Lo arrestarono la mattina del 19 ottobre del 1896 perché non
si era presentato ai giudici che lo avevano chiamato a rispondere.
Giuseppe Avallone si rifiutò e, anzi, mandò a dire che non
poteva rispondere di cose di cui non era al corrente e che se reati furono
commessi si doveva procedere contro gli addetti comunali, non certo contro di
lui che era la massima carica, il sindaco di Torre Annunziata.
Le accuse riguardavano presunti reati commessi negli anni
dal 1891 al 1894, in cui era il sindaco, e le sue giunte vennero sciolte due
volte.
Il suo successore, il Commissario Calvino, preparò le accuse
che andavano dalla truffa, al peculato e al falso, coinvolgendo quasi tutti i
componenti dell’amministrazione, tra cui l’assessore Gambardella, e parecchi
impiegati.
Le accuse erano gravi.
Avrebbe intascato illecitamente denaro che aveva in
amministrazione per ragione d’ufficio.
Inoltre, in occasione della visita a Torre Annunziata
dell’imperatore di Germania e dei Sovrani, avrebbe ricavato alcune centinaia di
lire destinate all’evento.
Contestati ancora, altri ammanchi tra i fondi destinati allo
spazzamento, al sussidio dei poveri per le feste natalizie, e ultimo, ma forse
il capo di accusa piu’ grave, l’appropriazione di quattromila lire ai danni di
due signori del nord che avevano investito in buoni obbligazionari.
La causa fu molto lunga data la personalità dell’accusato.
Tra l’altro era imponente anche la caratura degli avvocati
difensori di Avallone: un senatore e un deputato del Regno, oltre ad altri!
Nelle sedute delle udienze era presente tanta gente che
giungevano, in particolare, da Torre Annunziata per assistere e salutare il loro
“sindaco”.
Il 28 maggio del 1901 arrivò il verdetto della Corte
d’Assise di Napoli.
Assoluzione piena!
I giurati risposero negativamente a tutte le accuse mosse
assolvendo tutti gli imputati e il buon nome dell’amministrazione
Avallone di Torre Annunziata!
Quel giorno gli uomini di Torre Annunziata furono dichiarati
innocenti, ma chi li avrebbe risarciti dei tanti giorni di carcere in cui
furono detenuti ingiustamente?
Chi avrebbe pagato per quegli errori che costrinsero Torre
Annunziata a cambiare gestione amministrativa per piu’ volte in pochi anni?
Chi avrebbe dovuto ripagare la dignità e l’onore rubato
agli imputati e a tutta la città di Torre Annunziata?
La Stampa, 30 maggio 1901 |
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