Nacque a Barletta il 20 maggio 1839 da Germano Di Scanno e
Antonia Demetrio. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli,
vinse il pensionato di pittura della provincia di Bari e quindi si recò a
Firenze. Passò l’estate del 1868 recluso in una fattoria di Canosa a meditare e
a dipingere. Nel 1870 ritornò in città terribilmente depresso. Nel 1876 impresse
una svolta alla sua vita.
Si sposò con Teresa Ferraro e stabilì la sua dimora a Torre
Annunziata in Via del Popolo al numero 103, dopo essere stato assunto come
Custode degli Scavi di Pompei.
Il 12 luglio 1877 nacque suo figlio Alfredo, dichiarato all’anagrafe di Torre Annunziata il 14 luglio col nome completo di Alfredo Arturo Ascanio Vincenzo divenuto anch’esso personaggio culturale e sociale di altissimo profilo, morto il 2 aprile del 1921, a soli 45 anni, in seguito a una grave infezione subita in servizio mentre era Pretore a Nocera Inferiore.
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Geremia, in base alla notevole bravura artistica di cui
disponeva, divenne disegnatore degli scavi di Pompei e qui acquisì una
grandissima notorietà, perché le sue riproduzioni erano perfette quanto gli
originali.
Per l'amministrazione degli scavi di Pompei, eseguì copie di
affreschi e rilievi delle nuove scoperte, collaborando anche alle pubblicazioni
sul tema.
Tale attività sollecitò nell’artista l’interesse per i
soggetti neo-pompeiani, che da quel momento si affiancarono ai paesaggi e alle
scene di genere. In stile pompeiano realizzò anche decorazioni d’interni
tra cui la sala del Consiglio Comunale di Roma, la Villa di Achille a Corfù e
alcuni ambienti del Museo De Prisco in Boscoreale.
Degli scavi di Pompei diventò poi Ispettore.
Geremia Di Scanno espose in diverse città: a
Milano, Firenze, Torino, Napoli. Numerosi sono i paesaggi pugliesi da lui
dipinti, tra i quali ricorderemo La campagna di Canne, Le rive dell’Ofanto,
Tramonto sull’Ofanto.
Famose sono anche le tele: Il sabato dei poveri, Una lettera
di dolore, Un convalescente.
Un altro figlio di Geremia fu Vittorio Di Scanno, nato nel
1882, che seguì le orme del padre nella pittura di paesaggio presentando alle
mostre napoletane di inizio secolo marine e vedute (1906, Scogli sulla marina
di Portici e Impressioni malinconiche).
Geremia Di Scanno morì a Barletta il 14 gennaio 1907.
La città di Barletta gli dedicò una lapide su corso Garibaldi
e una importantissima strada, quella che da piazza Aldo Moro giunge fino a
piazza Federico II di Svevia.
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