Per
raccontare la storia di Pasquale Eliodori bisogna iniziare dall'inizio,
ricordando la sua nascita, il 6 giugno 1921, a Torre Annunziata.
Era figlio
di Teodoro Eliodori e Clelia Palmieri e aveva altri due fratelli, Attilio e
Stanislao (chiamato da tutti Mario) e quattro sorelle, Maria, Annunziata,
Clelia e Rosaria.
Due eventi
straordinari si verificarono in quei giorni nella nostra città: la visita
dell’Imperatore del Giappone Hirohito presso la Fabbrica delle Armi e
l’inaugurazione dei Salesiani alla presenza di alti prelati del mondo
cattolico.
Peccato che
Pasquale fosse appena nato altrimenti avrebbe avuto certamente occasione e modo
di fotografare questi due storici eventi!
Ma partiamo
con ordine.
Già a metà
degli anni Trenta la sua passione smisurate consisteva nello scattare foto con
quella grande scatola nera, la famosa “cascetta”.
Per anni ha percorso lo stradone principale, a bordo della sua bici, ad immortalare persone e gruppi in quelli che erano chiamati “ritratti di famiglia”, fotografie assolutamente straordinarie impresse sulla mitica pellicola Superalfa.
Erano momenti da ricordare per sempre quando si raccoglievano genitori e figli davanti alla
meravigliosa macchina in attesa delle indicazioni del “mago” fotografo.
L’ amore per
questo lavoro era talmente forte che Pasquale decise di farne quasi la sua
ragione di vita.
Agli inizi
degli anni Cinquanta, dopo aver messo da parte i risparmi accumulati, inaugurò
il primo negozio in una zona altamente strategica, Piazza Ernesto Cesaro, “mièz
Santa Teresa”, ottenendo subito grande successo.
Nel dopoguerra
il bisogno di rialzare la testa andava di pari passo con la voglia di vivere e
dimenticare gli anni dell’orrore, complice l’arrivo della democrazia, illustre
assente per tanti decenni.
Le richieste
di foto personali, di gruppo, oppure per ricordare feste ed eventi familiari,
raccontava di un settore in forte espansione, destinato a crescere in modo
esponenziale.
Appena
qualche anno dopo, infatti, decise di investire aprendo un altro negozio sul
corso, proprio all'interno del palazzo che ospita il Commissariato di Polizia.
Le attività “Eliodori”
crescevano a dismisura e, complice anche il boom degli anni Sessanta, nel giro
di pochi mesi aprì altre due succursali, una sul corso Umberto al numero 27, e
un’altra alla periferia di Torre, in Piazza Imbriani al numero 31, “Mièz à
Centrale”.
Ormai, nei
panni di perfetto imprenditore in cui si era calato, aveva monopolizzato il
mercato delle foto a Torre Annunziata con l’apertura capillare di punti di
vendita che neanche ai nostri giorni è possibile immaginare possa ripetersi.
Pasquale non
riusciva a fermarsi un attimo e, con un intuito straordinario, piazzò il colpo
finale che sbaragliò la concorrenza: un laboratorio nella zona dei lidi
torresi, pieni fino all'inverosimile nelle serate d’estate, con l’organizzazione
del lungimirante Don Luigi Manzo, suo amico personale, a fare da traino all'economia e al benessere
cittadino, con feste ed ospiti di livello internazionali.
Il
laboratorio al Lido Azzurro venne aperto in pompa magna, la movida di allora
era “raccontata” dalle foto di Eliodori sui giornali e periodici.
In quegli
eleganti anni Cinquanta e Sessanta le donne facevano a gara nell'indossare il
vestito all'ultima moda, la pettinatura più’ in voga, sfoggiare il costume più’
audace per l’epoca.
Erano
numerosi i ragazzi al suo servizio che scattavano foto, praticamente, in tutti
gli stabilimenti balneari.
Quegli stessi
scatti che di notte venivano lavorati e sviluppati per poterli consegnare il
giorno dopo alla entusiasta clientela!
Un lavoro
enorme ed importante, frutto delle sue spettacolari idee di cui ancora oggi ne
apprezziamo la validità per poter commentare e ricordare anni magici della
nostra infanzia, correlando con semplici scritti delle bellissime pose.
Naturalmente
per lui la foto rappresentava non solo il lavoro ma anche la continuazione di
un sogno meraviglioso vissuto nella città che amava raccontandone la crescita
e, purtroppo, dagli inizi degli anni Settanta anche il declino.
Non si
spiegherebbero altrimenti le innumerevoli annate al seguito del suo Savoia che
seguiva ovunque, oppure le presenze negli spettacoli e nei teatri per
fotografare artisti del calibro di Totò, Gino Cervi, Renato Rascel, Valter
Chiari e tanti altri, tutti ospitati nella nostra città ai tempi d’oro.
È rimasta
nella storia, tra le altre, una sua foto del 1950 in cui immortalò a tavola, presso
la Casina Rosa a Torre del Greco, il grande Totò con Luigi Campoluongo, il
famoso capo guappo napoletano.
Altro grande
ricordo è un articolo a tutta pagina di “Sport Sud” del 1964 quando venne
menzionato per il coraggio e l’audacia con cui, salito su una scala tenuta in
piedi da collaboratori, riusciva a fotografare dall'alto, con una visuale
perfetta, le modelle del concorso “Miss Ondina” al Lido Azzurro, suscitando la
rabbia degli altri fotografi bloccati nella ressa!
Ma Eliodori
era geniale, unico!
Sul suo
biglietto da visita c’era scritto:” Attualità- Fotografia- ELIODORI “
Eseguiva,
inoltre, foto per perizie, Cerimonie nuziali, Prime Comunioni, Lavori
Industriali, Cortometraggi e riprese cinematografiche di tutte le cerimonie.
Non ci sono
eventi accaduti nella nostra Torre Annunziata in cui non sia stato presente con
la sua immancabile macchina fotografica a testimoniarne, l’evento.
Insomma, una
vera e propria industria cittadina che dava tanto lavoro ai nostri giovani,
avanti anni luce rispetto ad altri concorrenti, capace di trasformarsi in una
gioiosa macchina da guerra pronta a catapultarsi nell'accaduto.
Oltre alla
passione per la foto, amava anche giocare al calcio e spesso lo ritroviamo,
negli anni Cinquanta, impegnato in tornei provinciali.
Ma era
l’amore per la famiglia che lo rendeva un marito esemplare e un padre
straordinario.
Sposato con
Carolina Gargiulo, ebbero cinque figli, Clelia, Teodoro, Annamaria, Silvana e
Luigi i quali, ancora ai nostri giorni ne rinnovano il ricordo con immutato
amore, ricordando le magnifiche feste che organizzavano per gli onomastici e i
compleanni degli amati genitori.
Pasquale
Eliodori morì il 9 gennaio 1985, a soli 64 anni, lasciando di sé il ricordo di
un uomo straordinario che regalò sorrisi ed emozioni per oltre mezzo secolo alla
nostra cittadina e non possiamo che ricordarlo e ringraziarlo perché le
fotografie sono la nostra memoria nel tempo quando i nostri ricordi iniziano a
perdersi nel tempo che passa.
Una bella persona, un professionista un bravo genitore, all'epoca ero giovane ed amico del figlio luigi. Un ricordo bello della mia infanzia. Cangiano Angelo.
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