Rifampicina.
Antibiotico
battericida usato con molto successo, dagli inizi degli anni settanta, contro la
tubercolosi e altre infezioni in genere, tra cui la meningite.
Ecco il nome
del farmaco, scoperto agli inizi degli anni sessanta, che tanto scalpore creò a
livello mondiale, per un clamoroso caso di spionaggio industriale, consumatosi tramite
un furto, avvenuto proprio nello stabilimento della Lepetit di Torre
Annunziata.
Protagonisti
della storia;
la Lepetit, titolare del brevetto per la
produzione dell’antibiotico;
la Archifar, dei fratelli Gimmoni, milanesi trasferitesi
nel Trentino, negli anni settanta, per sfruttare gli incentivi statali;
il dottor Joseph Thiman, sveglio e svelto (di
mani), uomo chiave della vicenda, appena passato dalla Lepetit alla Archifar.
La vicenda
divenne di dominio pubblico dopo che la Lepetit presentò una denuncia contro la Archifar, nel settembre del 1978, alla Procura
della Repubblica di Napoli.
I fatti
andarono così:
Joseph
Thiman, neo assunto dalla Archifar, venne incaricato dal Gimmoni, di recuperare
tracce di rifampicina, per permettere alla azienda milanese, la produzione del
farmaco su scala mondiale, la qual cosa avrebbe permesso alla azienda di
entrare nel mercato mondiale, su vasta scala, con un prodotto molto ricercato
per le sue enormi proprietà terapeutiche, e concorrere contro il farmaco prodotto dalla Lepetit.
Thiman, nel gennaio del 1971, si recò allo stabilimento Lepetit di Torre Annunziata
e con la scusa di salutare i vecchi colleghi fece un giro negli uffici e nel
laboratorio. In una stanza, notò su un tavolo piccoli residui di un brodo
della coltura che gli interessava. Aspettò che nessuno lo guardasse e imbevve
il fazzoletto nella coltura. Il furto non fu scoperto al momento in cui avvenne,
per le difficoltà di controllo esistenti nei laboratori di ricerca di Torre
Annunziata, dove i ceppi degli antibiotici sono tali e tanti da rendere
impossibile la scoperta di una asportazione.
Nel furto, si
avvalse della complicità di due chimici, suoi ex colleghi di laboratorio quando
lavoravano alla Lepetit tutti insieme.
Consumato il
furto, il fazzoletto imbevuto della coltura venne consegnato ai biologi della
Archifar, i quali, dopo non molto tempo, prepararono il prodotto con il loro
marchio di azienda.
La successiva immissione sul mercato mondiale
farmaceutico del prodotto da parte della Archifar, produsse un notevole danno
economico alla Lepetit.
Da qui la
decisione di denunciare l’accaduto.
Ecco il
succo della confessione del Thiman:
“Il
microbiologo brasiliano Joseph Thiman, 42 anni, accusato della sottrazione, ha
confessato. Davanti al notaio Cattaneo
di Lugano ha firmato una dichiarazione in cui ammette le sue colpe e racconta
nei particolari l’incredibile vicenda di spionaggio. La sua confessione chiama
in causa proprio la “Archifar” (sede a Milano e stabilimenti a Rovereto), la
ditta farmaceutica concorrente della “Lepetit” che è al centro dell’inchiesta.
Joseph Thiman aveva lavorato quasi dieci anni
per la “Lepetit”. Quando avvenne il furto era appena passato alla “Archifar”
con mansioni di direttore generale e uno stipendio di quindici milioni all’anno,
quasi il doppio di quello che riceveva
per il precedente lavoro. Joseph Thiman
è andato via dall’Italia prima che scoppiasse lo scandalo.
E’ tornato
in Brasile. Ora vive a San Paolo e lavora per una società chimica statunitense.
Avvicinato da un dirigente della “Lepetit” il microbiologo ha ammesso l’imbroglio
e ha accettato di sottoscrivere la confessione..
Si è
rifiutato, però, di tornare in Italia perché teme complicazioni con la
giustizia, e ha preferito fare la sua dichiarazione davanti al notaio svizzero.”
L’Archifar,
nel corso dei decenni scorsi , ha subito molteplici cambi di proprietà.
Nel 1972
metà delle quote azionarie passò al gruppo Eni e due anni dopo l'altra metà
fini nelle mani della Montedison. Nel 1980 arrivò la Lepetit che cinque anni dopo cedette al gruppo
Fermenta. Quest'esperienza durò poco, anche per vicende giudiziarie legate alla
proprietà.
Nel 1985
venne acquisita da Biochemie, del gruppo svizzero Sandoz.
Dopo le
fusioni tra i colossi farmaceutici svizzeri, la Sandoz entrò nella galassia
Novartis...
Corriere della Sera, 8 ottobre 1973 |
Corriere della Sera, 9 ottobre 1973 |
*Inchiesta e servizi di Giuseppe Romanelli del "Corriere della Sera"
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