Da l’Unità
del 3 Maggio 1952 di Enzo Striano:
«In
una proditoria aggressione squadrista a Torre Annunziata. Tre compagni feriti
dai d.c. a colpi di pistola e di coltello. Sparatoria dalla sezione clericale.
Nella notte scorsa, tre iscritti ai
partiti di sinistra, sono rimasti vittime di una vile e premeditata aggressione
da parte di attivisti del Partito Democristiano. Raffaele Salvi di 34 anni,
socialista, ammogliato con due figli, è tutt'ora all'ospedale Civico di Torre
Annunziata, con una grave ferita al capo, prodottagli da un tremendo colpo di
vanga; Ercole Nardotti, di 28 anni, operaio comunista, è ricoverato allo stesso
ospedale con una ferita da arma da fuoco ad un piede; Leonardo Troncato,
ventunenne, studente comunista, ha ricevuto una coltellata alla mano destra.
Ed ecco i fatti come sono stati
ricostruiti. Nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio verso le due, un gruppo
di compagni si recò in piazza Santa Teresa a tracciarvi delle scritte di
propaganda elettorale della lista democratica che ha a simbolo Garibaldi. Si
incontrò con un gruppo di attivisti democristiani intendi ad analogo lavoro, e,
per un certo tempo, i due gruppi procedettero nella loro opera senza alcuna
interferenza. Successivamente i due gruppi di separarono, ma i democristiani
presero (presente il maresciallo di pubblica sicurezza Cozzolino, che si era
recato nella zona) a cancellare e deformare le scritte tracciati dai nostri
compagni. Vi fu quindi un deciso intervento di protesta da parte dei lavoratori
presso il segretario della Democrazia Cristiana locale, professore Iapicca, il
quale assicurò che tali gesti non si sarebbero più ripetuti.
Il compagno Salvi, che rincasava
assieme a due ragazzi, fu assalito da un gruppo di attivisti democristiani, che
gli gettarono sul viso della calce - di quella adoperata per le loro scritte -
e, con un colpo di vanga, gli spaccarono il capo. L'autore del gesto criminale
è stato successivamente identificato: si tratta del pregiudicato Giovanni
Salvatore, da Torre, noto attivista della locale Azione Cattolica. Dopo la vile
aggressione al Salvi gli attivisti clericali si sono rintanati nella sede del
loro partito, che è a poca distanza dal luogo del ferimento. Numerosi cittadini
sono accorsi a prestare soccorso al ferito, che perdeva abbondantemente sangue,
quando dall'interno della sezione D. C. sono partiti, uno dopo l'altro, quattro
colpi di pistola contro i cittadini. Uno dei colpi ha raggiunto ad un piede
l'operaio Ercole Nardotti che sopravveniva in bicicletta. Erano presenti un
maresciallo del corpo di Vigilanza Notturna e due agenti di P.S..
La popolazione ha allora tentato di
fermare la mano degli aggressori prima che altri gravissimi incidenti
nascessero: un carrettino è stato spinto contro la porta della sede D. C. per
porsi al riparo dagli altri colpi di pistola che i forsennati avrebbero potuto
esplodere, e così è stato possibile raggiungere la serranda del locale e
chiudere dentro gli energumeni, in attesa dell'arrivo della forza pubblica.
Nell'interno della sezione erano, oltre agli autori dell'aggressione al Salvi,
il segretario Iapicca ed altri dirigenti dell'Azione Cattolica torrese.
Successivamente, alcuni degli
attivisti clericali, riusciti a lasciare la sede attraverso un’uscita
secondaria, si sono incontrati, mentre fuggivano, con il giovane Leonardo
Troncato, accorso con altri a soccorrere il Nardotti, ed uno di essi gli ha
vibrato una coltellata, producendogli una seria ferita alla mano destra.
Che l'aggressione fosse stata
premeditata si rileva dal fatto che il pomeriggio del 1 Maggio alcuni compagni che
si trovavano a passare nei pressi della sezione D. C. sono stati apostrofati da
un loro conoscente democristiano, tale Aniello Alessandrella, il quale li
avvertì di stare attenti, perché gli attivisti clericali avevano intenzione,
nella notte, di fare a mazzate. Due degli aggressori sono già nelle mani della
polizia: il Salvatore ed un tale Arrigo, sospetto autore del ferimento del
giovane Troncato.
Il
feritore del Nardotti è ancora latitante.»
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