Non è tipo a cui piace stare sulle prime pagine dei
giornali, mettersi in evidenza, apparire, nonostante le tante occasioni in cui
avrebbe potuto approfittare del ruolo.
Piuttosto sa che il successo nel suo lavoro, da professionista
“dietro le quinte”, dipende da caratteristiche e qualità non comuni a tutti, come la
conoscenza tecnica, i rapporti personali, l’abilità di gestione organizzativa di un gruppo e, ultima ma la piu' importante, la grande passione per il calcio.
Proprio sulla base di queste prerogative Felicio Ferraro è
riuscito a costruire la sua carriera di dirigente sportivo, affiancando
personaggi di assoluto spessore del panorama calcistico campano, dirigendo società
prestigiose.
E di quello che ha costruito può ben essere fiero di averlo
fatto, partendo da zero, con le sue sole forze.
Ne ha fatto di strada nel corso degli anni quel giovanotto
tifosissimo del Savoia, detto Chiarugi per la somiglianza fortissima alla
“freccia di Ponsacco”, che al vecchio "Comunale" immortalava nei suoi scatti fotografici i
protagonisti in campo del Savoia, sia in partita che in allenamento, puntualmente pubblicati
dalla “ La Voce della Provincia” agli inizi degli Anni Settanta.
Credo che il suo esordio nelle vesti da dirigente nel calcio che conta risalga
all’annata 1976/77, quando a seguito del cambio di dirigenza Franco Immobile
rilevò la società da Gioacchino Coppola, affiancandosi gli zii Pasquale e
Michele Gallo alla vice presidenza.
Immobile intuisce le potenzialità del giovane Felicio e lo affiancò in società al confermatissimo Prof. Sasso.
Felicio Ferraro assunse la carica di dirigente accompagnatore oltre ad essere consigliere del Presidente Franco Immobile.
Felicio Ferraro assunse la carica di dirigente accompagnatore oltre ad essere consigliere del Presidente Franco Immobile.
I due dirigenti, Sasso e Ferraro, condussero un’oculata campagna acquisti
anche se i risultati non arrivarono subito.
Furono anni di grandi emozioni, tutti si aspettavano i
grandi acquisti di Immobile per far volare il Savoia, ma a fine stagione si abbatté il tifone "Zumbo".
L’anno successivo Immobile scelse Lello Autieri nelle vesti
di direttore sportivo e riconfermò sulla panchina lo “sceriffo” D’Alessio ma
anche in questa occasione fu un lavoro enorme recuperare terreno e posizioni in
classifica dopo le giornate di squalifiche del campo di Torre per un arbitro
indegno e recidivo, Zumbo di Reggio Calabria, scaturite nel finale del
precedente campionato.
Ad inizio stagione, Sasso e Ferraro furono costretti a girovagare per trovare campi idonei che potessero accogliere
la squadra bianca e i suoi tifosi.
Alla fine della stagione giunse il meritato ripescaggio in
serie C.
Encomiabile il lavoro svolto in settimana quando, lo ricordo
personalmente, sempre in compagnia di Sasso, recapitava i blocchetti dei
biglietti delle gare in programma la domenica, che poi ritirava la domenica
verso le 12.
Naturalmente il “Club dei Fedelissimi” del Cav. Luigi Bellomo faceva la parte del
leone nella prevendita potendo contare su capi tifosi di assoluto carisma, come
Alfonso Di Nocera e Monaco Catello (Fonz Limon e Zacchiello).
Al suo arrivo nel circolo il capannello dei tifosi era pronto al fuoco di domande per Felicio che, con calma e rassicurazione, rincuorava tutti i presenti.
Al suo arrivo nel circolo il capannello dei tifosi era pronto al fuoco di domande per Felicio che, con calma e rassicurazione, rincuorava tutti i presenti.
Ancora nel 1983/84, grazie a uno sfiancante lavoro economico
e giuridico del duo Sasso- Ferraro, si riuscì a rilevare il titolo della
Grumese mantenendo la categoria.
La capacità e la bravura di Ferraro venne riconosciuta dalla
nuova dirigenza Farinelli, nel 1988, che gli affidarono il ruolo di direttore
sportivo.
Sotto la gestione di Gerardo Viglione del 1993 la partenza
non entusiasmante del Savoia coincide con l’esonero di Mario Zurlini.
È un momento difficile e molto delicato.
Il direttore sportivo Felicio Ferraro scrutò e osservò il
panorama calcistico anche fuori dalla nostra regione e alla fine decise di
puntare tutto su un giovanissimo tecnico che fu l’artefice del successo pochi
mesi dopo: Gigi De Canio da Matera.
Assieme a De Canio, uno dei migliori “colpi” effettuati da
Ferraro avvenne poco dopo quando con grande abilità riuscì a convincere un
campione come Giorgio Lunerti a trasferirsi al Savoia, a 34 anni.
Oltre a Lunerti arrivano in maglia bianca Ciro Donnarumma,
Marco Ciardiello e Piero Tarantino.
E ricordiamoli gli uomini che lavorarono “dietro le quinte”
in quella magica promozione del 25 giugno 1995 in C1.
Il presidente Franco Salvatore che prese il posto Gerardo
Viglione, il direttore generale Michele Orlando, il D. S. Felicio Ferraro per
la parte tecnica, del Prof. Giuseppe Sasso, dello staff sanitario con il medico
sociale Alfonso Ciniglio e Andrea Vecchione, dei magazzinieri Raffaele
Ciliberti detto Mumù e Salvatore Vittoria.
Un altro tassello importantissimo della sua carriera Felicio
lo appose nella stagione 1997 quando venne scelto dai vertici della Turris, tra
cui Peppe Sasso che affiancò la presidenza, per riportare in alto la formazione
di Torre del Greco.
Il suo ingaggio rischiò di trasformare in una battaglia extra calcistica la rivalità tra le due cittadine.
Il suo ingaggio rischiò di trasformare in una battaglia extra calcistica la rivalità tra le due cittadine.
Non solo, le contestazioni dei tifosi corallini aumentarono quando Ferraro scelse l’allenatore che poi avrebbe portato la Turris alla
vittoria del campionato nello spareggio ad Avellino contro il Benevento: era
Salvatore Esposito, il popolare “Tore u mast" nostro torrese purosangue!
A fine stagione vennero osannati come eroi da Torre del
Greco e ringraziati per aver riportato la squadra in C1.
Questo ulteriore dimostrazione di competenza e saldezza di
comando fece si che Felicio Ferraro fosse riconosciuto, unanimemente, come una
delle personalità piu’ competente del mondo del calcio meridionale.
In altre circostanze è stato costretto a rassegnare le
dimissioni, come a Nocera, a Gragnano, con lo stesso Savoia degli ultimi tempi
quando i presidenti venivano fuori come funghi dopo la pioggia, frenando la sua
passione di fare calcio davanti all’incompetenza, all’incapacità, agli inganni, al nulla.
Felicio Ferraro è uomo tutto d’un pezzo.
Resta, nell’immaginario collettivo torrese, come uno dei
simboli piu’ fulgidi, genuini e passionali di tifoso del Savoia e un eterno
innamorato dell’ambiente biancoscudato.
A conclusione di questo modesto saluto, nel ringraziare
Felicio Ferraro per aver contribuito a rendere piu’ belli quegli anni vissuti
assieme al nostro Savoia (Anni Settanta/Ottanta), voglio formulargli, anche a
nome della tifoseria torrese, i migliori auguri di un felice e sereno
Compleanno in occasione di questo 4 settembre 2021.
AUGURI FELICIO!
***Grazie al Prof. Giuseppe Sasso per il prezioso contributo senza il quale non avrei potuto presentare questo post.
Nonostante abbia incontrato Felicio Ferraro tantissime volte quando ero a Torre fino alla fine degli anni 80, non ho mai avuto occasione di scambiare quattro chiacchiere di persona per la mia proverbiale timidezza, acuita dall'importanza del personaggio e del ruolo carismatico che ricopriva all'interno della società Savoia.
Spero un giorno di incontrare sia lui che gli altri grandi protagonisti di quegli anni per raccogliere ricordi e racconti di un'epoca in cui eravamo intenti a costruire e vivere un sogno bellissimo intorno al vecchio ma sempre magnifico Savoia.
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