giovedì 27 febbraio 2025

**Torresi Memorie ricorda Gino Alfani: anni di eredità, di lotta e speranza**



 




Ottantatré anni sono trascorsi dalla scomparsa di Gino Alfani, nato ad Agnone (Campobasso) il 10 maggio 1876 e morto a Torre Annunziata il 28 febbraio 1942. 

 La sua figura, quella di un infaticabile difensore dei diritti dei lavoratori e un simbolo della resistenza antifascista, continua a risuonare tra le strade della città che lo ha accolto e che ha amato profondamente.  

Torresi Memorie desidera oggi dedicare un ricordo approfondito a questo uomo che ha profondamente segnato la storia della nostra comunità, un uomo che, ben oltre la sua vita terrena, continua a ispirarci.

La sua infanzia trascorsa ad Agnone e la successiva formazione a Napoli, forgiarono in lui un carattere tenace e una mente acuta. Questa formazione, unita a una profonda sensibilità sociale, lo spinse verso un impegno politico infuocato, fin dai suoi anni giovanili. L'impegno diventò ben presto una dedizione assoluta, un faro nella sua vita.


Ricordare Alfani significa ricordare anni di lotta sindacale, di battaglie per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori torresi. Immaginate la sua figura, tra le strade affollate della città, il suo volto deciso e determinato, mentre difendeva i diritti dei suoi concittadini.  Non furono semplicemente parole ma azioni concrete:  la costruzione di un sindacato forte e rappresentativo, il coordinamento di scioperi, la difesa legale degli operai perseguitati e la costante ricerca della giustizia sociale.  

Lo sciopero alle Ferriere Vesuvio, ad esempio, rappresenta un episodio epico di questa lotta continua contro lo sfruttamento e per la dignità dei lavoratori.

La sua elezione a sindaco nel 1920 segnò un momento storico per Torre Annunziata.  Per la prima volta, un'amministrazione socialista si insediava al comando della città, dando voce alle esigenze della classe operaia e promuovendo politiche sociali innovative per il tempo.  Quell'esperienza amministrativa, pur breve, rimase un segno tangibile di speranza e cambiamento, un periodo caratterizzato da una maggiore attenzione alle necessità dei più bisognosi, un'oasi di solidarietà e giustizia in un'Italia lacerata da profondi contrasti di classe.


Ma il suo impegno non si fermò con la fine del suo mandato. Alfani affrontò con coraggio la repressione fascista, il carcere, il confino, con la consapevolezza che la lotta per la libertà e la giustizia era un percorso continuo e senza fine. 

La sua elezione a deputato del PCI nel 1924 rappresenta il culmine, la dimostrazione che le persecuzioni non avevano scalfito il suo profondo sentimento di uguaglianza e partecipazione democratica.


La scomparsa di Alfani, a Torre Annunziata, nel 1942, lasciò un vuoto incolmabile, ma la sua eredità continua a vivere tra i vicoli e le piazze della città che lo ha adottato.

 

La sua figura rimane un esempio di coraggio, determinazione e dedizione alla causa sociale, un faro che illumina il cammino di quanti, ancora oggi, lottano per una società più giusta ed equa.  Ottantatré anni dopo, la sua memoria ci ricorda che la lotta per i diritti dei lavoratori non è mai finita, e che la sua eredità deve essere tramandata alle nuove generazioni.


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