domenica 5 maggio 2019

1951, 7 maggio- Un treno fermo, un altro che arriva, un ragazzo investito...


Come fu possibile che un treno proveniente da Taranto e diretto a Napoli, sul tratto all’altezza del Lido Azzurro, trovasse il binario occupato da un altro treno diretto nella stessa stazione?

Per fortuna, il macchinista si accorse da lontano dell’ostacolo e diminuì di molto la velocità, altrimenti si sarebbe dovuto parlare di decine di vittime.

L’urto fu violento lo stesso, numerosi i feriti, almeno una ventina.

I soccorsi arrivarono appena possibili, i tempi erano quelli che erano.

I piu’ disgraziati furono i due macchinisti del treno che arrivava da dietro, rimasti incastrati tra la loro motrice e la vettura di coda del treno fermo sui binari.

Degli oltre venti feriti una decina risultarono aver riportato serie ferite.

Ma perché il treno proveniente da Taranto era fermo sui binari?

Ecco la verità.

Aveva appena investito un ragazzo di Torre, Giorgio Tarallo di 17 anni, proprio all’altezza del Lido Azzurro, mentre attraversava i binari.

I due macchinisti si erano precipitati anche a sistemare in coda al treno la bandiera rossa di via bloccata, ma non servì a molto perché nel giro di pochi minuti arrivò il treno che investì tutto e tutti.

Solo la prontezza di riflessi del macchinista, come dicevamo all’inizio, evitò la strage certa.

D’altra parte i congegni elettronici non erano ancora predisposti e incidenti del genere erano quasi all’ordine del giorno.


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