venerdì 6 settembre 2019

VINCENZO PINTO: Carta, penna e ... Savoia!



“SEI DOMANDE A …”



Foto by Il Cigno @rt







VINCENZO PINTO


Ancora un personaggio di spessore ospite della nostra chiacchierata settimanale che piacevolmente ci accompagna nel viaggio a ritroso nei ricordi torresi.

Oggi con noi è ospite uno di quelli non abituati a ricevere domande in quanto, per il lavoro che svolge, gli interrogativi è sua consuetudine porli.

Nell’arco della carriera giornalistica, tra l’altro, ha attraversato uno spazio temporale di oltre cinquant’anni nel pianeta “Savoia”, raccontandone imprese, cadute, vittorie, sconfitte, emozioni, storia.

Vincenzo Pinto fa parte di quella generazione di giornalisti torresi i cui nomi sono rimasti scolpiti come roccia nell'immaginario collettivo della nostra città. 
La disamina lucida, precisa, impeccabile è stata una sua prerogativa fin dagli inizi e, avendone letto centinaia di articoli negli anni settanta, principalmente dalle pagine della “La Voce della Provincia” e "La Gazzetta dello Sport", non posso che rimarcarne l’assoluta correttezza e trasparenza nella sua attività di informazione lucida e precisa.
Centinaia di partite viste, migliaia di calciatori osservati, Vincenzo Pinto è, da sempre, la memoria storica del Savoia. 
Non ci sono nomi, ruoli, volti, partite, a cui non possa dare risposta, giudizio, commento e valutazione, nonostante gli anni trascorsi.
E' dotato di sensibilità e gentilezza non comune. 
Chiunque conosca Vincenzo Pinto non potrà che confermare l’assoluta signorilità e disponibilità affinché il suo interlocutore si senta a proprio agio nella conversazione, e anche per questo lo ringrazio personalmente.



 Chi è Vincenzo Pinto.
" Vincenzo Pinto, a 70 anni, ha la testa di un eterno ragazzo. Si è fatto da sé, avendo perso il papà a soli 3 anni e cresciuto grazie gli enormi sacrifici della mamma. È laureato in Materie Letterarie, ha insegnato lettere alle medie inferiori e superiori ed è pensionato dal 2011."


 Anni 60. Presentatore, musicista, sempre circondato da bellissime donne: le serate di quei mitici anni. 
"Presentatore non direi, mi diverto a cantare e a suonare il piano e devo ritenermi fortunato per aver vissuto intensamente gli anni del boom economico e.. mondano. Come non ricordare i primi amori, le notti al lido azzurro, le canzoni di Tonino d'Ischia, dei Miura, i tanti personaggi famosi che hanno reso celebre il lido fondato da don Luigi Manzo. "



Anni 70. Il Savoia. Nel “covo” di Eduardo l’elettrauto, i siparietti con Alfonso, quando si tifava in strada, non sui social…  
"Già, i social, invenzione double face. Hanno sconvolto il modo di conoscersi e confrontarsi. Proprio come si faceva a via Maresca nell' officina di Eduardo. I nostri commenti, le critiche, gli apprezzamenti sulle prestazioni del Savoia rimanevano circoscritti a pochi. Consumavamo quelle serate cementando l'amicizia, affinando la reciproca conoscenza e finivamo per darci la buonanotte con le identiche finalità. Inutile sottolineare che la prima e l'ultima parola spettavano al compianto Alfonso. E state sicuri che tutti gli altri le condividevano."



Anni 80. Vieni prescelto da “Il Mattino” per continuare il lavoro di Giancarlo Siani.
"Si, la feroce esecuzione di Giancarlo (settembre 85) lasciò un solco profondo nel mio animo. Il Mattino mi affidò la prosecuzione del lavoro che Giancarlo aveva portato avanti con la grinta del giornalista di rango. Io, amante dello sport e del calcio, catapultato nei fatti di cronaca. Cercai di fare del mio meglio, mi dimenavo tra gli impegni scolastici e le necessarie presenze sulla notizia. Finché mi fu possibile conciliare le due cose portai a termine il lavoro, dopodiché tornai a scrivere esclusivamente di sport. E di Savoia."



Sei nomi, uno per ruolo, i piu’ grandi del Savoia: portiere, difensore, centrocampista, attaccante, allenatore e presidente.

"Boesso, Pappalettera, Ferrari, Villa, Jaconi, Faraone Mennella."



Svelandoci il segreto dell’eterna giovinezza, qual è il sogno nel cassetto di Vincenzo quando diventerà grande. 
"Quando ti definiscono "decano" dei giornalisti torresi vuol dire, sottovoce, che è tempo di dare spazio ai giovani. In verità un paio d'anni fa avevo anche deciso di...appendere la penna al chiodo. Non senza trascurare di seguire il mio Savoia a cui ho assicurato, anche quest'anno, il mio contributo sotto forma di abbonamento. Poi... poi qualche buon collega mi ha spinto a non mollare e a riprendere la penna dal chiodo. Anche se oggi la penna è stata soppiantata dalla fredda tastiera, sono sceso di nuovo in pista. Se me lo consentite, la spinta più forte me l'ha data la nuova generazione. La gallina vecchia può produrre ancora un buon brodo…"

Grazie Vincenzo Pinto, continua a raccontare e ricordare alle nuove generazioni chi eravamo perché, prima o poi, ritorneremo ad essere protagonisti su palcoscenici più consoni al nostro blasone, alla tradizione, alla nostra Storia.
Con la classe che ti ha sempre contraddistinto.

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