venerdì 30 aprile 2021

30 Aprile 1977, il giorno de "I CAMALEONTI"!

 



Mamma mi dai 1500 lire per andare a vedere i cantanti e lo spettacolo?

Ecco  cosa accadde quel giorno.

“La dirigenza del Savoia per ricambiare con gratitudine la simpatia, l’attaccamento e l’affetto degli sportivi alla squadra in questo campionato specie nel momento più critico e tormentato, da appuntamento alle ore 15,30 di oggi pomeriggio (sabato 30 aprile 1977) allo stadio di Torre Annunziata per una festa di gioioso arrivederci, con uno spettacolo che prevede l’incontro di calcio femminile tra “Riviane” e “Sasiane”, divertente corsa nei sacchi, show musicale con i più noti cantanti della canzone napoletana.

L’organizzazione Aldo Riva presenta oggi allo stadio Comunale di Torre Annunziata, con la collaborazione dei Dirigenti del Savoia:

Mario Abbate- Nunzia Greton- Nino Fiore- Nando Neri- Anna, Walter e Rino Marcelli-

Nadia Silver- Rino Gioielli- Tonino Apicella—Enzo Giusti- Angela Betti- Rino Bruni- Franco e Carusiello-

Orchestra Gianni Casta.

Partecipazione straordinaria del complesso “I CAMALEONTI”.

Presenta Ninì Cortese-

Prezzo unico 1500 L.”

Per dovere di cronaca la dirigenza del Savoia che si adoperò per la riuscita della manifestazione era composta da personaggi storici, uomini che sono rimasti legati e hanno contribuito alla storia del Savoia.

  • Presidente Franco Immobile
  • Vice presidente: Pasquale Gallo, Michele Gallo
  • Dirigente accompagnatore: Felicio Ferraro 
  • Segretario generale: Giuseppe Sasso

lunedì 26 aprile 2021

GIUSEPPE VACCARO- La carica del sole-

 




Aveva creato un sogno, Giuseppe Vaccaro.

Inaugurato nel settembre del 1981, il Museo dell'Energia Solare di Torre Annunziata dal 1983 era socio dell'International Solar Energy Society, la numero uno tra le associazioni di studiosi di energia solare.
Il Museo torrese è stato visitato negli anni da migliaia di studendi e appassionati, scienziati e professori di tutto il mondo si sono dati appuntamento nel palazzo di via Fiume 8, "o' vic rè chianc".
Nel 1984 una moto di piccoli dimensioni arrivò da Bologna e fatta portare sull'attico con un carroponte.
Il professore, conoscendomi perchè i miei genitori avevano il negozio di frutta nello stesso palazzo, tra la curiosità della folla che assisteva, mi chiamò a gran voce e mi invitò a salire su da lui per aiutarlo.
Vidi cose che non avrei mai immaginato.
Tutti quegli aggeggi, macchinari, strumenti, funzionanti solo con il calore del sole!
Era un uomo straordinario con un'idea straordinaria, Giuseppe Vaccaro.
Forse, l'unico problema, era che questa idea l'aveva avuta a Torre Annunziata perchè in qualsiasi altro posto sarebbe stato aiutato nel suo progetto.
Conosciuto nel mondo, sconosciuto a Torre.
Apprendo, poco fa, della sua scomparsa.
R.I. P.

domenica 18 aprile 2021

ANGELO BELFIORE- L'amico dell'edicola, e non solo...

 



Mi avvicinai timidamente alla vetrata, quasi vergognandomi per quello che stavo facendo.

Vidi subito che mi guardò, con quel suo sguardo diretto, l'aspetto serioso.
Non lo conoscevo, se non di sfuggita in qualche partita del Savoia, secoli fa.
D'altra parte le mie edicole di riferimento erano sempre state quelle della parte sud di Torre Annunziata.
Carlino in Piazza Croce, l'altra edicola di don Pasquale in mezzo alla Ferrovia, ogni tanto dal caro e sfortunato amico Ciccio Sorrentino, e la mia preferita, quella all'angolo della Nunziata, nel chiosco di una simptica vecchina perchè da li potevo guardare tutto quello che c'era esposto, libri, giornali, riviste, tutto quello che sapeva di cartaceo.
Li sfogliavo con gli occhi, ad uno ad uno.
Era il 2016, inizio anno, e mi trovavo a Torre per le ferie natalizie.
Il mio primo libro, il nostro, scritto con l'amico
Vincenzo Marasco
, era esposto nella sua vetrina, quella dell'edicola di Angelo Belfiore.
Vincenzo mi disse che Angelo aveva accolto volentieri il suo progetto di consegnarli le copie del nostro libro ed esporle in vetrina per la libera vendita.
Gli diede una decina di copie, nel caso le avesse esaurite ne avremmo consegnate delle altre.
Andare a vedere quella edicola fu la prima cosa che feci appena giunto a Torre.
Guardando la vetrina rimasi qualche secondo interdetto, stupito.
Angelo si accorse subito del mio impaccio.
"Ti posso aiutare in qualcosa?"
"Guardi" gli risposi " Quel libro che ha esposto in vetrina, sono uno dei due che l'ha scritto. Posso fare una foto ricordo per la bella esposizione che ha fatto?"
"Certo!" e nel suo volto intravidi un sorriso.
Ero orgogliosissimo!
"Anzi, fai una cosa." continuò " digli a Vincenzo di portarmene altri perche il vostro lavoro è molto richiesto e ho quasi finito la scorta!"
Ero felice come una Pasqua!
Seppi poi che, dopo alcuni mesi Angelo ci lasciò, il 20 aprile 2017, e ne fui dispiaciuto, ricordando l'incontro.
Angelo lo ricordiamo sempre seduto dietro la sua "vetrina" anche se qualche volta è pure uscito dalla sua "tana"...
In gioventù raccontano che sia stato un buon arbitro di calcio anche se la mole imponente era un ostacolo all'andatura in campo.
Grande tifoso del Savoia e del Napoli, è stato tra gli organizzatori della festa per la vittoria del primo scudetto del Napoli, sempre presente e attivo nelle varie feste per le promozioni del Savoia.

Dopo qualche anno, adesso che quel piccolo contenitore di sogni ha chiuso definitivamente le porte se ne va un mondo sconfitto dall'evoluzione, dalla tecnologia.
Fu inaugurato dal padre Teodosio, persona a modo, fisico asciutto e due bei baffetti, una vita vissuta come "maschera" al Cinema Moderno. Alle sei del mattino era già operativo andando a ritirare i pacchi dei giornali alla stazione di Torre Città per consegnarli al distributore, la dirimpettaia Libreria Iovino.
Se rivivrò in un altro mondo, in un altro tempo, vorrei rivedere e riavere persone e cose che sono rimaste nel mio cuore e hanno lasciato un ricordo, un'emozione vera.
Angelo e la sua edicola sarebbero sicuramente uno di quelli che vorrei rivedere perchè sono stati in grado di regalarmi un bel sogno.

martedì 13 aprile 2021

Padre Antonio Gallo- Il Frate scrittore.

 

Papa Giovanni Paolo II saluta Padre Antonio Gallo- 

                     

Padre Antonio Gallo

Dei Frati Minori Conventuali

Torre Annunziata 13.04.1914 - Napoli 26.07.1987

P. Antonio Gallo (Luigi, all’anagrafe) nacque a Torre Annunziata il 13 aprile 1914 da Ciro e da Giuseppina Eufrate, e morì a Napoli il 26 luglio del 1987.

L'Ordine dei frati minori conventuali è un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i frati di questo ordine mendicante, detti francescani conventuali, pospongono al loro nome la sigla O.F.M.Conv.

Insieme ai frati minori e ai frati minori cappuccini costituisce il cosiddetto Primo ordine francescano.

Padre Antonio Gallo nel 1925, a soli 11 anni, fu ricevuto nel seminario serafico di Ravello dal P. Antonio Palatucci Ministro Provinciale e a 14 anni venne ammesso tra i novizi di Sant’Anastasia.

Frequentò con profitto la scuola studiando negli ultimi due anni di ginnasio, liceo e filosofia ad Aversa.

Nel 1937 venne ordinato sacerdote a Portici, consacrato dal Vescovo di Gravina, Mons. Sanna.

Iniziò ad insegnare al seminario serafico di Copertino alla fine dl 1937 e poi a Spinazzola, in Puglia, per poi trasferirsi nell’agosto del 1940 a Palmi per esercitare le funzioni di Parroco.

Furono anni di grandi mutamenti e di enormi responsabilità dovuti all’arrivo della guerra e fondamentale fu il suo ruolo in quelle zone in cui operava in base alla sua grande umanità e saggezza, nonostante la giovane età.

Nell’ottobre del 1946 ritornò in Campania, questa volta nel ruolo di Rettore a Portici, e nel suo percorso formativo continuò l’opera di insegnamento e divulgazione tra Nola, Maddaloni, Napoli.

Nel 1961 venne ordinato Guardiano del Convento di San Lorenzo Maggiore e nove anni dopo fu nominato Direttore della Cattedra Francescana.

Nella sua eccelsa e nutrita raccolta di scritti spiccano i lavori su Padre Pio, Massimiliano Kolbe, Francesco di Paola.

Nell'arco del suo percorso terreno furono molte le testimonianze che Padre Gallo lasciò ai posteri nelle opere dedicate alle vite e al ricordo dei Santi ma volle anche ricordarne come riuscirono ad arrivare alle vette della riconoscenza celeste con i loro comportamenti, con le loro virtù, con il loro amore.     

Anche nella poesia riuscì a lasciare il ricordo della sua personalità, umile e misericordiosa, trasmettendo l’amore per la vita e per il prossimo in raccolte che vennero pubblicate tra il 1950 e il 1970, tra cui menzioniamo con piacere “Io credo”, del 1969, una guida spirituale dell’anima.

Trasferitosi stabilmente nel Convento dell’Immacolata nel 1982 a Napoli, vi morì il 26 luglio 1987, lì nel suo convento, tra i frati della sua Comunità: il Convento dell’Immacolata al Vomero, dove venne assistito con grande spirito di abnegazione da tutti i Confratelli.

            Gli ultimi mesi di vita del P. Antonio Gallo – circa dieci mesi – furono una vera Via Crucis finale, conclusa con la morte.

            La Via Crucis iniziava nell’ottobre 1986, subito dopo un intervento chirurgico. La disgrazia di una “embolia” gli procurava la paralisi a tutto il fianco sinistro. Restavano intatte le facoltà mentali e la parola. Poteva muovere il braccio destro e la gamba destra. Ma con la paralisi del fianco sinistro egli era bloccato senza poter essere autosufficiente.

            Altre complicazioni, inoltre, peggioravano la situazione e facevano ritardare le cure necessarie per liberare dalla paralisi il fianco sinistro. Sembra che queste complicazioni e questi ritardi abbiano reso impossibile ogni ripresa di attività motoria del fianco paralizzato.

            Non solo, ma, nonostante il trasporto, la permanenza e le cure fisioterapiche nel Centro specializzato di   Campoli (BN), si è dovuto assistere a un costante declino di tutto l’organismo che deperiva di giorno in giorno.

            Il 25 aprile scorso, nella Casa di cura di Campoli, veniva celebrato il suo 50°  di sacerdozio. Parecchi confratelli erano presenti e partecipavano alla Concelebrazione. Era questa l’ultima S. Messa del P. Antonio Gallo.

            Un’ora di commossa e sofferta comunione.

 

mercoledì 7 aprile 2021

GEREMIA DI SCANNO - Il Custode pittore di Pompei.

 


                                                       GEREMIA DI SCANNO 

Nacque a Barletta il 20 maggio 1839 da Germano Di Scanno e Antonia Demetrio. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli, vinse il pensionato di pittura della provincia di Bari e quindi si recò a Firenze. Passò l’estate del 1868 recluso in una fattoria di Canosa a meditare e a dipingere. Nel 1870 ritornò in città terribilmente depresso. Nel 1876 impresse una svolta alla sua vita.

Si sposò con Teresa Ferraro e stabilì la sua dimora a Torre Annunziata in Via del Popolo al numero 103, dopo essere stato assunto come Custode degli Scavi di Pompei.

Il 12 luglio 1877 nacque suo figlio Alfredo, dichiarato all’anagrafe di Torre Annunziata il 14 luglio col nome completo di Alfredo Arturo Ascanio Vincenzo divenuto anch’esso personaggio culturale e sociale di altissimo profilo, morto il 2 aprile del 1921, a soli 45 anni, in seguito a una grave infezione subita in servizio mentre era Pretore a Nocera Inferiore.

https://www.blogger.com/blog/post/edit/2246015680318354585/5254186531139022547

Geremia, in base alla notevole bravura artistica di cui disponeva, divenne disegnatore degli scavi di Pompei e qui acquisì una grandissima notorietà, perché le sue riproduzioni erano perfette quanto gli originali.

Per l'amministrazione degli scavi di Pompei, eseguì copie di affreschi e rilievi delle nuove scoperte, collaborando anche alle pubblicazioni sul tema.

Tale attività sollecitò nell’artista l’interesse per i soggetti neo-pompeiani, che da quel momento si affiancarono ai paesaggi e alle scene di genere. In stile pompeiano realizzò anche decorazioni d’interni tra cui la sala del Consiglio Comunale di Roma, la Villa di Achille a Corfù e alcuni ambienti del Museo De Prisco in Boscoreale.

Degli scavi di Pompei diventò poi Ispettore.
Geremia Di Scanno espose in diverse città: a Milano, Firenze, Torino, Napoli. Numerosi sono i paesaggi pugliesi da lui dipinti, tra i quali ricorderemo La campagna di Canne, Le rive dell’Ofanto, Tramonto sull’Ofanto.

Famose sono anche le tele: Il sabato dei poveri, Una lettera di dolore, Un convalescente.

Un altro figlio di Geremia fu Vittorio Di Scanno, nato nel 1882, che seguì le orme del padre nella pittura di paesaggio presentando alle mostre napoletane di inizio secolo marine e vedute (1906, Scogli sulla marina di Portici e Impressioni malinconiche).

Geremia Di Scanno morì a Barletta il 14 gennaio 1907.

La città di Barletta gli dedicò una lapide su corso Garibaldi e una importantissima strada, quella che da piazza Aldo Moro giunge fino a piazza Federico II di Svevia.

venerdì 2 aprile 2021

ALFREDO DI SCANNO-Il Letterato Magistrato.

 


Alfredo Di Scanno nacque a Torre Annunziata il 12 luglio 1876, da Geremia e da Teresa Ferraro, in via del Popolo numero 103.

Il padre Geremia Di Scanno, stabilitosi a Torre Annunziata dopo il matrimonio, fu un celebre pittore dopo essere stato dapprima custode degli scavi di Pompei di cui riprodusse le antiche pitture conservando così tesori dell’arte pompeiana e acquisendo ampia fama.

Successivamente venne nominato Ispettore ai Monumenti degli scavi.

 Il Museo di Napoli possiede migliaia di lavori del pittore Prof. Geremia Di Scanno.

Alfredo Di Scanno fin da ragazzo mostrò spiccate attitudini per la letteratura. Studiò medicina per cinque anni ed avendo contratto una malattia che lo tenne per sei anni tra la vita e la morte, fu costretto a lasciare la medicina ed iscriversi alla facoltà di legge. Concorse in magistratura e fu Vice Pretore a Napoli, Sostituto Procuratore del Re a Salerno e Pretore prima a Cassino e poi a Nocera Inferiore ove morì il 2 aprile 1921 in seguito a malattia contratta in servizio.

Collaborò in molti giornali e riviste, tra cui ”Il Marzocco”, “Il Fanfulla della Domenica”, “Scienza e Diletto”, “Rivista Novissima”, “Il Giorno di Serrao”, “La Capitale”, “Il Rinnovamento”, “L’Artista Moderno”.

Pubblicò alcuni libri di cui ancora oggi si conservano le memorie: “Poesia di ieri e poesia di oggi”, “Sottil Vena”, “Mitis Aura”, “L’Arte decorativa della VI Esposizione Internazionale di Venezia”. 

Con “Poesia di ieri e poesia di oggi”, edito a Napoli dalla “Società Anonima Cooperativa”, Alfredo affronta il tema della poesia in modo autorevole ma senza essere pesante nella divulgazione del suo pensiero, evidenziando le caratteristiche del tema rapportato in due tempi distinti, quello della poesia dei Del dolore, inaugurata dal Parini per finire a quella del D’Annunzio.

Lo scorrimento dei brani fu espresso con concetti giusti, forma accurata, conoscenza e amore per l’argomento. 

In “Mitis Aura”, edito dalla “Società Tipografica Editrice Barese” Alfredo Di Scanno riuscì ad emozionare i lettori con i ricordi delle origini pugliesi della sua famiglia, descrivendone i paesaggi e le bellezze che aveva assorbito nei suoi anni giovanili quando faceva spesso ritorno in quei luoghi di vacanza.


Don Luigi Bellomo, il cuore del tifo torrese.

*Un tributo a Luigi Bellomo:  il cuore del tifo torrese* Torre Annunziata perse uno dei suoi pilastri sportivi e cittadini con la scomparsa ...