L’aumento del prezzo del grano fu causa di enorme disagio in
quell’annata.
Non potendo ancora concorrere con i nuovi sistemi di
lavorazione di paste alimentari parecchi opifici ebbero difficoltà a mantenere
il livello occupazionale, aumentando così la disoccupazione forzata di molti
operai.
In crescita le famiglie bisognose che erano costrette a
mangiare solo polenta e mais di granturco.
L’aumento del prezzo del pane fece il resto.
Il Regio Commissario Straordinario, Diodato Sansone,
autorizzò la riapertura delle cucine economiche per conto del municipio a 10
centesimi la razione.
Anche il pane prodotto dai forni per conto del municipio
veniva venduto ad 80 centesimi ma venne comprato dagli stessi rivenditori che lo
rivendettero a prezzo maggiorato.
Aumentava, tra l’altro, anche il numero della forza pubblica
in città per timore di scontri.
E non sbagliavano.
L’assalto al mulino “Scafa e soci” fu il naturale evolversi,
in senso negativo, della difficile situazione in città.
Ingenti i danni, contenuti sempre per la numerosa presenza
di forza pubblica allocata in ogni strada di Torre Annunziata.
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