sabato 30 ottobre 2021

INAUGURATO L’ACQUEDOTTO DI TORRE ANNUNZIATA: 30 OTTOBRE 1887

 


        Cartolina ricordo dell'inaugurazione dell'acquedotto torrese


Solo otto mesi vennero impiegati per completare l’acquedotto dopo il terribile morbo del colera che tante vittime fece a Torre Annunziata, nel 1884 e nel 1886.

Il costo venne quantificato in un milione e quattrocentomila lire e fu costruito da cinque industriali di Torre del Greco, costituitosi in Società costruttrice e assuntrice.

Il fiume Sarno è formato da varie sorgenti, fra cui quella di Santa Maria della Foce, che scaturisce dal monte Sant’Angelo, da cui derivavano le acque dirette a Torre Annunziata. Il serbatoio era impiantato a circa 1600 metri da Torre Annunziata.  

L’ acquedotto vesuviano venne inaugurato il 30 ottobre 1887, con la partecipazione delle principali autorità, tra cui il principe di Ruffano, il presidente del Consiglio provinciale, Duca di San Donato, larga rappresentanza del Consiglio, il rappresentante del Prefetto, quasi tutti i deputati e senatori delle zone interessate e di provincie limitrofe, oltre un gran numero di giornalisti, locali e nazionali.

I lavori vennero coordinati dall’ingegnere Vincenzo Varriale.



 

 

Il presidente del Consiglio dei Ministri, l’On. Francesco Crispi, non poté allontanarsi da Roma e incaricò il segretario generale Della Rocca a rappresentarlo.

Migliaia e migliaia di torresi parteciparono al festoso evento, la città era addobbata con strisce multicolori che ovunque tappezzavano i muri.

Un sontuoso ricevimento a Pompei in onore di tutti gli intervenuti mise termine alla memorabile giornata.

IL SEQUESTRO DEL MERCATO ITTICO- 30 OTTOBRE 1995

 



Il mercato ittico di Torre Annunziata, uno dei più importanti della Campania, venne posto sotto sequestro dai carabinieri della locale Compagnia perché ritenuto non idoneo a garantire l'igiene alimentare dei prodotti.

Quella mattina i militari arrivarono nell’area adiacente il porto con grande spiegamento di forze, decisi a porre fine al commercio del prezioso alimento proprio alle soglie di quelle festività natalizie in cui i caratteristici venditori erano i protagonisti di quello spettacolo di colore e di umanità.

Non decise di aspettare oltre la Magistratura che oltre a denunciare sette commercianti all'ingrosso, titolari dei depositi sequestrati, comminò uguale sanzione ai sindaci di Torre Annunziata che si erano succeduti dal 1988 al 1995, Antonio Carotenuto, Carmine Di Leo e Michele Savino, per omissione di atti d'ufficio.

Tutte le strutture vennero sigillate, non solo esternamente ma anche all’interno con i depositi-frigorifero del valore di oltre 400 milioni di lire, e vennero sequestrati oltre 2 quintali di prodotti ittici, per un valore di  600 milioni.

Vennero, inoltre, denunciati per assenteismo sei dipendenti comunali, tra i quali il direttore del mercato all'ingrosso perché avevano il compito di controllare la struttura ma non erano presenti al lavoro.

Un altro pezzo di storia ed economia di Torre Annunziata iniziò, tra proroghe di aperture e nuove chiusure, il suo triste declino.  

domenica 24 ottobre 2021

RINO GIOIELLI - UN ARTISTA COMPLETO.

 




Salvatore Gioielli, in arte “Rino Gioielli” nacque a Torre Annunziata il 12 marzo 1939.

La famiglia abitava nella zona dello Spolettificio dove possedevano anche delle proprietà.

Da giovane cominciò a fare il cantante di piazza, dilettandosi anche nei matrimoni e nelle feste in genere.

Attore provetto, nel 1957 a soli 18 anni, fa la sua prima apparizione in teatro nella commedia “Lazzarella” con Liliana, Carmine Mazza e Gino Maringolo.

Partecipa successivamente alla sceneggiata” ‘E ddoie Lucie” con Mario Abate e Gennarino Palumbo.

Ma è sicuramente l’incontro con Eduardo De Filippo nel 1962 a incanalare le sorti della sua carriera verso il successo, in quanto il Maestro del teatro napoletano lo selezionò per interpretare “Amedeo” nell’indimenticabile “Il Sindaco del rione Sanità”.

Da qui cominciò la collaborazione con la compagnia di De Filippo, viaggiando per tutta l’Europa in tournée.

Sempre al fianco del mitico Eduardo, interpretò in teatro, riprese dalla televisione, spettacoli come” Non ti pago”, “La grande magia”, “L’abito nuovo”, “Chi è più felice di me!”, “Luisa Sanfelice”.

Successivamente passò ad esibirsi nella compagnia di Nino Taranto, calandosi nel ruolo di protagonista in “Lo Sposalizio” di Raffaele Viviani, accanto a personaggi di grosso spessore come Luisa Conte, Dolores Palumbo, Carlo Taranto, Antonio Allocca e altri, affidati alla sapiente regia di Vittorio Viviani.

Gli anni ’70 segnarono un altro punto importante nella sua carriera perché Rino entrò a far parte del trio comico con Beniamino e Rosalia Maggio, ampliando il raggio di azione della sua bravura a completamento del suo innato talento.

Nel febbraio del 1974 entrò nella compagnia di Gino Bramieri per sostituire Stefano Satta Flores che si era in quel periodo ammalato.

 L’ingresso in questa compagnia venne deciso dal duo storico Garinei e Giovannini che lo inserirono nello spettacolo “Cielo mio marito!”, di cui erano i registi, con estrema facilità, avvalendosi della professionalità e dell’accoglienza di artisti del calibro di Gino Bramieri, Marisa Merlini, Ombretta Colli, ecc.…

Conclusasi la parentesi con Bramieri riprese il suo posto accanto a Nino Taranto interpretando, nel 1978, “Un napoletano al di sopra di ogni sospetto”, spettacolo i cui personaggi usavano parlare tutti un napoletano formato esportazione, molto caratteristico.

Ancora in bella evidenza nella parte di un “mariuolo”, nel 1982, in “Novantesimo chilometro” accanto al grande Pino Mauro, protagonista principale e scrittore della sceneggiata.

Nel 1991 entrò a far parte della compagnia stabile di Luisa Conte, che si esibiva al Teatro Sannazzaro.

Resterà con loro fino alla morte della Conte avvenuta nel 1995.

Altro prestigioso riconoscimento, la partecipazione nel “Satyricon” di Petronio, nel 1995, con la regia di Ettore Massarese e che lo vide come attore protagonista assieme all’indimenticabile Antonio Casagrande.

Va ricordata, inoltre, la bellissima interpretazione nel 2000 di Prospero, in dialetto napoletano ne “La tempesta di William Shakespeare”.

 

Si cimentò anche nel cinema, interpretando alcuni film di discreto successo interpretando:

l’uomo del taxi in “Dimenticare Lisa” con Ugo Pagliai e Marilù Tolo, del 1976;

l’attore protagonista in teatro in “L’ultimo guappo”, diretto da Alfonso Brescia ed interpretato da Mario Merola», del 1978;

del contrabbandiere Michele in “Giuramento”, diretto da Alfonso Brescia, con Mario Merola e Nino D’Angelo del 1982;

del padre di Laura in “Laura, a 16 anni mi dicesti sì”, diretto dal regista Alfonso Brescia, del 1983;

di Domenico in “L’avvocato De Gregorio” di Pasquale Squitieri con Giorgio Albertazzi, del 2003.

 

Dotato di una voce calda, tradizionale ed emozionante va menzionata una straordinaria interpretazione di “Malafemmina” assieme a Isa Danieli che rimane una autentica chicca nelle rarità musicale nostrane, contenuta in un 78 giri al cui interno spiccavano tre canzoni scritte e cantate dallo stesso Totò, una da Claudio Villa, un’altra da Giacomo Rondinella e la versione spagnola di “Con te” di Ernesto Bonino.

Tra alcune delle sue canzoni frutto di un vastissimo repertorio ci piace ricordare “Sfreggio Cu Sfreggio”, “O Carruzziero”, “Femmena Comm'a' Tte”, “Commissario Di Lorenzo”, successi degli anni 70. 

 Con Rino Gioielli si chiuse un’importante epoca del teatro napoletano.

Grande attore, ha sempre dimostrato sul palco il suo enorme talento, emozionando ogni volta il pubblico che riempiva le platee per assistere ai suoi spettacoli.

La sua carriera è stata lunga e ricca di soddisfazioni artistiche.

Era il 25 ottobre 2016 quando l’artista Salvatore “Rino” Gioielli si spense all’età di 77 anni nella sua abitazione di Portici.

lunedì 11 ottobre 2021

CIRO "GIGINO"TAVASSI- Il Muro di Gomma

 



Ciro Tavassi, per gli amici “Gigino”, era un ragazzo del 1922.

Aveva vissuto, anche se piccolissimo, le emozioni che erano state portate in città dalla presenza dei Campioni del Genoa in quel magico 1924 in cui il calcio torrese entrò di prepotenza nella storia, riuscendo a risultare imbattuto nell’incontro del 7 settembre a Torre Annunziata, prima squadra del Centro Sud della storia a compiere quell’impresa.

Il calcio fu la naturale espressione per i ragazzi nati in quegli anni, passione scaturita oltre che da indicibili emozioni che sapeva regalare quella maglia bianca, anche dalle doti atletiche e le capacità tecniche che risultarono essere un marchio di fabbrica per i torresi di allora.       

“Gigino” Tavassi quest’abilità la scoprì tra le sue mani, artigli che arpionavano palloni pesanti un quintale, nel suo senso di posizione straordinario, nel coraggio che metteva nelle impavide uscite.

Tra i pali ostentava quella sicurezza che prima di lui personaggi come Visciano, Risorti e Merlo, portieri che hanno scritto la leggenda del Savoia nel primo dopoguerra, erano stati capaci di mettere in risalto, alzando un autentico muro tra i pali della porta biancoscudata.

Fin da ragazzino fu additato come predestinato, colui che nonostante giocasse in porta era in grado di fare la differenza talmente fosse difficile batterlo, tanto che le squadre avversarie al solo vederlo come avversario rimanevano sbigottite.

“Si, siamo forti, ma loro hanno Tavassi in porta…”

Era il commento usuale che si ascoltava nelle parole sfiduciate di chi sapeva che stava andando a infrangersi contro un ostacolo impenetrabile, un muro di gomma dove sbattere senza possibilità di entrare.

Impossibile superarlo con tiri da lontano, in area era capace di uscite sui piedi degli attaccanti da autentico Kamikaze.

Scoperto dagli osservatori Mimì e Pinotto Salvati nei campetti polverosi periferici cittadini venne reclutato per la formazione giovanile del Savoia, massimo traguardo per i giovanissimi di allora, un onore a cui pochi torresi avevano avuto la possibilità di accedere prima di entrare nell’olimpo della storia indossando la maglia bianca della prima squadra. 

Il grande Rico Colombari volle inserirlo appena dietro i titolari, in attesa dell’esplosione definitiva.

Poco tempo dopo, agli inizi del 1940, la fortuna voltò le spalle a Ciro, complice un incontro amichevole tra le giovanili del Napoli e il Savoia, all’Ascarelli di Napoli, incontro che di amichevole ne ebbe ben poco.

Tra l’altro il Napoli, anziché schierare i giovani, inserì in formazione le prime riserve della formazione titolare, tra cui Cadregari, un centravanti veneziano appena acquistato dai partenopei e su cui avevano puntato grosse speranze.

A questo punto continuiamo il racconto con le parole scritte dal grande Eduardo Ferrone sull’accaduto:

“E il veneziano ci mise tutta la foga possibile, forse anche troppa, gettandosi come un fulmine su un pallone lungo sul quale Tavassi era scattato in netto anticipo. L’impatto fra i due fu tremendo. Tavassi ne venne fuori con una gamba fracassata, con un troncone che non rimase sull’erbetta solo perché lo reggeva il calzettone.”      

Praticamente questo infortunio, con il catastrofico intermezzo della seconda guerra, spezzò la carriera di “Gigino” Tavassi appena giunta nei suoi anni migliori.

Nel Savoia, al rientrò, disputò il Torneo di Liberazione del 1944 e, negli anni seguenti, riuscì a prendersi le sue belle soddisfazioni militando in diverse squadre in cerca di un portiere serio ed affidabile, tra cui Juve Stabia, Arzano, Nicastro, Pompei, Catania.

Nonostante tutto rimase attaccato all’ambiente torrese dove disputò tornei aziendali e trofei tra bar cittadini.

Per il finale del racconto, ritorniamo alle parole del Ferrone:

” A Tavassi gli basta ricordare; i tanti attestati, i tanti complimenti ricevuti nel corso della sua lunga e sfortunata carriera. Le soddisfazioni sovrastarono nettamente l’amarezza per quello che poteva essere e non è stato. È sempre caro rivedere il film degli anni più belli, dei passi, di quando nelle “storiche” disfide di quartiere, gli avversari solevano affermare: 

È vero siamo forti, ma loro in porta hanno Tavassi…”

Ciro “Gigino” Tavassi morì nel 1981, a soli 59 anni.

 

domenica 10 ottobre 2021

SERGIO "PACIFICO" CUMAN- Il portiere con il nome ...contraffatto!!!

 


Ricordate chi era il portiere del Savoia nella stagione 1970-1971?

Bravi, si proprio lui, Cuman…

Però non fatevi ingannare da quello che avete letto in tutti i siti su internet o che vi è stato detto da chi ha visto calcio prima di voi.

Nel raccontare la sua storia bisogna partire dall’inizio, dalla sua nascita a Varese nel lontano 11 ottobre 1935.

I suoi genitori non dichiararono affatto il nome “Pacifico” all’anagrafe varesina ma, semplicemente, “Sergio”.

Sergio Cuman.

E allora perché la leggenda di “Pacifico Cuman”, come veniva riportato finanche sulle figurine dei calciatori?

La solita catena di Sant’Antonio?

Sembrerebbe di sì.

Il “Sergio Cuman” si trasformò in “Pacifico Cuman” quando nel 1959 venne acquistato dal Napoli, proveniente dall’Alessandria.

Tutto nacque da quando arrivò a Napoli.

A causa della serietà che rispecchiava il suo carattere pacioso, serio, tranquillo, mai una parola fuori posto, iniziarono a chiamarlo “Pacifico”.

Da allora divenne “Pacifico Cuman”.

A Napoli, complice la presenza nel ruolo di titolare di Bugatti prima, Pontel, Bandoni e Zoff negli anni a seguire, riuscì a ritagliarsi poco spazio, in dieci anni di stagioni con la maglia azzurra rimanendo sempre... pacifico (!) al suo posto.

Nella stagione 1968-69 il Napoli lo cedette al Taranto che in quell’annata rischiava la retrocessione ma l’arrivo del portiere varesino, protagonista assoluto del finale di stagione, portò i pugliesi a raggiungere una salvezza insperata.

L’anno successivo, il buon “Pacifico” approdò a Torre Annunziata nelle fila del Savoia dove rivestì anche il ruolo di capitano della squadra, disputando 34 partite e portando la squadra ad un onorevole decimo posto in classifica, un successo considerando le difficoltà economiche.

A Torre abitava in via Rampa Nunziante, al sesto piano del palazzone che affaccia sul mare, assieme alla moglie Matilde, di origine sarda.

L’anno successivo si trasferì a Bellaria Igea Marina dove concluse la carriera sportiva dando spazio all’attività di acquisto immobiliari e l’apertura, nel padovano, di una boutique, realizzando il sogno della signora Matilde.

Sergio “Pacifico” Cuman morì a Cadoneghe il 18 luglio 2002.

domenica 3 ottobre 2021

IL MAESTRO NICO MORETTO- RICORDO DI UN GRANDE ARTISTA

 

NEL GIORNO DELLA SUA NASCITA, 3 OTTOBRE 1954



 

Nicola “Nico” Moretto nasce ad Angri il 3 ottobre 1954.

Trasferitosi fin da piccolo con la famiglia a Torre Annunziata si integra perfettamente nella realtà torrese.

Appassionato di sport in genere, di calcio in particolare, diventa subito un grande tifoso del Savoia in cui, tra l’altro, milita nelle formazioni giovanili agli inizi degli anni Settanta, riuscendo anche ad ottenere delle presenze nella prima squadra.

Ancora ottimi risultati li raggiunse quando venne tesserato con la Scafatese e con l’Angri.

Il suo amore più travolgente è per la musica e dopo una prima breve parentesi di studio classico rimane affascinato dalla strumentale latino americana con cui inizia a farsi conoscere come personaggio capace di realizzare atmosfere musicali raffinate, coinvolgente e uniche.

Inizia nei pub e i suoni armoniosi della sua musica attirano l’attenzione e la partecipazione favorevole del pubblico.

In breve tempo la sua musica varca i confini locali e il naturale passaggio alla notorietà lo porta in giro tra Milano e la Svizzera.

Tornato a Napoli costituisce un proprio gruppo che rappresenta appieno il genere da lui prediletto, il jazz-brasiliana con cui si esibisce con ottimo profitto, fino alla chiamata in Tv come ospite del programma “Chiaro di Luna”, della Rai di Napoli.

Era il 1996 quando nacque "Planet akva", il lavoro discografico di cui è anche compositore, un successo che lo porta ad essere inserito nella compilation discografica internazionale di New Age New Sound, mentre nel '97 è presente in Spagna, per la rivista Welvet di Barcellona, che oltre a dedicargli un ampio servizio, lo inserisce nella propria compilation discografica.
Con "Marina Grande" del 2000 si esibì in vari teatri italiani e, soprattutto, all'estero dove viene apprezzato dalla critica europea.
 
La proposta musicale del “Nico Moretto Quartet” attira l’attenzione del pubblico e della critica.

Da sempre attento alla promozione culturale, Nico Moretto accetta con enorme piacere e grande orgoglio il ruolo di Direttore Artistico dell'Oplonti Jazz Festival nel 2000 a cui partecipano Antonio Onorato e Marco Zurzolo e nel 2001, dove vengono ospitati al primo circolo didattico in via Cavour artisti di levatura internazionale come la cubana Irina, il brasiliano Irio De Paula e Romano Mussolini, uno dei più apprezzati jazzisti di allora.

Il ruolo di dipendente comunale, svolto per oltre trent’anni all’ufficio cultura, non impedisce a Nico Moretto di continuare a esplorare musica e suoni per il suo ottimo progetto interpretativo. Precursore di idee straordinarie, nell’ambito delle sue iniziative ricordiamo con piacere le lezioni di chitarra per i giovani, la musicoterapia nelle scuole, il jazz nelle chiese.

Ancora si ricordano, a distanza di anni, gli echi di entusiasmo per la serata del 30 dicembre 2007, al teatrino dell’ARCI- Oplonti in via Zuppetta, in cui Nico Moretto e i New Latin Trio, mandarono in estasi i presenti, deliziati da sensazioni e suoni di stampo brasiliano molto coinvolgenti.

Ancora il mese successivo, stavolta al Circolo Professionisti e Artisti, il successo è ancora più eclatante e Nico Moretto si conferma uno dei punti di riferimento per il genere musicale che rappresenta.

Artista poliedrico a tutto tondo è perennemente attivo su numerosi fronti.

Esperto di civiltà mesoamericane, è co-autore con Armando Mei del libro “Giza: le Piramidi satellite e il Codice Segreto”.

Purtroppo l’arrivo della devastante malattia mina i progetti di divulgazione e di condivisione musicale, letteraria e culturale di Nico Moretto.

Circondato dall’affetto della moglie e delle figlie, oltre che dagli amici che non hanno fatto mai mancare il loro sostegno, inizia un difficile percorso riabilitativo.

Tre anni dopo, nell’ottobre del 2011, il grande ritorno organizzato in occasione del suo 57°compleanno, presso la casa consiliare di Via Provinciale Schiti a Rovigliano messa a disposizione dal Sindaco Giosuè Starita, il quale aprì i festeggiamenti donando a Nico una targa di riconoscimento da parte dell’Amministrazione Comunale su cui era inciso questa frase:

"Dove finiscono le parole inizia la musica, a Nico Moretto".

Un gesto significativo per chi come lui tanto ha dato anche alla nostra città.

Altra bella sorpresa venne organizzata da Domenico De Vito e Teresa Trapano, quando, con la presenza e la partecipazione del Capitano del Savoia, Pasquale Ottobre, gli fecero dono della maglia biancoscudata. Appena vide la maglia Nico scoppiò in lacrime, la strinse, la baciò e volle indossarla. Una scena bellissima e commovente.

 Subito dopo fu la volta dell’instancabile consorte di Nico, Anna Piedipalumbo Moretto, tra le fondatrici dell’associazione “Amici dei cerebrolesi”, e alle attaccatissime figlie Daniela e Loretta, ringraziare i presenti e il Sindaco per la sensibilità dimostrata. I festeggiamenti proseguirono con l’esibizione di vari musicisti amici di Nico tra cui Antonio Onorato, la poetessa Angela Ragusa e sorpresa della serata, la splendida Valentina Stella, che deliziò i presenti con alcuni suoi successi, tra cui “Passione” e “Mente e cuore”.

Commozione generale all’arrivo dei medici e paramedici della fondazione Maugeri di Telese che curarono con immane dedizione Nicola in quei tre anni e mezzo.

Il taglio della torta e lo spegnimento delle candeline avvennero in un clima di enorme affetto e speranza per il ritorno del Maestro.

Il 20 settembre 2013, però, la malattia vinse la sua battaglia.

Nico era ritornato al centro riabilitativo di Telese Terme, sempre assistito dall’amore e dalla presenza della sua famiglia.

I funerali di Nico Moretto si svolsero il 21 settembre nella Chiesa della Trinità.

Qualche mese dopo, nel febbraio del 2014, l’Amministrazione Comunale organizzò un evento a Lui dedicato nell’ambito della rassegna teatrale al Politeama di Torre Annunziata, con la direzione artistica di Pasquale De Angelis, in cui intervennero tanti suoi amici musicisti per rendergli omaggio, tra cui ricordiamo sua figlia Loretta, oggi affermata artista, Antonio Onorato, Marco Zurzolo, Valentina Stella, Ignazio Laiola , Gennaro Venditto, Daniele Cannavacciuolo, Giovanni Volpe, Mauro Vanacore, Catello Tucci, Sasà Piedipalumbo, Gianluca Tucci.

L’arte, la magia dei suoni, della musica e la bellezza coreografica del Maestro Nico Moretto continuano a vivere nell’interpretazione e la bravura di Loretta Moretto, cantante, e Daniela Daf Moretto, ballerina e danzatrice, le due figlie che hanno intrapreso la carriera artistica e che spesso si sono ritrovate insieme sul palcoscenico in occasione di importanti avvenimenti, come quello dedicato a ”Leonardo da Vinci” a 500 anni dalla sua morte.

*Grazie di cuore a Daniela Daf Moretto per la preziosa collaborazione e per avermi autorizzato la pubblicazione dell'articolo. 


UA NUOVA VITA.
NELLA SALA CONCILIARE DI VIA SCHITI A TORRE ANNUNZIATA SI È SVOLTA

 


LA ASSOCIAZIONE "AMICI DEI CELEBROLESI", LA FAMIGLIA DI MORETTO-PIEDIPALUMBO E I SUOI AMICI, CON LA PARTECIPAZIONE DEL COMUNE DI TORRE ANNUNZIATA HANNO RESO POSSIBILE LA REALIZZAZIONE DI QUESTO SPLENDIDO EVENTO.
NON SONO MANCATE LE SORPRESE A PARTIRE DAL CAPITANO DEL SAVOIA CALCIO CHE HA FATTO OMAGGIO DELLA MAGLIETTA UFFICIALE DELLA SQUADRA SUBITO INDOSSATA DA NICO, GRANDISSIMO TIFOSO DELLA SQUADRA OPLONTINA, TRA L'ALTRO EX CALCIATORE. E' INTERVENUTO IL SINDACO STARITA CHE HA DIMOSTRATO GRANDE SENSIBILITA' PER GLI EVENTI ED HA PROMESSO DI FAR DIVENTARE QUESTA FESTA, NON UNA ISOLATA MANIFESTAZIONE, MA UN BELLA INIZIATIVA SOCIALE DA RIPETERE NEL TEMPO.
TANTI GLI ARTISTI INTERVENTI TRA I QUALI 

Don Luigi Bellomo, il cuore del tifo torrese.

*Un tributo a Luigi Bellomo:  il cuore del tifo torrese* Torre Annunziata perse uno dei suoi pilastri sportivi e cittadini con la scomparsa ...