Per l'ultimo post riguardante il 2017, voglio soffermarmi
sul ricordo e sul servizio, svolto in modo assolutamente encomiabile nel corso
dei decenni scorsi, dai Pompieri della Caserma di Torre Annunziata.
Si, perché, anche se tanti torresi non lo sanno oppure non
lo ricordano, anche a Torre Annunziata erano dislocati con la loro sede i
Pompieri, i moderni Vigili del Fuoco.
Ai nostri giorni, appena sentiamo l'imponente suono della
sirena del loro automezzo, ci giriamo, guardiamo, ammiriamo e facciamo il tifo
per quel gruppo di persone che, proprio in quel preciso momento, stanno
mettendo in gioco la propria vita accorrendo sul luogo dove sta consumandosi
qualcosa di devastante.
Posso solo immaginare i Pompieri che una volta erano
presenti nella nostra città.
Sicuramente avranno avuto un diverso metodo di addestramento
rispetto a quelli che operano ai nostri giorni.
Anche la preparazione all'uso dei mezzi e del loro impiego
ha subito una trasformazione completa dovuta ai nuovi metodi di insegnamento e
ai diversi materiali impiegati nei loro interventi.
Inalterata, però, è rimasta la passione con la quale si
buttavano anima e corpo nel loro compito improbo, allora più di oggi.
Ricordo, nelle mie letture, i continui incendi ai mulini e pastifici
nel corso d'inizio Novecento, praticamente uno ogni mese, piccolo o grande che
fosse, che hanno contribuito alla scomparsa dell'arte bianca da Torre
Annunziata.
Infatti, la totalità dei locali non erano dotati di servizi
antincendio e la presenza di attrezzature e materiale facilmente infiammabile,
tipo cassette di legno, carta per imballaggio, sacchi di iuta, contribuivano in
modo continuativo alla distruzione del locale o edificio che fosse.
Sono almeno una trentina gli articoli di giornali conservati
in cui si descrive e si dà notizia di un incendio di un pastificio a Torre
Annunziata.
E sono solo quelli meritevoli di menzione per la gravità del
fatto.
La loro sede era in via Eolo, di fronte al dopolavoro dello
Spolettificio, e veniva comunemente denominato "Magazzino delle
Pompe".
Questo ampio locale era parte della proprietà Cesaro.
Il grande cortile aveva diverse prerogative: serviva per le
esercitazioni e gli allenamenti e poi anche per la pulizia e la preparazione
dei mezzi che si utilizzavano per portarsi sul luogo della chiamata.
Il caporale delle guardie, don Ciccio Maresca, era il
responsabile di quel deposito fin dall'inizio del 1900, mentre il capitano
Salvatore Elia era il Comandante delle Guardie.
Dagli articoli di giornali d'epoca, il ricordo continuo
della presenza sempre pronta e attiva del Capitano Elia, presente sui luoghi
degli incendi per coordinare tutte le azioni di salvataggio e spegnimento.
Ricordiamo inoltre Salvatore Elia per essere stato anche il
padre della professoressa Olga Elia, archeologa molto nota negli anni cinquanta
del secolo scorso e di cui ci occupammo in altro post dove raccontammo una
parte della sua storia, intrisa di veleni, dispetti, e discriminazione che
minarono la carriera della valente docente.
https://tuttotorre.blogspot.it/2017/04/olga-elia-successe-tutto-per-colpa-sua.html
https://tuttotorre.blogspot.it/2017/04/olga-elia-successe-tutto-per-colpa-sua.html
Il corpo dei Pompieri spesso non bastava ad arginare il rogo
e allora venivano chiamati in aiuto la squadra della Regia Marina di
Castellammare di Stabia e, nelle situazioni disperate, si richiedeva
l'intervento delle squadre dei pompieri di Napoli che, per il loro coraggio,
suscitavano ammirazione ovunque.
Incendio Fabbrocino -Il Mattino Illustrato- 1924 |
Abbastanza nutrito era il parco macchine in gestione ai
Pompieri di Torre, anche perché la loro mansione non si limitava all’intervento
antincendio ma includeva la pulizia delle strade cittadine, tramite violenti
getti d'acqua, prelevate dalle colonnine, distanti circa duecento metri una
dall'altra.
Inoltre era loro affidato il compito della pulizia
settimanale del pavimento della Chiesa del Carmine e del sagrato antistante,
oltre alla piazza Tiglio, oggi Matteotti, sede del mercato del pesce.
Dopo la morte del Comandante Elia nel 1928, le sorti del
comando vennero provvisoriamente espletate dall'avvocato Gabriele Prisco, fino
all'arrivo del dottor Giuseppe Balzano, avvenuta nel 1936.
Il servizio antincendio andò avanti fino al termine del
1940.
Con l'istituzione del Corpo dei Vigili del Fuoco a carattere
nazionale e non più comunale, tutta le attrezzature e i macchinari vennero
ritirati dai Vigili del Fuoco di Napoli.
Il tutto venne consegnato nei locali di piazza Paolo
Morrone, ultima sede dei nostrani pompieri.
Rimasero in possesso dei nostri " Vigili Urbani"
solo due innaffiatrici, che, inesorabilmente, nel corso di pochi anni vennero
rottamate neanche dagli amministratori locali ma dal Commissario Straordinario
che, spesso, ha sostituito il Sindaco e gli amministratori locali.
Con rammarico e rassegnazione, accettammo passivamente il
trasferimento di questa importante istituzione.
Resta in noi il ricordo per la sicurezza e la volontà
ammirevole che queste persone sapevano trasmettere nell'assolvimento del loro
difficilissimo compito.
A chiusura di questo post, voglio ringraziare e fare gli
Auguri di Buon Anno 2018 a tutti gli amici che hanno seguito e seguono ancora
questo blog, che tante soddisfazione ha dato al sottoscritto, sia per la
partecipazione numerosa con cui vedo visualizzate le pagine che per i commenti
e l’interesse che si sviluppa alla pubblicazione di un post.
È l’amore per la nostra città.
Il 2017 mi ha dato la possibilità e la soddisfazione di veder
pubblicate queste notizie d’epoca della nostra Torre Annunziata nel secondo
volume “51 Racconti storici-giornalistici su Torre Annunziata”, scritto e commentato
assieme all’amico Vincenzo Marasco, storico e cultore, oramai non solo locale, a
360 gradi, grande esperto ma soprattutto, un grande amico.
Buon anno 2018 !!!
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