lunedì 23 novembre 2020

SILVESTRO DI MARIA- Il ricordo di un Signore.

Ho visto poche persone amare Torre e il Savoia come le amava lui. Silvestro Di Maria era una delle colonne di quel mitico gruppo di giornalisti torresi che hanno raccontato la nostra città, nel bene e nel male, e il nostro amatissimo Savoia.
È rimasto nel cuore di chiunque abbia avuto il privilegio e la fortuna di conoscerlo perchè era una persona speciale. 
Lo ricordo spesso nel ritrovo abituale degli anni 80 presso l’officina di Eduardo Ammendola, l’elettrauto, covo di appassionati tifosi in cui si mangiava pane e pallone. Gente competente, non per niente i maestri giornalisti sportivi della nostra città, da Catello Coppola a Vincenzo Pinto, fecero di quel luogo il punto di ritrovo per sondare, ascoltare e proporre iniziative e suggerimenti che venivano dalla piazza.
Sempre per il bene del Savoia.
Silvestro ascoltava con la sua calma, articolava le sue idee con una chiarezza assoluta, poi "raccontava".
Non solo lo sport, il Savoia.
 Aveva una visione totale sulla realtà sociale della nostra Torre, precisa, acclarata. 
Il mio ricordo scritto lo affido alla lettera della moglie e pubblicata il 28 novembre 2011 su “Lo Strillone”. 
Erano appena trascorsi cinque giorni dalla sua dipartita, quel maledetto 23 novembre del 2011.
 "Un angelo è venuto dal cielo in un bellissimo giorno di giugno ed è vissuto, accanto a me, brevemente. Ogni giorno mi ha colmata d’amore e di rispetto, i suoi occhi erano solo per me. L’amore che nutriva per sua figlia non conosceva confini. Si preoccupava per lei chiedendole dove fosse quando usciva con gli amici: “Non fare tardi” le diceva e si aspettava che rientrasse a casa prima di addormentarsi. Il suo lavoro lo impegnava molto, amava seguire attentamente la salute degli altri, trascurando, a volte, la sua. Era amante del GIUSTO, Silvestro, uomo dai princìpi ineccepibili, sempre pronto a difendere le proprie convinzioni ma, allo stesso tempo disposto ad ascoltare gli altri. Onestà, chiarezza, serietà, tenacia, semplicità e soprattutto amore erano le sue virtù. Non negava il suo aiuto a nessuno. Chiunque abbia avuto l’occasione di conoscerlo, anche se per pochi istanti, diceva di lui che era una persona speciale proprio come un angelo che, improvvisamente, così come era apparso, è tornato in cielo, in silenzio. Amava tanto la sua città, aveva anche il sogno nel cassetto di ritornare a Torre Annunziata (lui che viveva ad Aversa). Il calcio, per lui, era la vita. Non perdeva una sola partita del suo Savoia e questo gli dava la carica per andare avanti fin quando non è arrivata la sofferenza, quella con la “S” maiuscola, quella che quando ti capita non fa sconti a nessuno. Mi diceva che quando il Signore lo avrebbe chiamato in cielo, avrebbe voluto ritornare nel suo ultimo viaggio, per sempre, a Torre, accanto ai suoi amati genitori, ed è quello che ho fatto e posso dire di aver preso la decisione più giusta della mia vita, perché è lì il suo posto, fra la gente che lo ha sempre amato ed apprezzato. Voglio dirvi grazie. Grazie a tutti voi per l’amore che avete dimostrato, per le vostre belle parole, per il vostro calore. In chiesa, il giorno del suo ultimo saluto ho sentito forte battere il cuore di Torre per il mio Silvestro. Sentirvi vicini mi ha dato pace nell’anima e la rassicurazione che gli starete sempre accanto. Grazie.”

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