giovedì 3 settembre 2020

FELICIO FERRARO: Il Direttore.




Non è tipo a cui piace stare sulle prime pagine dei giornali, mettersi in evidenza, apparire, nonostante le tante occasioni in cui avrebbe potuto approfittare del ruolo.
Piuttosto sa che il successo nel suo lavoro, da professionista “dietro le quinte”, dipende da caratteristiche e qualità non comuni a tutti, come la conoscenza tecnica, i rapporti personali, l’abilità di gestione organizzativa di un gruppo e, ultima ma la piu' importante, la grande passione per il calcio.
Proprio sulla base di queste prerogative Felicio Ferraro è riuscito a costruire la sua carriera di dirigente sportivo, affiancando personaggi di assoluto spessore del panorama calcistico campano, dirigendo società prestigiose.
E di quello che ha costruito può ben essere fiero di averlo fatto, partendo da zero, con le sue sole forze.
Ne ha fatto di strada nel corso degli anni quel giovanotto tifosissimo del Savoia, detto Chiarugi per la somiglianza fortissima alla “freccia di Ponsacco”, che al vecchio "Comunale" immortalava nei suoi scatti fotografici i protagonisti in campo del Savoia, sia in partita che in allenamento, puntualmente pubblicati dalla “ La Voce della Provincia” agli inizi degli Anni Settanta.
Credo che il suo esordio nelle vesti da dirigente nel calcio che conta risalga all’annata 1976/77, quando a seguito del cambio di dirigenza Franco Immobile rilevò la società da Gioacchino Coppola, affiancandosi gli zii Pasquale e Michele Gallo alla vice presidenza.
Immobile intuisce le potenzialità del giovane Felicio e lo affiancò in società al confermatissimo Prof. Sasso.
Felicio Ferraro assunse la carica di dirigente accompagnatore oltre ad essere consigliere del Presidente Franco Immobile.
I due dirigenti, Sasso e Ferraro, condussero un’oculata campagna acquisti anche se i risultati non arrivarono subito.
Furono anni di grandi emozioni, tutti si aspettavano i grandi acquisti di Immobile per far volare il Savoia, ma a fine stagione si abbatté il tifone "Zumbo".
L’anno successivo Immobile scelse Lello Autieri nelle vesti di direttore sportivo e riconfermò sulla panchina lo “sceriffo” D’Alessio ma anche in questa occasione fu un lavoro enorme recuperare terreno e posizioni in classifica dopo le giornate di squalifiche del campo di Torre per un arbitro indegno e recidivo, Zumbo di Reggio Calabria, scaturite nel finale del precedente campionato.
Ad inizio stagione, Sasso e Ferraro furono costretti a girovagare per trovare campi idonei che potessero accogliere la squadra bianca e i suoi tifosi.
Alla fine della stagione giunse il meritato ripescaggio in serie C.
Encomiabile il lavoro svolto in settimana quando, lo ricordo personalmente, sempre in compagnia di Sasso, recapitava i blocchetti dei biglietti delle gare in programma la domenica, che poi ritirava la domenica verso le 12.
Naturalmente il “Club dei Fedelissimi” del Cav. Luigi Bellomo faceva la parte del leone nella prevendita potendo contare su capi tifosi di assoluto carisma,  come Alfonso Di Nocera e Monaco Catello (Fonz Limon e Zacchiello).
Al suo arrivo nel circolo il capannello dei tifosi era pronto al fuoco di domande per Felicio che, con calma e rassicurazione, rincuorava tutti i presenti.
Ancora nel 1983/84, grazie a uno sfiancante lavoro economico e giuridico del duo Sasso- Ferraro, si riuscì a rilevare il titolo della Grumese mantenendo la categoria.
La capacità e la bravura di Ferraro venne riconosciuta dalla nuova dirigenza Farinelli, nel 1988, che gli affidarono il ruolo di direttore sportivo.
Sotto la gestione di Gerardo Viglione del 1993 la partenza non entusiasmante del Savoia coincide con l’esonero di Mario Zurlini.
È un momento difficile e molto delicato.
Il direttore sportivo Felicio Ferraro scrutò e osservò il panorama calcistico anche fuori dalla nostra regione e alla fine decise di puntare tutto su un giovanissimo tecnico che fu l’artefice del successo pochi mesi dopo: Gigi De Canio da Matera.
Assieme a De Canio, uno dei migliori “colpi” effettuati da Ferraro avvenne poco dopo quando con grande abilità riuscì a convincere un campione come Giorgio Lunerti a trasferirsi al Savoia, a 34 anni.
Oltre a Lunerti arrivano in maglia bianca Ciro Donnarumma, Marco Ciardiello e Piero Tarantino.
E ricordiamoli gli uomini che lavorarono “dietro le quinte” in quella magica promozione del 25 giugno 1995 in C1.
Il presidente Franco Salvatore che prese il posto Gerardo Viglione, il direttore generale Michele Orlando, il D. S. Felicio Ferraro per la parte tecnica, del Prof. Giuseppe Sasso, dello staff sanitario con il medico sociale Alfonso Ciniglio e Andrea Vecchione, dei magazzinieri Raffaele Ciliberti detto Mumù e Salvatore Vittoria.
Un altro tassello importantissimo della sua carriera Felicio lo appose nella stagione 1997 quando venne scelto dai vertici della Turris, tra cui Peppe Sasso che affiancò la presidenza, per riportare in alto la formazione di Torre del Greco. 
Il suo ingaggio rischiò di trasformare in una battaglia extra calcistica la rivalità tra le due cittadine.
Non solo, le contestazioni dei tifosi corallini aumentarono quando Ferraro scelse l’allenatore che poi avrebbe portato la Turris alla vittoria del campionato nello spareggio ad Avellino contro il Benevento: era Salvatore Esposito, il popolare “Tore u mast" nostro torrese purosangue!
A fine stagione vennero osannati come eroi da Torre del Greco e ringraziati per aver riportato la squadra in C1.
Questo ulteriore dimostrazione di competenza e saldezza di comando fece si che Felicio Ferraro fosse riconosciuto, unanimemente, come una delle personalità piu’ competente del mondo del calcio meridionale.
In altre circostanze è stato costretto a rassegnare le dimissioni, come a Nocera, a Gragnano, con lo stesso Savoia degli ultimi tempi quando i presidenti venivano fuori come funghi dopo la pioggia, frenando la sua passione di fare calcio davanti all’incompetenza, all’incapacità, agli inganni, al nulla.
Felicio Ferraro è uomo tutto d’un pezzo.
Resta, nell’immaginario collettivo torrese, come uno dei simboli piu’ fulgidi, genuini e passionali di tifoso del Savoia e un eterno innamorato dell’ambiente biancoscudato.
A conclusione di questo modesto saluto, nel ringraziare Felicio Ferraro per aver contribuito a rendere piu’ belli quegli anni vissuti assieme al nostro Savoia (Anni Settanta/Ottanta), voglio formulargli, anche a nome della tifoseria torrese, i migliori auguri di un felice e sereno Compleanno in occasione di questo 4 settembre 2021.

                               AUGURI FELICIO!   

***Grazie al Prof. Giuseppe Sasso per il prezioso contributo senza il quale non avrei potuto presentare questo post.
Nonostante abbia incontrato Felicio Ferraro tantissime volte quando ero a Torre fino alla fine degli anni 80, non ho mai avuto occasione di scambiare quattro chiacchiere di persona per la mia proverbiale timidezza, acuita dall'importanza del personaggio e del ruolo carismatico che ricopriva all'interno della società Savoia.
Spero un giorno di incontrare sia lui che gli altri grandi protagonisti di quegli anni per raccogliere ricordi e racconti di un'epoca in cui eravamo intenti a costruire e vivere un sogno bellissimo intorno al vecchio ma sempre magnifico Savoia.   

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