"IMPIANTI DERIVER.
BELLI, PURTROPPO ABBANDONATI."
"Praticare sport a Torre Annunziata diventa sempre piu' arduo.
Si ripropone , soprattutto il problema dell'insufficienza delle strutture; quelle esistenti, poi, vengono lasciate all'incuria, quando al contrario, avrebbero bisogno di un maggiore potenziamento.
E' il caso degli impianti Deriver.
Attualmente sono funzionanti un campo di calcio regolamentare (le cui condizioni sono alquanto pessime) e uno di calcetto, quest'ultimo provvisto di illuminazione.
I due campi di tennis sono, invece, da tempo inutilizzabili.
Come è noto a dover provvedere al sostentamento di questi impianti era la stessa fabbrica Deriver; da tempo impossibilitata a farlo per i grossi problemi che l'affliggono.
Neanche dal Comune, d'altro canto, come era facile prevedere, arriva alcuna sorta di contributo.
Cosi si ricorre ( prendendo a modello la ben nota arte dell'arrangiarsi) ai soli proventi dell'affitto dei campi.
Da questi , infatti , si sottrae la paga per il custode che è incaricato della cura dei campi; tutto il resto si accantona per le manutenzioni ritenute piu urgenti.
Quest'anno, poi, il maestro Cirillo, gestore dei campi da tennis, per tentare di rimetterli in sesto si è rivolto ad una banca per chiedere una sovvenzione: è fiducioso di riuscirci per dopo Natale.
E' incoraggiante, però, constatare che nonostante tutto, a dispetto delle condizioni strutturali, l'attività sportiva non rimane affatto mutilata.
Oggi a giocare sui campi Deriver troviamo il Savoia prima squadra e le altre due per gli allievi; la squadra S. Alfonso TMT che fa proprio scuola di calcio; inoltre per Natale è previsto un torneo interregionale e uno di calcetto. "
LILIANA RAFANI-
La Voce della Provincia , 8 dicembre 1991.
Questo l'articolo scelto per commentare la situazione inerente una parte degli impianti sportivi presenti nel territorio oplontino agli inizi degli anni novanta e che faceva parte di una inchiesta svolta da "La Voce della Provincia" in quell'anno.
Tanti ragazzi di oggi non hanno avuto la fortuna di vedere l'impianto Deriver in funzione con le sue molteplici attività sportive e ricreative, un vero fiore all'occhiello per l'intera città.
L'intera struttura veniva finanziata dal gruppo proprietario della stessa fabbrica che negli anni settanta e ottanta dava lavoro a migliaia di persone prima di subire la crisi siderurgica e abbandonare poi l'intera area nelle pietose condizioni in cui versa ancora adesso a distanza di diversi anni.
Ricordo, all'ingresso del cancello, subito il campo di bocce, dove i nostri nonni si dilettavano e si divertivano nelle domeniche in cui mi portavo in questa meravigliosa zona, estrema periferia torrese, metà anni settanta.
All'ingresso dell'area si notava la bellezza e l'imponenza della struttura adibita a circolo ricreativo, con le sue ampie sale illuminate dal sole che trascinava all'interno il profumo della brezza marina che lambiva il campo da calcio.
I campi sportivi e lo sport dilettantistico, assieme al circolo ricreativo era il binomio perfetto tra l'energia e la vitalità dei giovani e il riposo e la saggezza degli anziani che si ritrovavano in quelle domeniche tutti nello stesso luogo di svago.
Le partite a basket mi attraevano per la novità di vedere il pallone che centrava il canestro, il tennis sempre bello e spettacolare, addirittura la novità della pista per auto radiocomandate ma, soprattutto il campo da calcio, la mia passione domenicale in assoluto.
Proprio in quel campo giocava la prima squadra che ho seguito in casa e in trasferta, la Deriver , appunto.
Parliamo di campionati di seconda categoria dell'epoca, eppure tanti calciatori , piu' o meno importanti della nostra zona, sono passati da quel campo e da quella squadra.
Ricordo che quando si giovava in trasferta l'appuntamento era davanti al bar in Piazza Centrale, prima di arrivare alla Stazione, dove un pulmann portava la squadra assieme a me, unico tifoso in trasferta ad appena dodici anni, nei paesi della zona limitrofa, Cercola, Barra, San Giorgio, ecc...
Quanti calciatori ho visto passare in quegli anni in quella squadra e quanti di loro hanno calpestato terreni piu' prestigiosi dopo aver calpestato la terra battuta della Deriver!
Né ricorderò solo qualcuno;
l'ala imprendibile Catello Avitabile che faceva ammattire i difensori con i suoi dribbling;
Luigi Ilardi potente e agile punta esterna;
Michele e Carmine Lauretano, il primo vero attaccante mentre Carmine, il fratello giostrava a centrocampo;
il portiere Peppe Prota , con cui per diverso tempo poi ha giocato anche il fratello di cui ora mi sfugge il nome, forse Giovanni, che era un valido centrocampista;
i difensori, Gommone roccioso esterno destro, Franco Marciano mingherlino esterno sinistro, Avagliano possente centrale;
e ancora un attaccante molto bravo, Vincenzo Palumbo, figlio del proprietario del Bar Palumbo, e ancora altri ragazzi che hanno assaporato la gioia di far parte di una collettività che in quegli anni emanava un segnale molto forte di attaccamento alle origini veramente particolare, di cui si respiravano le sensazioni già prima di arrivare in Via Giovine Italia, addirittura dal superamento dei due passaggi a livello, croce e delizia di Via Terragneta, piu croce in verità...
Purtroppo anche questa oasi è scomparsa insieme al lavoro, peccato che al momento dell'abbandono da parte della "casa madre" non si sia organizzata una cooperativa che abbia potuto mantenere in piedi almeno la parte sportiva e ricreativa del progetto Deriver ma, immagino, ciò non sia stato possibile per le tremendi condizioni in cui si sono venuti a trovare i numerosi abitanti che, oltre all'area indicata, si sono visti privare anche del lavoro in fabbrica.
Inutile oggi dire o pensare di chi sia stata la colpa, sembra di ripercorrere in un nastro arrotolato tante volte le storie e vicende già viste e riviste nel secolo scorso riguardante i nostri pastifici, alla fine il risultato è sotto gli occhi di tutti noi...
Triste e avvilente...
Le tre foto in basso che seguono riguardano il cancello d'ingresso dell'area Deriver e il rudere che ospitava il circolo ricreativo, le ho realizzate personalmente lo scorso agosto.
L'ultima immagine, ripresa da Google Earth, ricorda la composizione dell'area nei suoi momenti d'oro e di cui adesso non resta che "ammirare" erba e sterpaglia...
NEL PROSSIMO POST:
LA VISITA DEL CAMPIONE DEL MONDO.
BELLI, PURTROPPO ABBANDONATI."
"Praticare sport a Torre Annunziata diventa sempre piu' arduo.
Si ripropone , soprattutto il problema dell'insufficienza delle strutture; quelle esistenti, poi, vengono lasciate all'incuria, quando al contrario, avrebbero bisogno di un maggiore potenziamento.
E' il caso degli impianti Deriver.
Attualmente sono funzionanti un campo di calcio regolamentare (le cui condizioni sono alquanto pessime) e uno di calcetto, quest'ultimo provvisto di illuminazione.
I due campi di tennis sono, invece, da tempo inutilizzabili.
Come è noto a dover provvedere al sostentamento di questi impianti era la stessa fabbrica Deriver; da tempo impossibilitata a farlo per i grossi problemi che l'affliggono.
Neanche dal Comune, d'altro canto, come era facile prevedere, arriva alcuna sorta di contributo.
Cosi si ricorre ( prendendo a modello la ben nota arte dell'arrangiarsi) ai soli proventi dell'affitto dei campi.
Da questi , infatti , si sottrae la paga per il custode che è incaricato della cura dei campi; tutto il resto si accantona per le manutenzioni ritenute piu urgenti.
Quest'anno, poi, il maestro Cirillo, gestore dei campi da tennis, per tentare di rimetterli in sesto si è rivolto ad una banca per chiedere una sovvenzione: è fiducioso di riuscirci per dopo Natale.
E' incoraggiante, però, constatare che nonostante tutto, a dispetto delle condizioni strutturali, l'attività sportiva non rimane affatto mutilata.
Oggi a giocare sui campi Deriver troviamo il Savoia prima squadra e le altre due per gli allievi; la squadra S. Alfonso TMT che fa proprio scuola di calcio; inoltre per Natale è previsto un torneo interregionale e uno di calcetto. "
LILIANA RAFANI-
La Voce della Provincia , 8 dicembre 1991.
Questo l'articolo scelto per commentare la situazione inerente una parte degli impianti sportivi presenti nel territorio oplontino agli inizi degli anni novanta e che faceva parte di una inchiesta svolta da "La Voce della Provincia" in quell'anno.
Tanti ragazzi di oggi non hanno avuto la fortuna di vedere l'impianto Deriver in funzione con le sue molteplici attività sportive e ricreative, un vero fiore all'occhiello per l'intera città.
L'intera struttura veniva finanziata dal gruppo proprietario della stessa fabbrica che negli anni settanta e ottanta dava lavoro a migliaia di persone prima di subire la crisi siderurgica e abbandonare poi l'intera area nelle pietose condizioni in cui versa ancora adesso a distanza di diversi anni.
Ricordo, all'ingresso del cancello, subito il campo di bocce, dove i nostri nonni si dilettavano e si divertivano nelle domeniche in cui mi portavo in questa meravigliosa zona, estrema periferia torrese, metà anni settanta.
All'ingresso dell'area si notava la bellezza e l'imponenza della struttura adibita a circolo ricreativo, con le sue ampie sale illuminate dal sole che trascinava all'interno il profumo della brezza marina che lambiva il campo da calcio.
I campi sportivi e lo sport dilettantistico, assieme al circolo ricreativo era il binomio perfetto tra l'energia e la vitalità dei giovani e il riposo e la saggezza degli anziani che si ritrovavano in quelle domeniche tutti nello stesso luogo di svago.
Le partite a basket mi attraevano per la novità di vedere il pallone che centrava il canestro, il tennis sempre bello e spettacolare, addirittura la novità della pista per auto radiocomandate ma, soprattutto il campo da calcio, la mia passione domenicale in assoluto.
Proprio in quel campo giocava la prima squadra che ho seguito in casa e in trasferta, la Deriver , appunto.
Parliamo di campionati di seconda categoria dell'epoca, eppure tanti calciatori , piu' o meno importanti della nostra zona, sono passati da quel campo e da quella squadra.
Ricordo che quando si giovava in trasferta l'appuntamento era davanti al bar in Piazza Centrale, prima di arrivare alla Stazione, dove un pulmann portava la squadra assieme a me, unico tifoso in trasferta ad appena dodici anni, nei paesi della zona limitrofa, Cercola, Barra, San Giorgio, ecc...
Quanti calciatori ho visto passare in quegli anni in quella squadra e quanti di loro hanno calpestato terreni piu' prestigiosi dopo aver calpestato la terra battuta della Deriver!
Né ricorderò solo qualcuno;
l'ala imprendibile Catello Avitabile che faceva ammattire i difensori con i suoi dribbling;
Luigi Ilardi potente e agile punta esterna;
Michele e Carmine Lauretano, il primo vero attaccante mentre Carmine, il fratello giostrava a centrocampo;
il portiere Peppe Prota , con cui per diverso tempo poi ha giocato anche il fratello di cui ora mi sfugge il nome, forse Giovanni, che era un valido centrocampista;
i difensori, Gommone roccioso esterno destro, Franco Marciano mingherlino esterno sinistro, Avagliano possente centrale;
e ancora un attaccante molto bravo, Vincenzo Palumbo, figlio del proprietario del Bar Palumbo, e ancora altri ragazzi che hanno assaporato la gioia di far parte di una collettività che in quegli anni emanava un segnale molto forte di attaccamento alle origini veramente particolare, di cui si respiravano le sensazioni già prima di arrivare in Via Giovine Italia, addirittura dal superamento dei due passaggi a livello, croce e delizia di Via Terragneta, piu croce in verità...
Purtroppo anche questa oasi è scomparsa insieme al lavoro, peccato che al momento dell'abbandono da parte della "casa madre" non si sia organizzata una cooperativa che abbia potuto mantenere in piedi almeno la parte sportiva e ricreativa del progetto Deriver ma, immagino, ciò non sia stato possibile per le tremendi condizioni in cui si sono venuti a trovare i numerosi abitanti che, oltre all'area indicata, si sono visti privare anche del lavoro in fabbrica.
Inutile oggi dire o pensare di chi sia stata la colpa, sembra di ripercorrere in un nastro arrotolato tante volte le storie e vicende già viste e riviste nel secolo scorso riguardante i nostri pastifici, alla fine il risultato è sotto gli occhi di tutti noi...
Triste e avvilente...
Le tre foto in basso che seguono riguardano il cancello d'ingresso dell'area Deriver e il rudere che ospitava il circolo ricreativo, le ho realizzate personalmente lo scorso agosto.
L'ultima immagine, ripresa da Google Earth, ricorda la composizione dell'area nei suoi momenti d'oro e di cui adesso non resta che "ammirare" erba e sterpaglia...
NEL PROSSIMO POST:
LA VISITA DEL CAMPIONE DEL MONDO.
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