sabato 26 giugno 2021

MARIO CERRATO- Il barbiere ciclista

 




Il ricordo e il dolore per la scomparsa di una cara persona ci riporta al 27 giugno 2020 con la dipartita di Mario Cerrato, barbiere di professione.

Mario esercitava l'attività nello storico locale situato al Corso Umberto 167 e che fu di Giovanni Forlone, il notissimo "don Giovanni" che ha esercitato anch'egli la professione fino alla sua scomparsa, avvenuta negli Anni Novanta.

Mario era stato per tanti anni l'aiutante di don Giovanni, rilevando e proseguendo il nobile mestiere fino ai nostri anni, praticamente fino al 2019.

Proprio in quell'anno Mario aveva chiuso i battenti avendo raggiunto l'età pensionabile e aveva deciso di dedicare a se stesso il meritato riposo.

Nei ricordi della ultradecennale attività rimangono le belle immagini di una persona solare e piacevole al colloquio, prerogativa inderogabile della categoria, ma che Mario esprimeva con tatto e naturalezza.

Interminabili le discussioni quando tra le attese di uno shampoo o il taglio della barba si parlava del Savoia, di cui era tifosissimo, e del Napoli.

Emblema caratteristico del salone un simpatico mezzo busto di cavallo posizionato sulla poltrona riservata ai giovanissimi per il taglio dei capelli. 

Dopo la sua scomparsa tale "reliquie" venne trasferita a Fano nell'attività di salone del genero di don Mario.  

Appassionato ciclista, era solito notarlo in giro con la sua inseparabile bici per qualche uscita , anche lunga e impegnativa. 

Con la scomparsa di Mario Cerrato un altro personaggio storico ha lasciato più povera questa città che ha vissuto dei momenti tragici ma che ha anche saputo resistere grazie a personaggi umili, lavoratori onesti, che con il loro senso del dovere e alla loro passione hanno saputo infondere bontà e fiducia nella comunità, aiutandola a crescere. 

Mario Cerrato è stato senz'altro tra quei personaggi che meritano di essere ricordati nel tempo.

RENATO GHEZZI - IL SOGNO DEL BAR

 

BAR GHEZZI- 2012- FOTO INTERNET


Renato Ghezzi nacque a Rho il 27 febbraio 1916.
Una carriera da calciatore di buon livello tra la serie B e la serie C, in piazze importanti come Casale, Brescia, Alessandria e Gladiator negli Anni Trenta e Quaranta arricchiti di ottime prestazione nel suo ruolo di attaccante.



L'approdo a Torre Annunziata avvenne nel 1946 nelle fila della Torrese nel campionato di Serie B, Giroce C, dove assieme a Eugenio Calleri, Ercole Castaldo e Secondo Rossi formano un attacco invidiato dalle migliori squadre e disputano un campionato straordinario, fermato nella sua corsa alla conquista della serie A dall'arbitro Fois di Roma nel famoso incontro tra la Torrese e la Salernitana.
Ma questa è un'altra storia.
Ritorniamo ad occuparci del nostro Renato Ghezzi.   
Al termine della sua avventura a Torre Annunziata si contano 57 partite giocate e 17 reti per il nostro attaccante.
Fu allora che decise di rimanere qui ed realizzare il sogno di intraprendere un'attività in uan Torre che lo aveva accolto come un campione e ne aveva applaudito le prestazioni e la professionalità.
Volle aprire un bar caffetteria proprio nei pressi della chiesa dello Spirito Santo, sul corso principale della città.
La sua intuizione ebbe grosso successo e nel corso degli anni divenne non solo il punto di ritrovo dei tifosi savoiardi, ma anche dei tanti lavoratori e operai della nostra città che dopo una dura giornata di lavoro sono alla ricerca di un luogo dopo poter trascorrere con gli amici il resto della serata seduti davanti a un tavolino e un mazzo di carte, potendo usufruire di una sala molto ben capiente situata all'estremità dell'ampio locale di ingresso.
Ricordi di gioventù mi riportano al 1975 quando verso le 18 entravo dalla porta principale e mi portavo in sala gioco, mi prendevo una sedia, un gelato dal bancone da Renato e mi accomodavo a fianco di mio padre intento a giocare la sua partitina con gli amici nel mentre arrivava mio zio Salvatore che mi ordinava di prendere un altro gelato altrimenti si offendeva!     
Momenti irrepetibili ed emozionanti solo a pensarci.
Più o meno in quel periodo avvenne il cambio di gestione e l'addio del mitico Renato.
Ancora nel 2005 circa, altro cambio di proprietario con l'arrivo di Gerardo Fiorillo che con una serie di belle iniziative riesce a riqualificare l'attività.
Il proliferare dei locali addetti a bar e caffetteria, la progressiva perdita di abitanti, gli alti costi di gestione diventarono un macigno insostenibile per la continuazione dell'attività.
Gerardo Fiorillo si arrese davanti agli enormi problemi finanziari e chiuse i battenti quel 26 giugno del 2019, mortificato e ferito per tutte le promesse cui la città e l'amministrazione non seppero mantenere nei suoi confronti.
Un'altra gloriosa attività chiuse le porte in una Torre che oggi conta decine e decine di locali chiusi, vuoti, destinati all'abbandono se non si inverte la rotta, partendo dall'incentivazione e la riqualificazione di  gran parte della zona meridionale  della città.


 

lunedì 14 giugno 2021

Luigi Amoruso: il figlio di "Ciccio ò ponte" e quel 15 giugno 1979...

 15 giugno 1979-



Ricordiamo un fatto di cronaca che fece enorme scalpore nella nostra zona e di cui rimasi molto colpito in quanto, lavorando nella fabbrica del ghiaccio, ero solito portarmi presso i "ponti" dove una volta si faceva il mercato per il rifornimento del ghiaccio agli operatori commerciali.
Alle 3.30 del mattino venne rapito il commerciante di prodotti ittici, figlio di "Ciccio o' ponte".
Venne liberato dai suoi rapitori dopo un paio di settimane dopo il pagamento di una cospicua somma.
Si ritornò a parlare di rapimenti dopo decenni.
Era dai tempi dei briganti che non si assisteva ad un'azione odiosa come questa.
Furono giorni di grande apprensione ma alla fine Luigi, 42 anni, sposato e padre di tre figli, riuscì a ritornare alla sua famiglia.




I box del mercato del pesce a Torre Annunziata ormai desolatamente chiusi da anni.
Il primo nella foto era quello di "Ciccio O Ponte", famiglia Amoruso.
A seguire, tra quelli che ricordo, Gallo, Nociglio, Pagano. 



mercoledì 9 giugno 2021

Lugi Perfetto- Un signore d'altri tempi...

 


Il professor Luigi Perfetto è stato un personaggio molto importante di Torre Annunziata.

Ha ricoperto ruoli politici e scolastici grazie alle sue inesauribili risorse ed entusiasmo, doti e capacità che riusciva a trasmetterle a quanti ebbero la fortuna di conoscerlo e frequentarlo.

Durante il primo mandato della giunta presieduta dal sindaco Franco Maria Cucolo (1995-2000) è stato Assessore allo Sport, alla Pubblica Istruzione, Commercio e Polizia Urbana, facendo parte del partito Pds.

Ha ricoperto diversi incarichi come dirigente scolastico, l’ultimo dei quali al II Circolo Didattico "Giancarlo Siani" di Torre Annunziata, dove era molto apprezzato da studenti e docenti.

Lo ricorda con queste parole il dottor Giuseppe Raiola, Assessore alla Pubblica Istruzione, colui che promosse l’iniziativa di organizzare un premio a livello culturale intitolato alla sua memoria:

“Era l’amico di tutti, colui che nel corso della sua vita, oltre a ricoprire diversi ruoli di notevole importanza nel campo scolastico, si è impegnato anche ad assumere incarichi di rilievo nell’Amministrazione Comunale, rivestendo cariche importanti e di non facile gestione. Luigi era un uomo di inesauribili risorse, proteso sempre verso gli altri sia come politico, sia come docente e poi dirigente, trasmettendo con grande semplicità, i suoi valori morali ed umani.”

Luigi Perfetto aveva subito un trapianto di fegato dalla quale sembrava essersi ripreso.

Nel corso dei mesi successivi le sue condizioni di salute erano tornate ad aggravarsi fino a quel 10 giugno 2010.

I funerali si svolsero l’11 giugno alle ore 15.00 nella chiesa in piazza Ernesto Cesaro.

Presenti alla funzione migliaia di persone per l’ultimo saluto al professore, con in testa tutto il mondo della scuola e della società civile, i dirigenti dei tre circoli didattici, gli insegnati del II Circolo di via Tagliamonte e di tante altre scuole torresi, alunni e genitori, politici ed amministratori, guidata dal sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita.

Grande il dolore per la moglie, la professoressa Anna Mercurio, e per i figli Roberto e Valerio.

martedì 1 giugno 2021

Don Raffaele Scauda e la Madonna del Buon Consiglio-

 

Don Raffaele Scauda 

Avevano entrambi 36 anni Pasquale Scauda e Teresa Grillo, coniugi domiciliati in Via del Popolo al numero 119 di Torre Annunziata, quando dichiararono la nascita di Raffaele, il 15 novembre 1872 alle ore 23, nella cittadina torrese.
Il piccolo Raffaele venne battezzato nella chiesa della Madonna della Neve e, si ricorda, la sua prima predica si svolse proprio nella chiesa torrese.

Raffaele iniziò il suo ministero sacerdotale e già in giovanissima età venne ordinato sacerdote.

Nel 1899, a 27 anni, andò a stabilirsi 1899 nella vicinissima contrada Leopardi, portando da casa sua un quadro della Madonna del Buon Consiglio.

Il suo sogno era di costruire una chiesa in onore della Vergine del Buon Consiglio, con  le donazioni della popolazione.

Di grande aiuto fu la benevolenza di alcuni contadini che regalarono un pezzo di terreno.

Con la devozione dei pochi abitanti della zona, iniziò la costruzione sulla via Nazionale, e successivamente si ingrandì grazie alle numerose offerte e contributi dei fedeli, oltre che delle nobili famiglie della zona.

La chiesa venne inaugurata nel 1906 e divenne centro di vita e di fede religiosa per quella zona che da allora cominciò a svilupparsi.

Animato da ardente spirito apostolico e dal desiderio di erigere una chiesa sempre più grande e maestosa, egli andò per ogni dove diffondendo la parola e raccogliendo offerte in denaro, avendo intorno a sé i generosi abitanti del luogo e soprattutto la buona marchesa Eleonora De Cillis-Carafa d’Andria; dando per primo l’esempio, trasportò pietre e calcina con la carriola, imitato da giovani e ragazzi che si prestavano volontariamente. 
Dopo ben sette anni, il 2 Dicembre 1926, poté vedere la sua nuova chiesa consacrata dal card. Ascalesi. 

Accanto a questa, emulo e amico di Bartolo Longo, avendo sempre al suo fianco come benefattrice e collaboratrice la De Cillis che capeggiava un comitato per la raccolta del denaro, volle costruire un orfanotrofio che fu affidato a delle suore e accolse numerose fanciulle, educandole allo studio e al lavoro. 

Devoti e pellegrini, informati a mezzo del periodico” Nuovo Trionfo” venivano da ogni parte incoraggiando con offerte in denaro la pia istituzione, mentre altri inviavano da ogni posto del mondo. 

Sopravvenuta la II Guerra Mondiale, il 15 settembre 1943 un bombardamento anglo-americano distrusse tutto il complesso e don Scauda, rimasto senza tetto con le sue orfanelle e suore, fu accolto con la sua comunità nella villetta della benemerita marchesa.
Poi, forte e tenace come sempre, ricominciò la sua peregrinazione presso le famiglie e i commercianti di Torre del Greco e presso le Autorità politiche per ottenere gli aiuti necessari per la ricostruzione.
Con la carità dei benefattori e l’intervento dello Stato poté rifare, in meno di due anni e in forme più ampie, le sue opere.

Si completarono i lavori e le opere benefiche fiorirono sempre di più.

Il 21 settembre 1947, con decreto del Capitolo Vaticano, la Madonna era solennemente incoronata dal card. Ascalesi e la chiesa prendeva il titolo di Santuario.

Grazie all’intervento di illustri personalità e all’azione del coadiutore rev. Giovanni Borrelli, si costruirono nuovi dormitori, laboratori e un attrezzato reparto di biancheria e camiceria per la qualificazione delle orfane, si organizzarono mostre di lavori; l'asilo e le scuole primarie raggiunsero il massimo sviluppo.
A tutto ciò si aggiunse una Scuola di Avviamento Professionale Femminile a tipo industriale.

Un'intera vita spesa alla cura e al servizio dei più piccoli e dei più bisognosi, che ha amato e prediletto sino al giorno della morte.

L’Apostolo della carità moriva il 2 giugno 1961 alla veneranda età di 89 anni, rimpianto da tutto il popolo torrese e, dopo solenni funerali alla presenza di Autorità civili, politiche e religiose, veniva sepolto, per concessione straordinaria, nel suo Santuario.

Il Santuario di don Scauda è lì, alto e solenne, sulla Nazionale, ex Strada Regia per le Calabrie: centro di una contrada fattasi popolosa, con la sua chiara facciata e il suo snello campanile.
Ampio e luminoso, diremo anche moderno, l’interno con le sue tre navate, il grande altare su cui troneggia il venerato quadro della Madonna, e con la saletta della tomba del Fondatore. Già funzionante da parrocchia sostituendo quella dell’Assunta al Palazzone, è stata ufficialmente eretta Parrocchia il 7 Gennaio 1984.  E tutt’intorno sono gli edifici con le sale per le attività parrocchiali.

Il 10 dicembre 2020, presso la Cappella dell'Episcopio in via Largo Donnaregina, a Napoli, si aprì la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione di don Raffaele.
A presiedere la Liturgia, il Cardinale metropolita di Napoli, Crescenzio Sepe, presidente del processo di beatificazione.

Le parole dell’allora sindaco di Torre del Greco risuonano ancora oggi come un segnale forte di riconoscenza e ringraziamento per l’opera di don Raffaele Scauda.

Disse Giovanni Palomba:

"Un momento unico e di singolare privilegio per la nostra città. Dopo la santificazione di Vincenzo Romano, Torre del Greco ha iniziato, oggi, un nuovo percorso in attesa di vedere elevato agli onori degli altari un altro suo figlio. L'evento di questa mattina, deve rappresentare per tutti i torresi un'occasione di felicità e di gioia, nel buio di un momento epocale senza precedenti".


*Le notizie sulla nascita sono state ritrovate dallo scrivente all'Archivio Storico-

*Grazie a Torreomnia.it da cui ho estratto notizie della vita di Don Raffaele-


Don Luigi Bellomo, il cuore del tifo torrese.

*Un tributo a Luigi Bellomo:  il cuore del tifo torrese* Torre Annunziata perse uno dei suoi pilastri sportivi e cittadini con la scomparsa ...