Il ricordo dell’arrivo
al Savoia di Domenico Busiello, nato il 2 gennaio 1944 a Pian di Meleto in
provincia di Pesaro, sul suo trasferimento al Savoia di Lello Pagano, rimane tra
gli aneddoti più belli raccontati nella storia della gloriosa società di Torre
Annunziata.
“Boniperti
mi voleva a tutti i costi nella Juventus di Sivori e Charles. Ero giovane, mi
avrebbero garantito vitto, alloggio, scuola ed eventuali premi partita. Quasi
non ci credevo quando mi fecero questa proposta. Mio padre, autoritario e
severo, non la prese proprio in considerazione e mi portò a Torre Annunziata
per 150 mila lire e 80 chili di pasta.”
Il Presidente Lello Pagano lo strappò alla
concorrenza nazionale e lo affidò nelle sapienti mani di quel grande campione
accomodatosi in panchina, Ercolino Castaldo, fresco di ritorno a casa.
Domenico “Mimì”
aveva solo 17 anni in quel 1 ottobre 1961 quando fece il suo esordio con la
maglia bianca.
Dopo due
anni di Prima Categoria, l’approdo in serie D, il 6 luglio 1964.
Faceva la
differenza in campo, aveva una intelligenza e furbizia calcistica fuori dal
normale e proprio a Torre Annunziata uno degli storici tifosi savoiardi, “Vicienz
ò ciclista”, gli diede il soprannome che lo contraddistinse sul rettangolo di
gioco: “A Vulpcell”.
Mimì era una
persona ben voluta da tutti, capace di fare gruppo e proprio in base a questa
prerogativa gli venne affidata la fascia di capitano.
L’anno
successivo ancora un campionato straordinario con la promozione in serie C, con
la società passata in mano a Giuseppe Russo ma per il nostro Mimì ci sarà l’approdo
verso altri lidi.
Ritornerà a
Torre nel 1968 giusto in tempo per godere del trionfo dell’anno successivo e la
conquista della serie C, sempre ad alto livello, impreziositi da quella fascia
da capitano che portava con onore.
Ancora un
arrivederci per godere gli inizi della clamorosa avventura del Campania Ponticelli,
poi al Terzigno, fino a che Gioacchino Coppola lo ripescò per affidargli le
chiavi del centrocampo del Savoia in quella squadra che ottenne la vittoria nel
campionato 1974/5 ai danni della Scafatese, proiettandoci in serie D, oltre a
vincere la Coppa campana a Napoli contro la Grumese.
Fu l’ultimo
atto d’amore di Domenico Busiello verso la propria squadra e i tifosi entusiasti
del gioco astuto, lineare e combattivo del valido centrocampista savoiardo dopo
197 partite giocate e 30 reti.
Vittorio
Fabris, storico allenatore, lo ricorda così: “Mimì Busiello è stato il più
forte calciatore che abbia allenato, un fuoriclasse dentro e fuori dal campo.
Prima di venire nell’Intersociale era stato protagonista nell’Internapoli di
Chinaglia e Wilson e in campo faceva una grandissima differenza”.
Salvatore Malacario lo
ricorsa così:” Avevo 8 anni quando ho visto giocare per la prima volta Mimì,
lui ancora giovanissimo giocava con il Savoia, squadra fortissima allenata dal
duo Lopez/Spartano che vinse il campionato dalla D alla C.
Ebbene già allora Mimi
faceva la differenza in campo, aveva una intelligenza e furbizia calcistica
fuori dal normale e da lui c'era solo da imparare.
In seguito ho
avuto l'onore di conoscerlo di persona e giocare con lui nel Savoia e nel
Campania Ponticelli,
Mimì era ben
voluto da tutti è stata una persona speciale ma soprattutto una persona
perbene.”
Altre
squadre importanti in cui militò nella sua lunga carriera sono state Internapoli,
Juve Stabia, Campania Ponticelli, Terzigno, Paganese.
Ancora nel
corso della sua attività calcistica divenne uno stimato impiegato della Banca
Fabbrocini, a dimostrazione ulteriore della sua lungimiranza che andava oltre
il campo di gioco.
La sua scomparsa il 29 agosto 2021.
I funerali
si svolsero il 30 Agosto nella chiesa della Madonna della Neve a
Ponticelli dove viveva assieme alla famiglia.
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