venerdì 19 aprile 2019

1964, 20 aprile- La scomparsa del compagno Giorgio Quadro.


Quel 20 aprile del 1964, una grande folla di operai, di dirigenti politici e sindacali, di vecchi e giovani compagni portò l’ultimo saluto di Napoli e provincia a Giorgio Quadro.
Era nativo di San Giorgio a Cremano, nel 1893.

Era uno dei piu’ coraggiosi, capaci e modesti militanti operai della Federazione comunista napoletana, deceduto improvvisamente alla soglia dei 70 anni.

In collegamento con altri operai della “Miani e Sivestri”, dell’Ilva e del Silurificio di Baia e con alcuni giovani intellettuali come Giorgio Amendola ed Emilio Sereni, aveva partecipato nel 1929-30 al paziente lavoro di riorganizzazione delle file comuniste e mai poi s’era staccato dall’attività clandestina malgrado la persecuzione fascista, gli arresti, le condanne del tribunale speciale.
Le quattro giornate di Napoli lo videro protagonista combattente  contro le forze tedesche.
Caduto il fascismo, Giorgio Quadro fu subito uno dei principali dirigenti sindacali e di partito di tutta la provincia e diresse nelle fabbriche prima la lotta per la ricostruzione e poi quella contro i licenziamenti.

Costretto per rappresaglia ad abbandonare le Officine Meccaniche e Fonderia, dopo aver diretto, per dieci indimenticabili giorni di lotta operaia e cittadina con l’occupazione dello stabilimento, divenne segretario della Camera del lavoro di Torre Annunziata, assumendo poi numerosi altri incarichi sindacali e di partito.

Giorgio Quadro divenne un simbolo del Partito Comunista Italiano.

Centinaia di giovani operai ed intellettuali napoletani, sia negli anni dell’illegalità che dopo la liberazione, divennero militanti comunisti facendo tesoro dell’esperienza e del suo insegnamento.
Alla sua morte gli fu intitolata una Sezione napoletana del PCI.

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