venerdì 22 dicembre 2023

Lo stadio della futura "Roma" inaugurato dal grande Savoia!

Lo Stadio dei Due Pini, noto come il campo di gioco del Roman Football Club nel primo Novecento, era situato nell'attuale area dell’ Auditorium e via Letiziano, zona Parioli.

Inizialmente era uno stadio semplice con porte, uno spogliatoio e una modesta tribuna.

Costruito probabilmente nel 1911, era il luogo delle gare del Roman nei tornei di prima categoria, la squadra aristocratica di Roma, che gareggiava nei campionati tra alti e bassi.

A causa della sospensione dei campionati durante il conflitto bellico, le competizioni ripresero solo nel 1920.

La trasformazione avvenne nel 1922 quando lo stadio fu migliorato diventando più funzionale e imponente.

La struttura in muratura gli conferì un aspetto monumentale tipico del periodo.

Lo Stadio dei "Due Pini" fu nel 1927 demolito per far posto al più ampio Stadio Nazionale di Roma e grazie alla fusione tra la Roman, l’Alba Roma e la Fortitudo  Pro Roma, il 7 giugno 1927, venne costituita la Roma.

Ritornando al 1922, l'inaugurazione dello stadio messo a nuova veste vide un'amichevole di prestigio tra il Savoia di Torre Annunziata e il Roman, conclusasi con un pareggio 1-1.

Di quel 30 ottobre 1922  ricordiamo l'invito accolto dalla società torrese per l’amichevole programmata per l’inaugurazione dello stadio. La squadra torrese viliva anni di grande notorietà, guidata dal  presidente Pasquale Fabbrocino.

      Pochi mesi prima lasciò grande impressione nel calcio che conta proprio nel    doppio confronto con l’altra squadra romana, la Lazio.

Alcuni tra i calciatori in maglia bianca, tra cui Bobbio, Cassese e Ghisi si ersero protagonisti assoluti negli anni successivi fino al raggiungimento della doppia finale col Genoa nel 1924.

Nelle immagini seguenti:

  • l’inizio dell’incontro alla presenza della signora Scialoia, dama di gran classe della Roma aristocratica.


  • Una respinta del difensore del Savoia, Giovanni Ardizza.

mercoledì 6 dicembre 2023

Mons. Gennaro Castaldi- Il Preside di ferro!





Gennaro Castaldi nasce a Boscoreale il 25 giugno del 1886.



Uomo di profonda dedizione per l'istruzione, dotato di ampia cultura umanista, ha lasciato un'impronta indelebile nella comunità vesuviana. 



La sua lunga carriera come insegnante di lingua e letteratura italiana e di latino, iniziata nel 1931,  ha segnato la vita di molti giovani ai quali ha saputo trasmettere non solo conoscenza ma soprattutto valori di serietà e impegno.



La sua figura, avvolta nella solennità di una carriera dedicata all'educazione e alla religiosità, si estende oltre l'aula scolastica. 


Diventato preside nel 1932 dell’Istituto Tecnico di Torre Annunziata, all’epoca tra i più frequentati d’Italia, nei decenni trascorsi al servizio dell'istruzione ha incanalato il suo spirito instancabile nel plasmare il futuro delle giovani menti vesuviane. 


Più di un educatore è stato un donatore del sapere, un architetto del destino e un faro di speranza per le generazioni avvenire.


Il rigore e la fermezza del preside Castaldi sono stati equilibrati da un profondo senso del dovere e dell'accezione, la sua eredità risplende nelle menti di coloro che ha istruito e nella comunità che ha servito con tanto zelo e dedizione.


Con la distruzione dei locali dell’Istituto, causati durate gli eventi bellici nella seconda guerra mondiale, la scuola ha avuto bisogno di un nuovo edificio. 


Grazie alla sua tenacia nella richiesta per la costruzione del nuovo plesso scolastico, nonostante le difficoltà burocratiche, egli  dimostra tutta la sua capacità e determinazione che portano la città a dotarsi di un centro di primissimo livello e a fornire un ambiente educativo di altissima qualità. 


Con la cerimonia degli inizi dei lavori, nel 1956, a Gennaro Castaldi  viene consegnata una medaglia d'oro dopo quarant’anni di insegnamento, in cui il suo impegno non si è limitato a impartire lezioni, ma ha permeato la vita della comunità, assumendo il ruolo di faro di saggezza e guida.


Conclusa l'opera di insegnamento la sua residenza diventa il punto di riferimento dalla quale esce assai poco se non per qualche sporadico evento.


Scompare a Torre Annunziata il 1 giugno 1971, le sue spoglie riposano nel cimitero di Boscoreale e negli scorsi decenni affluivano ancora persone riconoscenti per l'opera di una vita che ha contribuito allo sviluppo culturale della comunità, testimonianza di come con l'educazione si possa indicare il giusto percorso formativo e influenzare positivamente le generazioni future.

Don Luigi Bellomo, il cuore del tifo torrese.

*Un tributo a Luigi Bellomo:  il cuore del tifo torrese* Torre Annunziata perse uno dei suoi pilastri sportivi e cittadini con la scomparsa ...