domenica 2 gennaio 2022

CECILIA DI MAIO- IL MISTERO DI UNA GENTILDONNA



Guardando le foto delle lapidi nel nostro cimitero di Torre Annunziata il mio sguardo si è fermata su questa.
CECILIA DI MAIO, MORTA 3 GENNAIO 1864.
Ho letto tutto l'epitaffio.
Dentro quelle parole ho provato ad immaginare l'amore che provavano per questa ragazza la povera madre e il fratello.
Allora ho cercato tra le scartoffie e ho trovato l'atto di morte di Cecilia.
Aveva 28 anni, era nata a Nocera, il padre Don Leone, defunto, era un ricco possidente, molto noto nella sua zona.
Era di passaggio a Torre Annunziata, ospite di Donna Teresa Balzano, alla Via del Popolo, verso sopra.
Un altro particolare mi è rimasto impresso: era una "Gentildonna" , nubile.
Come mai morì a Torre, cosa ci faceva qui da noi?
Perchè la famiglia volle lasciare una lapide al Cimitero?
Possiamo avanzare qualche ipotesi.
Erano periodi di peste e colera, penso che fosse stata portata nella nostra città dietro consulto medico per usufruire dell'aria salubre della Torre di allora.
Purtroppo non riuscì a superare il morbo.
Mi piace pensare, però, che abbia affrontato quel terribile momento con dignità, coraggio e orgoglio.
Come una vera "GENTILDONNA".





 

DOMENICO “MIMI’” BUSIELLO- “A’ VULPCELL”

 



                                           Mimì Busietto- immagine di Salvatore Malacario

Il ricordo dell’arrivo al Savoia di Domenico Busiello, nato il 2 gennaio 1944 a Pian di Meleto in provincia di Pesaro, sul suo trasferimento al Savoia di Lello Pagano, rimane tra gli aneddoti più belli raccontati nella storia della gloriosa società di Torre Annunziata.

“Boniperti mi voleva a tutti i costi nella Juventus di Sivori e Charles. Ero giovane, mi avrebbero garantito vitto, alloggio, scuola ed eventuali premi partita. Quasi non ci credevo quando mi fecero questa proposta. Mio padre, autoritario e severo, non la prese proprio in considerazione e mi portò a Torre Annunziata per 150 mila lire e 80 chili di pasta.”

 Il Presidente Lello Pagano lo strappò alla concorrenza nazionale e lo affidò nelle sapienti mani di quel grande campione accomodatosi in panchina, Ercolino Castaldo, fresco di ritorno a casa.

Domenico “Mimì” aveva solo 17 anni in quel 1 ottobre 1961 quando fece il suo esordio con la maglia bianca.

Dopo due anni di Prima Categoria, l’approdo in serie D, il 6 luglio 1964.

Faceva la differenza in campo, aveva una intelligenza e furbizia calcistica fuori dal normale e proprio a Torre Annunziata uno degli storici tifosi savoiardi, “Vicienz ò ciclista”, gli diede il soprannome che lo contraddistinse sul rettangolo di gioco: “A Vulpcell”.

Mimì era una persona ben voluta da tutti, capace di fare gruppo e proprio in base a questa prerogativa gli venne affidata la fascia di capitano.

L’anno successivo ancora un campionato straordinario con la promozione in serie C, con la società passata in mano a Giuseppe Russo ma per il nostro Mimì ci sarà l’approdo verso altri lidi.

Ritornerà a Torre nel 1968 giusto in tempo per godere del trionfo dell’anno successivo e la conquista della serie C, sempre ad alto livello, impreziositi da quella fascia da capitano che portava con onore.  

Ancora un arrivederci per godere gli inizi della clamorosa avventura del Campania Ponticelli, poi al Terzigno, fino a che Gioacchino Coppola lo ripescò per affidargli le chiavi del centrocampo del Savoia in quella squadra che ottenne la vittoria nel campionato 1974/5 ai danni della Scafatese, proiettandoci in serie D, oltre a vincere la Coppa campana a Napoli contro la Grumese.

 

Fu l’ultimo atto d’amore di Domenico Busiello verso la propria squadra e i tifosi entusiasti del gioco astuto, lineare e combattivo del valido centrocampista savoiardo dopo 197 partite giocate e 30 reti.

Vittorio Fabris, storico allenatore, lo ricorda così: “Mimì Busiello è stato il più forte calciatore che abbia allenato, un fuoriclasse dentro e fuori dal campo. Prima di venire nell’Intersociale era stato protagonista nell’Internapoli di Chinaglia e Wilson e in campo faceva una grandissima differenza”.

Salvatore Malacario lo ricorsa così:” Avevo 8 anni quando ho visto giocare per la prima volta Mimì, lui ancora giovanissimo giocava con il Savoia, squadra fortissima allenata dal duo Lopez/Spartano che vinse il campionato dalla D alla C.

Ebbene già allora Mimi faceva la differenza in campo, aveva una intelligenza e furbizia calcistica fuori dal normale e da lui c'era solo da imparare.

In seguito ho avuto l'onore di conoscerlo di persona e giocare con lui nel Savoia e nel Campania Ponticelli,

Mimì era ben voluto da tutti è stata una persona speciale ma soprattutto una persona perbene.”

Altre squadre importanti in cui militò nella sua lunga carriera sono state Internapoli, Juve Stabia, Campania Ponticelli, Terzigno, Paganese.

Ancora nel corso della sua attività calcistica divenne uno stimato impiegato della Banca Fabbrocini, a dimostrazione ulteriore della sua lungimiranza che andava oltre il campo di gioco.

La sua scomparsa il 29 agosto 2021.

I funerali si svolsero il 30 Agosto nella chiesa della Madonna della Neve a Ponticelli dove viveva assieme alla famiglia.

Don Luigi Bellomo, il cuore del tifo torrese.

*Un tributo a Luigi Bellomo:  il cuore del tifo torrese* Torre Annunziata perse uno dei suoi pilastri sportivi e cittadini con la scomparsa ...