domenica 7 giugno 2020

7 giugno 1979- Quel giorno che Almirante...

UNITA'- 8 GIUGNO 1979


Se ne parlava da qualche giorno di questo comizio.
Il vecchio compagno Ciro mi spiegava, arrabbiandosi con le istituzioni, come fosse ingiusto dare ancora spazio e voce ai fascisti. I giovani presenti nella sede del partito, quelli piu' grandi di me, giuravano che non avrebbero permesso ciò, anche a costo di farsi arrestare.
Ricordo che promisi ai miei, parlando di questo evento, che non sarei andato in piazza Cesaro, "miez Santa Teresa", che me ne sarei tenuto lontano.
Figurarsi...
Alle quattro del pomeriggio, con la scusa del pallone, ero già lì, sulla destra del palco montato proprio al centro della piazza, in attesa degli eventi.
Mi incuriosiva l'attesa, l'evento, le reazioni.
Mi piace, da sempre, essere al centro del "fatto".
Almirante arrivò su un'auto con la sirena spiegata, seguita da un'altra, a tutta velocità.
In piazza Cesaro, davanti al palco, una trentina di poliziotti in tenuta antisommossa.
Erano le diciannove circa quando iniziò a parlare.
O, almeno, tentò di parlare.
Dalla parte opposta, dove c'era l'edicola, tra il bar Grazioso e Ottena, un centinaio di compagni iniziò a inveire e lanciare di tutto, avvicinandosi minacciosamente verso il centro della piazza dov'era ubicato il palco.
Immediatamente, venne dato l'ordine alla forza pubblica di caricare.
Furono momenti di grande paura, specialmente per me.
Scappai verso il Corso, all'altezza del Politeama, un lacrimogeno mi passò davanti.
Quel tratto di strada divenne un inferno.
Non capì piu' nulla e scappai ancora verso casa.
Scendendo verso il Corso sembrava che Il Metropolitan, il mio punto di riferimento, fosse un luogo lontanissimo.
A fatica, tra la gente che scappava, raggiunsi il negozio di frutta e verdura di mia madre, di fronte al grande cineteatro, in via Fiume.
Entrai e la vidi che stava mettendo in frigo qualche fascio di broccoli che erano rimasti invenduti.
Lei mi vide ansimante e sudato, e mi chiese subito da dove venissi.
Non si era accorta di nulla.
"Niente mà, abbiamo appena finito di giocare a pallone giu' alla ghiacciera."
"Va bene, siediti qui che ti taglio un po' di frutta. Fra poco chiudiamo e andiamo a casa".
"Va bene, mà, andiamo a casa…"

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