissime vittime del 22 ottobre del 1977.   

Sono solo alcune delle numerosissime situazioni in cui, a causa di errore umano o dei macchinari, Torre Annunziata ha dovuto piangere la morte di suoi figli.

Quel 8 maggio del 1951 il destino volle essere generoso con la vita dei nostri concittadini, in particolare con i macchinisti dei treni coinvolti.

Alla fine si contarono solo ventuno feriti in quell’incidente.

Ogni tanto, una buona notizia!


Don Luigi Bellomo, il cuore del tifo torrese.

*Un tributo a Luigi Bellomo:  il cuore del tifo torrese* Torre Annunziata perse uno dei suoi pilastri sportivi e cittadini con la scomparsa ...