* Notizie tratte da un articolo di Vincenzo Marasco e pubblicate da TORRESETTE nel 2011.
Il Colonnello Sir William Robinson, alto ufficiale dei
Marines della corona britannica, giurò fedeltà alla corte del Re borbonico dopo
i servigi prestati durante le campagne di guerra al fianco del Generale
Marchese Vito Nunziante per la ricacciata dei napoleonici e la riconquista del
Regno. Ma l’importanza del personaggio, a cui la città deve ancora merito, è
ben altra, e non è legata solamente alle sue vicissitudini militari, ma anche
alle sue intuizioni storiche. Robinson, nel frattempo di stanza a Torre
Annunziata, alla direzione della Real Fabbrica d’Armi, venne designato dal suo
amico estimatore - divenuto poi Tenente Generale “al di qua del Faro” e che
intanto sfruttava in maniera molto esaustiva il suo acume imprenditoriale -
alla condotta dei lavori di trivellazione della falesia vulcanica di Capo
Oncino alla ricerca di una sorgiva minerale. I lavori di scavo, avviati nel
giugno del 1831, oltre alla tanto sospirata e ricercata bolla d’acqua,
riesumarono importanti testimonianze murarie di epoca romana. La scoperta di
quei reperti non passò di certo inosservata all’occhio attento di Robinson.
Egli, appassionato di archeologia e profondo cultore delle materie umanistiche,
mettendo fin da subito in campo le sue conoscenze (forse legate alle teorie
settecentesche di Carlo Maria Rosini sull’esistenza di luogo ameno denominato
dagli antichi come “Oplontis”, poco lontano da Pompei e da Ercolano, e
prospiciente alla costa, espresse nel suo “Dissertativo Isagogica”), associò
quei ritrovamenti dubbi all’esistenza di quella località fino a quel momento
ignorata. Di fatto, ebbe ragione. Quelle scoperte erano le prime vestigia di
Oplonti, che ufficialmente rinvenivano alla luce dei tempi dal ventre della
terra. Ovviamente, anche in questo caso, il progresso prevaricò. La scoperta
del Robinson, benché dettagliata, venne spazzata via, ma non il suo pensiero e
le sue convinzioni.
Sir William Robinson morì nel 1836 a Torre Annunziata, vittima
del colera, e fu sepolto nel cimitero della nostra città.
Il suo nome è scritto ancora oggi sulla lapide che ricorda le
tante vittime di quel terribile morbo del 1836, unite nell’estremo riposo in
una fossa comune.
Il 26 novembre 1836 si svolse un commovente discorso funebre
dedicato a William Robinson nella Chiesa di Santa Maria del Carmine di Torre
Annunziata.
Don Cesare Dalbono fece svolgere la funzione e svolgere i
funerali solenni con messa musicale ad opera del Zingarelli ed eseguita dagli
alunni del Collegio di Musica napoletano.
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