lunedì 27 settembre 2021

VINCENZO ROCCO- Il Tenente d'acciaio.

 






ROCCO Vincenzo, figlio di Gabriele e di Luigia Valenti, nacque a Torre Annunziata di Napoli il 27 settembre 1893.


Iniziato gli studi presso la Scuola professionale “Alessandro Volta” di Napoli, nel 1913 venne chiamato alle armi per svolgere il servizio di leva.

Dopo pochi mesi di prestazione venne introdotto al corso allievi ufficiali di complemento presso l’81°
reggimento di fanteria della brigata “Torino”.

Con la dichiarazione di guerra all’Austria del maggio
1915, conseguita la nomina a sottotenente nel mese di luglio, venne assegnato al 2° reggimento
della brigata “Granatieri di Sardegna” che raggiunse in zona di operazioni sul basso Isonzo presso Monfalcone. 

Successivamente, ai primi di novembre del 1915, seguì il reggimento sulle trincee di Oslavia prendendo parte ai combattimenti per il possesso della “quota 188”, nella terza battaglia dell’Isonzo, durante la quale i granatieri ebbero a combattere con valore e coraggio.
Il successivo 21 novembre, durante l’attacco al Monte Sabotino, dopo aver raggiunto una posizione
avanzata sottoposta a violento fuoco di fucileria e armi automatiche, era rimasto come unico ufficiale del
reparto e assunse il comando dei reparti,    organizzando  la  difesa  della  posizione  nonostante  i violenti e ininterrotti contrattacchi austriaci.

Per questo condotta eroica gli venne assegnata la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

Con tale atteggiamento di audacia e ardimento combatté nel mese di agosto 1916 nella sesta battaglia dell’Isonzo nel Vallone carsico.

Durante questo combattimento il suo comandante di compagnia rimase ferito e Vincenzo Rocco, assunse il comando della compagnia nel momento decisivo della battaglia conducendo i suoi uomini all’obiettivo che gli era stato assegnato.

Anche in questa occasione venne di nuovo decorato con una Medaglia di Bronzo al Valore.

In questa continua esaltazione di dimostrazioni valorose e coraggiose venne investito del grado di Sottotenente in servizio permanente e promosso Tenente nel febbraio del 1917.

Pochi mesi dopo prese parte alla decima battaglia dell’Isonzo.
Il mattino del 24 maggio i granatieri si lanciarono all’attacco per la conquista delle quote che davano verso Selo sul Carso. 
In serata gli indomiti austriaci ritornarono sulle quote perse, riuscendo a riconquistare alcune posizioni tra qui l’ambita “quota 241”. 
Nell’estremo tentativo di rinforzare il reggimento per una riconquista italiana, venne inviata in quella zona l’11^ Compagnia comandata dal Tenente Rocco.

Trovatosi in inferiorità numerica e resosi conto della disperata situazione tattica in cui si ritrovarono le truppe italiane, non avendo via di scampo, decise di resistere sul posto sino all’estremo sacrificio.

Benché più volte ferito, continuò fino alla fine, con abnegazione e ammirevole sangue freddo, ad incitare i suoi uomini a non cedere nessun passo.
Infine, colpito a morte, Vincenzo Rocco cadde sul campo di battaglia dell’Altipiano Carsico.

Era il 24 maggio 1917.


Con decreto legge del 22 novembre 1917 gli venne concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

 

“Medaglia d'oro al valor militare

Tenente (Granatieri, 11a compagnia 2° reggimento "Granatieri di Sardegna”)

Data del conferimento: 22/11/1917

Alla memoria

MOTIVAZIONE:

Costante e fulgido esempio di slancio, di coraggio e di calma, al comando di una compagnia circondata da ingenti forze nemiche, più volte ferito, non desisteva dal rincuorare i suoi pochi superstiti alla resistenza ad ogni costo, tenendo salda la posizione affidatagli, finché, colpito a morte, cadde sul terreno che non aveva voluto cedere di un palmo.

 Altipiano Carsico, 24 maggio 1917.”

 

Nel maggio del 1922 le autorità di Torre Annunziata organizzarono in città la Festa dello Statuto in cui, tra le altre iniziative intraprese per l’occasione, furono ricordate quelle figure che diedero la vita per la Patria.

Prima ad essere decorata con Medaglia d’Argento fu la famiglia del Cav. Rocco, in memoria del figlio Vincenzo, valoroso ed eroico ufficiale dei Granatieri.

Il Generale Gajani appuntò la Medaglia al petto della madre del defunto Tenente, ancora in lutto dopo cinque anni dalla tragedia. La signora pianse, e piansero tutti i presenti, per la commozione.

Il 25 gennaio 1929 la città di Torre Annunziata volle ricordare nel tempo la figura del suo eroico figlio con una lapide commemorativa posta sotto la casa natia, alla presenza del padre e della madre del grande uomo.

Vennero ad onorarne la memoria le principali autorità civili e militari, giunte anche da Napoli, oltre ad appartenenti all’Associazione dei Granatieri, seguiti da una immensa folla che gremiva con la propria affettuosa presenza il Corso principale della città.

Il 28 marzo 1961, inoltre, l’Amministrazione comunale di Torre Annunziata intitolò al Tenente Vincenzo Rocco una strada cittadina.

In memoria del Tenente Vincenzo Rocco.




giovedì 23 settembre 2021

Capitano Amedeo Arpaia- l'Eroe di Cefalonia

 

Il capitano Amedeo Arpaia e il tenente Antonio Ferrari, del 3° gruppo contraerea; Arpaia comanda la seconda batteria, a San Teodoro, detta «dei filosofi». Archivio Renzo Apollonio.



Sono trascorsi 78 anni da quei terribili giorni ricordati dalla storia come “L’eccidio di Cefalonia”, la cittadina greca in cui trovò eroica morte il nostro indimenticato concittadino Capitano Amedeo Arpaia, Comandante la II^ Batteria del Terzo Gruppo divisione “Acqui”.

Il Capitano Amedeo Arpaia nacque a Torre Annunziata il 3 febbraio 1908.

Nell’atto finale della sua missione in Grecia fu uno tra i più decisi avversari dei tedeschi come dimostrò nei numerosi episodi che sono ricordati nel tempo e nonostante i bombardamenti che colpivano la sua zona di competenza con morti e distruzioni senza sosta, con grande eroismo riusciva ad infliggere ai nemici numerosi perdite.

Dopo essere stato catturato con i suoi artiglieri, evento avvenuto la sera del 21 settembre 1943, consegnò spontaneamente l’orologio al tedesco che cercava di toglierlo dal suo braccio e distribuì ai soldati due pacchetti di sigarette.

Era il segnale della fine.    

La notte del 24 settembre fu visto nel cortile raggiungere i suoi soldati ed accarezzarli e confortarli uno ad uno.

Caricato su una autocarretta assieme ad altri ufficiali vennero tutti avviati verso la “casetta rossa” , tragico luogo di fucilazione gestito dai nazisti, dove furono fucilati.

Il Capitano Amedeo Arpaia fu decorato con Medaglia di Bronzo.

Torre Annunziata e la sua Amministrazione guidata dal Sindaco Pasquale Monaco scoprirono una lapide in suo onore il 28 aprile 1946, mentre nel 1975 venne ricordata la sua figura e onorato con una Medaglia d’Oro consegnata ai familiari.  

                                           Lapide commemorativa a Torre Annunziata


domenica 12 settembre 2021

Ernesto Cesaro- Il Genio matematico

                                                           


                                                               Ernesto Cesaro

Il Genio matematico



La scomparsa del grande Maestro a Torre Annunziata il 12 settembre 1906-





Ernesto Cesaro nacque in via Medina a Napoli il 12 marzo 1859.

I genitori, Luigi e Fortuna Nunziante vi si erano trasferiti provenienti da Torre Annunziata dove, tra l’altro, Luigi Nunziante era stato sindaco della città oplontina dal 18 settembre 1848 al 9 aprile 1850.

Dopo aver condotto i primi anni di studi al convitto di Napoli seguirono due anni di seminario a Nola ma dopo i non eccelsi risultati scolastici e la scarsa propensione agli studi religiosi classici il padre lo incoraggiò a proseguire il suo percorso formativo a Liegi dove lo aspettava Giuseppe, suo fratello maggiore.

Nonostante le formi di conoscenza e apprendimento fossero sviluppate in maniera talmente straordinarie nelle interrogazioni di carattere matematico, venne fortemente penalizzato a causa di diversi intoppi burocratici, come la mancanza di un diploma.

Furono anni di grandi spostamenti tra Liegi, Parigi e Napoli, sempre immerso in studi, formule e ricerche che, pubblicate negli anni a seguire, sarebbero risultate indelebili nella storia della scienza matematica.

Alla morte del padre, avvenuta nel 1879, seguirono anni di grandi difficoltà economiche anche per il disperdersi del patrimonio familiare causato da fallimenti commerciali di ditte con i quali i Cesaro erano esposti.

Altro passo importante avvenne nel 1882 quando sposò sua nipote Angela Cesaro.

Fondamentale fu l’interessamento di Nicola Salvatore Dino, altro illustre Maestro torrese, per avergli fatto elargire l’aiuto sotto forma di sussidio dal Comune di Torre Annunziata, a cui ne seguì un altro due anni dopo, permettendogli di proseguire gli studi.

Nel 1886 insegnò all’Università di Palermo per cinque anni dopo aver vinto il concorso per la cattedra in algebra superiore, e l’anno successivo, riconosciuto l’enorme mole di lavoro redatto e le straordinarie capacità formative gli venne conferita la laurea “ad honorem” dall’Università di Roma, con il consenso del Ministro De Santis.

Nel 1891 fu trasferito alla cattedra di calcolo infinitesimale dell'università di Napoli insegnando, inoltre, l'analisi superiore e poi le matematiche superiori.

Arriviamo al 1906, l’anno della tragedia.

Il 19 agosto di quell’anno Ernesto ottenne il trasferimento all'università di Bologna come professore di meccanica razionale.

Ma a Bologna non andò mai.

Il 12 settembre 1906, a Torre Annunziata, mentre con la famiglia si era recato al mare, morì annegato dopo aver battuto la testa contro un palo del sostegno della palafitta, nel tentativo di soccorrere il figlio Manlio, di 17 anni, che rimase travolto dalle onde.

Morì così a soli 47 anni, lasciando moglie e sette figli, con pochi mezzi per vivere perché gli mancavano ancora due mesi per avere venti anni di servizio statale ed ottenere di diritto la pensione.

Furono intraprese numerose iniziative per dare aiuto economico ai familiari.

L’On. Alessandro Guarracino, deputato di Torre Annunziata, si adoperò in Parlamento e dopo pochi mesi alla vedova arrivò la pensione.

Le manifestazioni di benevolenza verso l’illustre Maestro furono numerose e commoventi a Torre Annunziata.

Dapprima venne affissa una lapide in quella piazza dei Comizi, che poi sarebbe diventata Piazza Ernesto Cesaro, e poi un busto venne fatto ereggere nel cimitero cittadino con l’iniziativa dell’Avvocato Francesco Manfredi.

   Cosa potremmo aggiungere, oltre quello che è già stato scritto con fiumi di parole, sulla figura del grande Maestro? 

Tralasciando gli innumerevoli premi, cattedre e concorsi vinti in Italia e nel mondo, vogliamo ricordare Ernesto Cesaro per quello che era anche fuori dalle scuole e accademie.

 

Un padre esemplare.

 

Anche la sua morte lo testimonia.

Quello che accadde sulla spiaggia di Torre Annunziata in quel terribile 12 settembre del 1906, ci racconta la grandezza dell’uomo che, sprezzante del pericolo, si lanciò tra le onde del mare appena ebbe sentore delle urla di aiuto del figlio.

Vennero estratti entrambi cadaveri, riportati a galla da alcuni soccorritori, tra lo sgomento della signora Angela, moglie e madre dei due sventurati. 

                                                                                          




mercoledì 8 settembre 2021

TORRE IN FESTA! Le serate della musica coi complessi torresi del 1968!

 

                              "I Posteri", per gentile concessione di Pasquale Castellano


Si svolse in concomitanza con l’arrivo delle feste natalizie del 1968 il III° Festival dei Complessi di Musica Leggera organizzato dall’Oratorio Salesiano, eppure il ricordo di quelle serate rimase impresso per diverso tempo in città.

L’energia positiva di quei tempi esplose in un clima di allegria e partecipazione come non era mai successo prima.

Quell’anno gli organizzatori fecero le cose in grande!

Furono presentati ben dieci complessi, provenienti anche dai paesi vicini, che in tre serate intonarono la loro musica e i loro pezzi forti.

L’obiettivo era ambito da tutti: la notorietà e la Coppa messa in palio da “Il Mattino”.

Dopo due giorni di eliminatorie arrivarono alla finalissima del 21 dicembre sei complessi, scelti dalla giuria composta da esperti e da gente del pubblico, prescelta a caso tra tutti coloro che riempirono la sala del teatro in ogni ordine di posto in quei tre giorni.

Vincitori vennero proclamati il complesso de “I Posteri”!

Il gruppo, nei ricordi, era composto da Aldo, il cantante, poi da Mario il bassista e il sassofonista Giampiero.

Purtoppo Aldo è deceduto.  

Grande delusione tra i fans degli altri gruppi arrivati alle spalle dei vincitori, con gli animi che stavano pericolosamente accendendosi.

Ci vollero tutte le buone maniere, e anche qualcosa in più, di Don Bruno Gambardella per calmare gli animi.

Oltre alla Coppa de “Il Mattino” il complesso de “I Posteri” vinse anche la Coppa “Roma” per il miglior cantante, mentre i secondi e terzi classificati, “I Supersonici” e “I Solisti” dovettero accontentarsi degli applausi.

Questi tre complessi vennero ingaggiati dal Dopolavoro “Deriver” per una serata danzante che si svolse il giorno successivo alla premiazione, il 22 dicembre 1968.

Per dovere di cronaca segnaliamo anche un altro gruppo che si fece conoscere in quella occasione, “The Flowers”.

Con questa manifestazione canora Torre Annunziata salutò

l’indimenticabile 1968.

*Grazie particolare di cuore a Pasquale Castellano per le informazioni e le foto.

        

venerdì 3 settembre 2021

Festival del Cinema- Venezia chiama Torre Annunziata

 



Si svolgerà dal 1 al 11 settembre la 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Nella sezione dedicata alla “Giornata degli Autori”, giunta alla 18° edizione, che ospiterà dieci film in concorso, grande attesa per “Californie” di Alessandro Cassigoli e Casey Kaufmann, unico film italiano in competizione.

Il film narra la storia di Jamila, adolescente trasferitasi con la sua famiglia dal Marocco a Torre Annunziata.

Storia delicata e allo stesso tempo difficile, Jamila vive la sua giovinezza in perenne contrasto tra il difficile rapporto coi coetanei e la ricerca della propria identità.

Jamila è interpretata da Khadija Jaafari, scoperta dai due autori sul set di “Butterfly” mentre la giovane ragazza osservava, con sguardi curiosi e attenti, la preparazione e le scene girate sulla storia di Irma Testa.

Alessandro Cassigoli e Casey Kaufmann rimasero impressionati da quell’atteggiamento e da quegli sguardi carichi di mistero e decisero di puntare su Khadija, dandole un’opportunità e confezionando una storia che ne mettesse in luce l’ansia, la paura, l’orgoglio e la speranza, problemi comuni ai giovanissimi della sua generazione ma acuiti, in questo caso, dalla diversa etnia della protagonista.

Cassigoli e Kaufmann ritornano a proporre una storia ambientata a Torre Annunziata dopo il successo di “Butterfly”, il docufilm su Irma Testa pluripremiato nei festival italiani e internazionali, trionfatore del “Globo d’Oro” il 19 giugno 2019 a Villa Wolkosky, a Roma, come migliore documentario italiano dell’anno.

In “Californie” ci sono tutte le premesse affinché si possa ripetere il successo ottenuto con “Butterfly”.

Don Luigi Bellomo, il cuore del tifo torrese.

*Un tributo a Luigi Bellomo:  il cuore del tifo torrese* Torre Annunziata perse uno dei suoi pilastri sportivi e cittadini con la scomparsa ...