Quel 20 aprile del 1964, una grande folla di operai, di
dirigenti politici e sindacali, di vecchi e giovani compagni portò l’ultimo
saluto di Napoli e provincia a Giorgio Quadro.
Era nativo di San Giorgio a Cremano, nel 1893.
Era uno dei piu’ coraggiosi, capaci e modesti militanti
operai della Federazione comunista napoletana, deceduto improvvisamente alla
soglia dei 70 anni.
In collegamento con altri operai della “Miani e Sivestri”,
dell’Ilva e del Silurificio di Baia e con alcuni giovani intellettuali come
Giorgio Amendola ed Emilio Sereni, aveva partecipato nel 1929-30 al paziente
lavoro di riorganizzazione delle file comuniste e mai poi s’era staccato dall’attività
clandestina malgrado la persecuzione fascista, gli arresti, le condanne del
tribunale speciale.
Le quattro giornate di Napoli lo videro protagonista combattente contro le forze tedesche.
Caduto il fascismo, Giorgio Quadro fu subito uno dei principali
dirigenti sindacali e di partito di tutta la provincia e diresse nelle
fabbriche prima la lotta per la ricostruzione e poi quella contro i
licenziamenti.
Costretto per rappresaglia ad abbandonare le Officine
Meccaniche e Fonderia, dopo aver diretto, per dieci indimenticabili giorni di
lotta operaia e cittadina con l’occupazione dello stabilimento, divenne segretario
della Camera del lavoro di Torre Annunziata, assumendo poi numerosi altri
incarichi sindacali e di partito.
Giorgio Quadro divenne un simbolo del Partito Comunista
Italiano.
Centinaia di giovani operai ed intellettuali napoletani, sia
negli anni dell’illegalità che dopo la liberazione, divennero militanti
comunisti facendo tesoro dell’esperienza e del suo insegnamento.
Alla sua morte gli fu intitolata una Sezione napoletana del PCI.
Nessun commento:
Posta un commento