Torre Annunziata ha dato i natali a personaggi straordinari che hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia.
Tra questi, spicca la figura di Pasquale Barracano, un uomo che ha dedicato la sua vita alla passione per l'arte bianca, diventando un'icona internazionale nel settore molitorio.
Per raccontare e ricordare Pasquale Barracano non basterebbe un libro, chiedo scusa a Marisa e Mirella per essermi cimentato con queste piccole note che non rendono giustizia e non danno risalto all’importanza dell’uomo come andrebbe fatto.
Nato il 7 gennaio 1910 in Vico degli Infanti numero 5, da Alfonso, ferroviere, e Maria Rovella, Pasquale ha iniziato il suo percorso professionale all'età di soli 16 anni, gestendo la contabilità dei pastifici della sua città natale.
Torre Annunziata, con il suo clima favorevole alla produzione di pasta, è stata la culla della sua passione, una passione che lo avrebbe portato lontano, ben oltre i confini nazionali.
Durante l'occupazione della Seconda Guerra Mondiale, Barracano si trasferì a Roma, dove, con grande abilità e spirito imprenditoriale, organizzò gli approvvigionamenti di grano e pasta per le popolazioni, dimostrando un'intraprendenza che gli valse una notevole notorietà a livello nazionale.
Nonostante la lontananza dalla sua amata Torre Annunziata, che definiva sempre "la perla del Vesuvio", Pasquale mantenne un profondo legame con le sue origini, ricordando con orgoglio la sua città in ogni occasione.
Nel 1935, sposò Laura Alfani a Pompei, un'unione che lo ha accompagnato nel suo straordinario viaggio professionale.
La sua esperienza si è consolidata con la fondazione, nel 1950, della rivista specializzata "Molini d'Italia", diretta fino al 1993 e divenuta un punto di riferimento nel settore. Con la sua profonda conoscenza del settore, curò e organizzò ben nove delegazioni negli Stati Uniti e in Canada, diffondendo le tecniche molitorie italiane presso imprenditori e rinomate università americane.
Questo impegno gli ha fruttato il prestigioso riconoscimento di cittadino onorario di Kansas City.
La sua carriera è costellata di successi e onorificenze.
Fu consigliere comunale nel 1957, ambasciatore nel 1976 (ricevendo la Medaglia d'Oro "Ambasciatore Oplontino" dal sindaco Luigi Lettieri il 5 agosto dello stesso anno), e Ispettore Generale dell'alimentazione, delegato italiano CEE dal 1942 al 1973.
La figlia Marisa ricorda con orgoglio le innumerevoli onorificenze internazionali ricevute dal padre, comprese quelle dalla Russia e dagli Stati Uniti, e il suo sogno di realizzare un museo della pasta a Torre Annunziata. Ricorda anche gli innumerevoli viaggi di lavoro in America, dove suo padre era riconosciuto come un esperto mondiale di grano e pasta.
Aneddoti come la visita di Maria Orsini a Roma, per raccogliere informazioni tecniche per il suo romanzo, testimoniano la sua fama e la sua profonda conoscenza del settore.
Tuttavia, la sua storia, raccontata attraverso le parole della figlia e i successi ottenuti nel corso della sua straordinaria carriera, lasciano un'eredità preziosa. Un'eredità legata alla passione, all'impegno, e all'amore per la sua Torre Annunziata, una città di cui è stato e rimane un orgoglio.
La sua storia, che mescola elementi di realtà con sfumature romanzate, diventa un prezioso tassello nella memoria collettiva della nostra amata città, un omaggio a un uomo che ha saputo coniugare capacità imprenditoriali eccezionali con un profondo legame con le proprie radici.
Pasquale Barracano morì il 16 maggio 1998.
*Nota: Grazie a Marisa per avermi fatto partecipe con i tuoi preziosi ricordi alla memoria di tuo padre, una figura importante per Torre Annunziata. È stato un dono speciale conoscere meglio la sua storia attraverso i tuoi occhi, un viaggio emozionante tra affetto e memoria che custodirò con gratitudine.
Con affetto,
Antonio Papa.*
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