venerdì 15 novembre 2019

"Sei Domande Sei" - Gea Martire, dagli esordi torresi al successo...



Proseguono gli incontri con personaggi illustri che fanno onore alla nostra cittadina con la loro straordinaria professionalità e bravura.
Oggi è il turno di un'attrice che tra cinema, teatro e televisione, ha già lavorato con i massimi registi italiani e internazionali.
Gerarda Martire, per tutti Gea, è nata a Torre Annunziata il 7 luglio 1959.
Dopo i primi inizi nei teatri cittadini, il suo debutto nel cinema è datato 1984, alla corte di Dino Risi.
Da allora un crescendo di successi e gratificazioni.
Fino al suo attuale progetto che la vede protagonista a teatro con una performance assolutamente straordinaria nel ruolo principale di Donna Clotilde nel "Ferdinando" di Annibale Ruccello con la regia di Nadia Baldi.

                                                 SEI DOMANDE SEI
    GEA MARTIRE 

1- Ci presenti Gea. 


Difficile parlare di sé stessi. Posso dire di me come di chiunque: fatta di luci e ombre, alture e crepacci. Ma di fondo c'è sempre l’entusiasmo che si può, a volte, assopire ma non muore mai.



2 Ricordi di una bambina torrese.


Il mare, il litorale di Torre, le giornate estive al Lido Azzurro, la certezza di essere nata e di crescere in mezzo alla bellezza della natura, sotto il Vesuvio. Ma poi è cambiato tutto. Quella certezza è diventata dubbio.

 L' uomo è capace di rovinare più che di preservare e alcune città, province, molte del sud purtroppo, ne sono prova indiscutibile. 


3 Dal Centro Teatrale Torrese hai spiccato il volo. 


Al centro teatrale torrese ho conosciuto l’amore per il teatro grazie a persone appassionate e straordinari attori: Salvatore Caraviello, Peppe Abate, Emilio Striano, Giacinto Fiorenza, Vincenzo Cirillo, Antonio Annunziata… 
Poi c'eravamo le ragazze: io, Cesira Izzo, Nunzia, le sorelle Monsurro', Mirella Azzurro.... 
Il mio pensiero va a Lello Abate, al mio amato zio Armando Azzurro degli ex allievi e ancora quanti hanno fatto della mia adolescenza un’età meravigliosa! Che gioia! Che divertimento! Dai 13 ai 18 anni ho frequentato e recitato al centro ed è lì che ho conosciuto quell'entusiasmo che non mi ha più lasciata. Recitavamo il repertorio cui attingono di solito gli amatoriali: De Filippo, Scarpetta, Petito ed erano spettacoli strepitosi! Divertimento e grande impegno, gioco e dedizione.


4 Il rapporto con Torre Annunziata.


Io sono nata e cresciuta nella zona sud di Torre, quella che, un tempo, era piena di pastifici. 
Via Cavour 14. La zona che ha più patito il deterioramento, l'abbandono, il degrado. É stato un dolore, un disagio. 
Quindi la partenza, il distacco. Ma quando torno a Torre, anche se ormai di rado, l’emozione è forte. 
In quelle strade, in quel mare guardavo al futuro, mi preparavo, mi formavo, quei pastifici che non ci sono più mi hanno impastata. 
A proposito, saluti al glorioso pastificio Setaro che resiste e continua a produrre la migliore pasta.




5 Hai conosciuto personaggi straordinari. 


SÌ, ho avuto la fortuna di lavorare con i grandi del cinema italiano: Alberto Sordi, Giancarlo Giannini, Scola, Monicelli, Verdone, Nanni Loy, Sofia Loren, Ugo Tognazzi, Carlo Vanzina e poi, più di recente, Antonio Capuano, Daniele Luchetti, Enrico Iannaccone, Massimo Gaudioso....
Poi il teatro: Luca de Filippo, Silvio Orlando, Enzo Moscato, Squarzina, Armando Pugliese, Foa’…. 
Poi la televisione....... 
La lista è lunga e i curricula noiosi. Esperienze interessanti, non tutte felici ma tutte formative. Persone dolci, persone burbere, colleghi piacevoli, altri meno. Il bello di questo lavoro, uno dei motivi per cui l’ho scelto, è che i contratti hanno una scadenza e tutto cambia: ruolo da recitare, compagni di lavoro, registi, produzione e ricominci sempre da capo. Se hai difficoltà di ambientazione o relazioni puoi guardare con distacco e curiosità perché sai che tutto cambierà.




6 Il presente e il sogno nel cassetto.


Il presente: FERDINANDO di Annibale Ruccello in teatro e una puntata del Commissario Ricciardi per la televisione dai romanzi di Maurizio de Giovanni. Il mio sogno nel cassetto: non avere più cassetti dove ficcare i sogni perché non fai in tempo a sognarli che sono già realtà.

Grazie a Gea Martire per la bella chiacchierata resa in esclusiva ai lettori del blog "Torresi Memorie" e per la Pagina Facebook "Ricordi e Racconti di Torre Annunziata". 

venerdì 8 novembre 2019

IDA LA RANA - Tra Oplonia, Torre, Totò e Sofia....


SEI DOMANDE SEI...


                                                         IDA LA RANA


Tra gli artisti oplontini del nostro tempo, non possiamo fare a meno di fare quattro chiacchiere con Ida La Rana, autrice di libri illustrati e pittrice (spesso vignettista quando stuzzicata da tematiche politiche-sociali), che proprio in questo periodo troviamo al PAN (Palazzo delle Arti di Napoli) con delle sue magnifiche illustrazioni dal sapore “partenopeo-onirico” dedicate alla grande Matilde Serao e dunque, come sempre, dall’eccellente contenuto culturale. La nostra artista ha uno spirito fortemente identitario e le sue radici emergono costantemente, riportando a quel  classicismo che resta la sua fonte di ispirazione:  la sua pubblicazione per il  testo universitario "Georgiche" (a cura di C.Formicola - Loffredo Editore) ne è un esempio delicato e lirico; mentre l’amore per le tematiche sociali partenopee trovano, per la prima volta, la loro espressione in “Matteo”, ovvero storia di un “muschillo”  che viene pubblicata nel 1997  in Germania  (come spesso accade qui, nemo profeta in patria),  dove ha ottenuto un notevole successo ed è diventata anche spunto per un copione teatrale di una scuola tedesca, anticipando di anni l’attenzione sui nostri scugnizzelli-muschilli, figure tanto prese a cuore dalla nostra Ida, perché non solo è un’artista a tutto tondo, ma anche docente in una delle realtà vesuviane alquanto complesse.
Qui a Torre è conosciuta, oltre che per i premi per la sua pittura, soprattutto per la sirena “Oplonia”, una sua fiaba in versi illustrata nel 2015, ma successivamente anche per le fantasiose e baroccheggianti immagini per “Le due pizzette” e “Lo cunto di Zoza” , due fiabe illustrate tratte dal Pentamerone di G.Basile.

1- Si presenti, Ida La Rana.

…beh, intanto davvero grazie per aver pensato a me come concittadina che cerca di non dimenticare mai le proprie origini quando “comunica” attraverso i propri linguaggi espressivi.
E’ difficile parlar di sé. Ci provo: qualcuno scherzosamente mi ha definita una “pittrice-illustr-autrice”, ed io me ne lusingo volentieri quando sono “obbligata” a guardarmi dal di fuori… uno sguardo, il mio, davvero difficilissimo per il modo di essere alquanto schiva. La mia passione per la scrittura e l’illustrazione la devo al continuo desiderio di voler a tutti i costi essere quanto più comunicativa possibile: per poter essere “efficace”, sono sempre stata mossa dalla necessità di produrre un’analisi introspettiva non solo scritta ma anche “illustrata”, che non possa dare adito a fraintendimenti ma essere chiara, schietta; è questa   una modalità che ora utilizzo soprattutto con i miei alunni, quando invito loro ad illustrare le emozioni più intense per cercare la consapevolezza del proprio bagaglio emotivo. Trovo invece ancora più “intima” la pittura: credo non debba illustrare una narrazione o parte di essa, ma evocare esplicitamente, indicare in modo immediato la liricità di quei retropensieri inespressi ma tuttavia fluiti lì, sulla tela, impastati dai colori e ricomposti in segni, pronti per essere “letti”.

I contenuti delle mie opere spesso sono dedicati ai grandi personaggi della nostra terra: si, ho un fortissimo senso di appartenenza e sono orgogliosissima delle mie radici oplontine così come quelle meridionali; ho avuto l’opportunità di portare in mostra al PAN,  per  cinque anni consecutivi, le mie opere non solo pittoriche, ma anche narrative,  per onorare proprio le grandi “anime partenopee e mediterranee” e tutto questo è in perfetta linea con il mio senso identitario.
2- Viene d’obbligo la seconda domanda: nelle tue creazioni artistiche ci sono riferimenti prettamente espliciti anche alla nostra Torre?

Si, certo! Il personaggio della mia fiaba in versi si chiama proprio “Oplonia”, una sirena che giace sui neri fondali del nostro mare e nell’illustrarla ho pensato all’Oncino, ho ricordato la casa dove abitava un mio zio: aveva una terrazza che affacciava sugli scogli ed io restavo lì incantata a sentire le onde e… mi lasciavo rapire dall’immaginazione, fantasticavo perdendomi proprio come Oplonia quando “mirava il suo sogno nel cielo…”
Torre mi ispira costantemente: siamo fortunati a vivere in questo meraviglioso posto, il Vesuvio alle nostre spalle sembra voler proteggerci  più che minacciarci, tutto il mondo, compresa Napoli stessa, lo guarda da lontano e si commuove  quando si tinge di rosa al tramonto, ma non dimentichiamo che sono le nostre case ad essere intrise di quel colore, siamo noi vesuviani a condividere il suo respiro, poggiamo i nostri piedi sui suoi, noi… un tutt’uno col Vesuvio.

3- Ci sono luoghi della città che ti rappresentano o esprimono un tuo stato d’animo? 

Naturalmente tutti quelli che hanno contribuito alla mia educazione sentimentale: ho scoperto di non avere una memoria toponomastica della mia città, ma soltanto emotiva. Ci sono posti dove si sono infranti sogni, rinnegati amori, altri intrisi della nostalgia degli affetti mancati, e qualcuno che ha fatto quasi da lavatoio della mia coscienza; e così mi ritrovo spesso a ritornare nel "Vico del primo bacio", in "Via della scenata di  gelosia subita", nella "Piazza del cinema dove mi portava il mio papà da piccola", giù al "Litorale dello sguardo all'orizzonte per dare il limite naturale alle attese"…




4- Hai una bacchetta magica: la prima cosa che faresti per migliorare la nostra città.   
Ridarle la memoria!
Guardare indietro per progettare il futuro  dei nostri giovani qui, nella nostra città,  dove i nostri avi hanno avuto la capacità di darle lustro  con  la loro dignitosa e onorevole operosità; bisognerebbe recuperare quel loro entusiasmo e quella  capacità di   evolversi produttivamente onestamente e all'insegna di sani valori per trasmetterli ai nostri figli, così da poter dare loro la spinta per poter ricominciare per restare. Vorrei citare le parole di Matilde Serao che nel diario dell'eruzione del 1906,   “Sterminator Vesevo” , descrivono proprio la nostra città e a leggerle sicuramente inorgoglisce qualsiasi oplontino: “Noi pensiamo: troveremo in vita Torre Annunziata che è focolare di pensiero, di azione, di lavoro, Torre Annunziata, onor nostro e gloria nostra, viva e ferma, perché la sua vita ha un alto significato, giacché la sua popolazione è grande, è attiva, è laboriosissima. Così pensiamo e speriamo, entrando in Torre Annunziata. Ahimè!... tutte le sue case sono chiuse, tutte le sue industrie sono deserte, chiusi i suoi opifici, le sue fabbriche, i suoi stabilimenti […] Vediamo curvarsi degli alberi; sono i bei cipressi, i floridi cipressi del cimitero di Torre Annunziata, uno dei cimiteri più lindi, più pieni di poesia che io abbia mai visto”.
Ma sembra che il racconto della nostra memoria storica sia soltanto interesse dei pochi appassionati, invece dev’essere assolutamente motivo di orgoglio e di riferimento  anche per i nostri giovani: con le attuali tecnologie e concrete possibilità di acquisire sempre più competenze specifiche, si può reindirizzare un proficuo percorso volto ad un dignitoso futuro!


5- Progetti e sogni nel cassetto di Ida La Rana.
Ah, tantissimi, spero soltanto di avere il tempo e le opportunità per realizzarli; intanto  intensifico il passo ed incrocio le dita...
6- qual è l'ultima  opera realizzata?
È proprio di questi giorni, l'ho dedicata al grande Totò e a Sofia Loren,  donata all’associazione Quartieri Spagnoli ed è esposta nel vico Totò (porta Carrese), dove ci sono murales di bravissimi artisti napoletani. Aver dato il mio piccolo contributo per ricordare  l'adoratissimo Totò è stato un grandissimo onore! 

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Ida,  ormai sei anche negli itinerari turistici partenopei!
A noi non resta ora che seguirti in questo tuo meraviglioso percorso artistico ed attendiamo le tue  prossime opere!
Ad maiora







https://www.youtube.com/watch?v=730LEYw_XFA&t=45s


https://www.youtube.com/watch?v=iWBcsksnvBc&t=11s

lunedì 4 novembre 2019

1978, 5 novembre- Arriva Ivan Gregori, il direttore d'orchestra!


Una giornata quasi storica per il calcio torrese quella del 5 novembre 1978.

Debutta nel Savoia uno dei piu’ forti centrocampisti italiani, Ivan Gregori.

Al suo attivo oltre duecento presenze nella massima serie nazionale.

Il suo ingaggio è un autentico colpo da novanta da parte del presidentissimo Franco Immobile che, aiutato dagli zii Michele e Pasquale Gallo, è deciso ad affrontare la C2 a testa alta.

L’inizio del campionato non soddisfa le attese della dirigenza e dei tifosi e solo con l’innesto di Gregori e Qualano la stagione prende una piega diversa.

Uno degli artefici di quella stagione, il prof. Giuseppe Sasso, uomo ovunque del Savoia, racconta:


” Non dimenticherò mai, nella campagna acquisti del novembre del 1978, dopo l’accordo raggiunto a Milano con la Società del Cagliari, per la cessione del calciatore Ivan Gregori, per poterlo impiegare in campionato nella successiva gara del 5 novembre a Sorrento, era necessario regolarizzare il trasferimento. In aereo al mattino raggiunsi Cagliari, dopo aver raccolto la necessaria documentazione, di nuovo in aereo raggiunsi Firenze, dove in Lega ottenni il placet per l’impiego del calciatore. Allora, purtroppo, non c’erano i mezzi attuali che ti permettono, con un semplice fax o una e-mail di ottenere le autorizzazioni per tesseramento dei calciatori professionisti.


Comunque, ne valse la pena, il Gregori con le sue 24 presenze, calciatore di classe cristallina, che aveva calcato i campi di serie A con Bologna e Cagliari, risultò indispensabile alla squadra, così come il collega Tonino Natale, infallibile sui calci piazzati, ben otto le reti realizzate."


Quel 5 novembre 1978 il Savoia gioca a Sorrento una buona partita , sostenuto dalla solita nutrita tifoseria ma esce sconfitto per uno a zero.

Tra i migliori del Savoia, Ivan Gregori.

Dalla domenica successiva la musica cambia.

Iniziarono ad arrivare i risultati, la squadra prese fiducia, guidata a centrocampo dal lucidissimo Gregori.   

Nell’ultimo incontro giocato a Torre Annunziata il Cosenza venne annientato per tre a zero.

Il sesto posto in classifica fu il giusto riconoscimento per gli uomini in maglia bianca.

Peccato per i troppi punti persi ad inizio di stagione.

Dopo cinque partite il Savoia aveva solo tre punti, fanalino di coda del campionato.

Con l’arrivo del direttore d’orchestra, quel 5 novembre, la musica cambiò alla grande!

Grazie Ivan Gregori!
IVAN GREGORI

SAVOIA 1978-79


sabato 2 novembre 2019

Bomba o non bomba, "cui prodest"?


Ci sono notizie a cui si fa effettivamente molta fatica, nonostante i tempi che corrono, a crederci e, soprattutto, a capirle.

La storia del ritrovamento della bomba a mano in piazza Imbriani, “miez à centrale”, è una di quelle che lasciano il segno oltre che nella mente, nello spirito.

Perché è successo?

Come è possibile che una bomba a mano venga portata in giro, tra la gente, mostrata come un trofeo, abbandonata nel bel mezzo dell’area dove, qualche anno fa, venne costruita la contestata fontana?

Vi ricordate cosa c’era prima della fontana?

Un distributore di carburanti gestito dal signor Rossi.

E se fosse esplosa proprio davanti quel distributore???

Anche quella di far installare un distributore nel bel mezzo della piazza centrale, zona ad alta densità abitativa, fu un atto scellerato di una amministrazione degli anni sessanta!

Fortunatamente, dopo un periodo di circa quarant’anni da quella proposta avanzata dall'allora PCI, si è riusciti a disinnescare una autentica polveriera a cielo aperto.

Questo del ritrovamento della bomba a mano non è il primo episodio strano che capita negli ultimi tempi nella nostra città, come segnalato prontamente dal Sindaco Enzo Ascione.

Forse, sarebbe il caso che le autorità competenti, le forze dell’ordine, tutti i responsabili dell’ordine pubblico ricomincino a scendere in strada e controllare il territorio, passo per passo, zona per zona, specie in questo periodo in cui ci si avvicina al Natale, per prevenire episodi a cui basta una scintilla affinché si trasformino in tragedia.

Tragedie che, francamente, ne abbiamo dovute raccontare già tante nella nostra ultra secolare cronaca cittadina.
Cartolina anni 80- Piazza Imbriani, con al centro il distributore di carburante dell'ing. Rossi.

Il ricordo di Mons. Raffaele Russo.

Il Monsignor Raffaele Russo, Rettore della Basilica della Madonna della Neve di Torre Annunziata, ci ha lasciato. Ultima tappa del suo perco...