Celebriamo un traguardo importante per Giuseppe Cafaro, che compie 70 anni.
Un compleanno speciale per un uomo che ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio a Torre Annunziata, e in particolare nel cuore dei tifosi del Savoia.
Nato a Caivano il 13 agosto 1954, Cafaro iniziò il suo percorso calcistico nelle giovanili del Napoli, dimostrando fin da giovane un talento naturale e un’intelligenza tattica che lo avrebbero poi contraddistinto per tutta la sua carriera. Dopo aver militato con successo nel Gladiator, arrivò al Savoia nel luglio del 1977, in un periodo di grande fermento e ambizioni per la squadra, sotto la guida del presidente Franco Immobile e con il supporto dei dirigenti Michele e Pasquale Gallo.
Al suo arrivo a Torre Annunziata, Cafaro si unì a un gruppo di nuovi innesti tra cui Saccoccio, Turturo, Vianello, Lambiase, Marangi, Agostini e Francioni, Soriano.
Alcuni di questi giocatori avrebbero scritto pagine importanti nella storia del club.
In quel primo anno, con l’allenatore D’Alessio, Cafaro disputò 35 partite, segnando 3 gol e contribuendo a portare la squadra al quarto posto in campionato. Era un difensore centrale di grande solidità, paragonato a una roccia inamovibile, che ricordava ai tifosi i migliori liberi che il Savoia avesse mai avuto, come Vittorio Di Mauro o Griffi.
La sua capacità di giocare sia come libero che come terzino destro lo rese un giocatore versatile e completo, capace di interpretare il ruolo con un’interpretazione moderna e dinamica. Era un difensore dal cuore "inglese", pronto a spazzare ogni minaccia nella sua area, ma anche ad inserirsi con decisione quando i suoi compagni si lanciavano in attacco.
La stagione successiva, sotto la guida del nuovo allenatore Zurlini, Cafaro si confermò una presenza fondamentale per il Savoia, disputando 27 partite e segnando 4 gol, con la squadra che si piazzò al sesto posto. Nella stagione seguente, con Mario Trebbi alla guida, Cafaro fu ancora una volta un pilastro della difesa, giocando 31 partite e segnando 5 gol, contribuendo al quarto posto in campionato.
Il quarto anno fu segnato dal tragico terremoto del novembre 1980, un evento che ebbe ripercussioni anche sul calcio. Nonostante le difficoltà logistiche e i problemi per la disponibilità dello stadio, Cafaro continuò a lottare con la sua squadra, disputando 28 partite e segnando un gol. Anche in questa stagione il Savoia mantenne una posizione dignitosa a centro classifica, con Cafaro sempre al comando della difesa.
Quella fu la sua ultima annata al Savoia dove lasciò con un tabellino di 160 presenze e 15 gol tra campionato e coppe.
Nella sua carriera calcistica da ricordare le stagioni al Giugliano e alla Boys Caivanese.
Oltre a essere un difensore d’acciaio, Cafaro era anche un ottimo rigorista, incaricato di calciare i rigori con una freddezza e precisione che lo resero un punto di riferimento per i suoi compagni. Ma al di là delle sue doti tecniche, ciò che ha sempre distinto Giuseppe Cafaro è stato il legame indissolubile con la città di Torre Annunziata e con i tifosi del Savoia. Un legame che continua ancora oggi, tanto che nei suoi interventi sui social e nei commenti riguardanti il Savoia, si firma sempre "Giuseppe Cafaro, il Capitano", a sottolineare con orgoglio il suo ruolo di leader e uomo simbolo della squadra.
Parallelamente alla sua carriera calcistica, Cafaro ha saputo distinguersi anche fuori dal campo. Nel 1982, ha conseguito una laurea in Scienze e Management dello Sport e delle Attività Motorie presso l’ISEF, situato nella Mostra d’Oltremare di Napoli, dove aveva iniziato i suoi studi. Prima di questo, aveva frequentato l'Istituto Tecnico Morano di Caivano, dove già mostrava interesse per le discipline sportive e gestionali.
Attualmente residente a Caivano, Caffaro ha continuato a contribuire al mondo del calcio anche dopo il suo ritiro dal campo, vestendo i panni di allenatore e direttore tecnico. Ha guidato diverse squadre locali, tra cui la USB Caivanese, e poi allenatore al Casierdosson, alla Silva e all'Aurora Calcio, società trevigiane.
Al rientro in Campania ha guidato la Real Rinascita Caivano.
La sua passione per il calcio non si è mai spenta, e il suo impegno per lo sviluppo del talento locale ha lasciato un segno indelebile nelle comunità sportive in cui ha operato.
Per tutti quelli che hanno vissuto quegli anni e per chi, più giovane, ha solo sentito raccontare le sue imprese, Giuseppe Cafaro resta un esempio di passione, dedizione e amore per il calcio.
Un vero capitano, dentro e fuori dal campo, che ha dato tutto per la maglia del Savoia e che oggi, a 70 anni, merita di essere celebrato come una delle leggende della nostra squadra.
Auguri, Capitano!
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