sabato 27 luglio 2024

Sergio Riggi e Silver Shop- Il binomio di... Fiamma!


               Sergio Riggi e signora Anna Vitagliano, foto Fb



Il 26 settembre 2023, Torre Annunziata ha perso una figura di spicco, un uomo che ha lasciato un'impronta indelebile nella sua comunità: Sergio Riggi, decano dei gioiellieri e fondatore dello storico club di pallavolo Fiamma Torrese. 

Nato il 21 febbraio 1942, Sergio ha trascorso la sua vita all'insegna della dedizione al lavoro, allo sport e al servizio degli altri.

La sua carriera di gioielliere iniziò in un piccolo negozio a Torre Annunziata, da cui, grazie alla sua intraprendenza e alla sua visione, riuscì a dar vita alla prestigiosa gioielleria Silver Shop, in Corso Umberto al numero 21. La passione e la determinazione con cui Sergio affrontava ogni sfida si riflettevano anche nella sua attività imprenditoriale, che divenne un punto di riferimento per la comunità locale e non solo, coadiuvato dalla moglie, signora Anna.

Inevitabile, alla fine degli anni novanta, l'apertura di un negozio più ospitale per la numerosa clientela ed eccoli spostarsi di pochi metri, al numero 37-41.

Ma Sergio Riggi non era solo un imprenditore di successo. 

Membro di una famiglia di militari, era un appassionato di sport, in particolare di pallavolo. 

Fu proprio lui ad acquisire la Fiamma Torrese da Salvatore Guida e Luigi Saporito, portando serenità ed entusiasmo nel  club, garantendo anno dopo anno sostegno e continuità avendo come sponsor negli anni ottanta la EMIFIN Orologi.

 La sua presidenza, coadiuvato all'inizio da Salvatore Guida vice presidente e allenatore della squadra, è stata caratterizzata da un impegno costante e da una visione lungimirante che ha contribuito a rendere l'equipe di Torre Annunziata una delle più rispettate e amate della regione, riuscendo a superare la cronica assenza di palestre per gli allenamenti delle centinaia di giovanissime reclutate per l'attività sportiva. 

Riggi e soci riuscivano a garantire l'iscrizione al Coni, l'abbigliamento sportivo, le spese per le trasferte senza avere contributi comunali, spese che si aggiravano sui cinque milioni di lire all'anno. 

La sua presenza in prima persona nella conduzione della società è durata ben venticinque anni mentre per oltre quaranta ne è stato l'anima.

Il tragico incidente domestico che lo ha portato al trauma cranico e successivamente al peggioramento delle sue condizioni di salute fino al decesso, ha lasciato un vuoto incolmabile in tutta la comunità. 

Ricoverato presso l'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, Sergio ha lottato con la forza e la determinazione che lo hanno sempre contraddistinto, ma purtroppo non è riuscito a superare le conseguenze del grave incidente.

Il cordoglio è stato unanime.

La Ginova Fiamma Torrese, gli abitanti di Torre Annunziata e il movimento sportivo locale hanno espresso il loro dolore per la perdita di un uomo che ha sempre dimostrato grande generosità, bontà d'animo e disponibilità. 

Sergio Riggi era conosciuto per il suo carattere forte, per la sua capacità di mantenere la parola data e per la sua determinazione. La sua morte ha colpito profondamente chiunque lo conoscesse, un dolore atroce per  la moglie Anna e i figli Michele e Iolanda.


La sua storia è un esempio di come dedizione, passione e integrità possano lasciare un segno profondo nella vita degli altri.

 Sergio Riggi ha costruito molto più di una gioielleria o di un club sportivo: ha creato una comunità unita dai valori che lui stesso incarnava.

La sua eredità continuerà a vivere attraverso le persone che ha ispirato e gli obiettivi che ha raggiunto.


Oggi, mentre lo ricordiamo, ci rendiamo conto di quanto fosse prezioso il suo contributo e di quanto ci mancherà il suo spirito indomito. 

Sergio Riggi rimarrà sempre nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzare la sua grandezza non solo come imprenditore e sportivo, ma soprattutto come uomo.

domenica 14 luglio 2024

Lido Santa Lucia- Storia di un Sogno




Il Ricordo del Lido Santa Lucia: 

Splendore e Decadenza a Torre Annunziata


Negli anni 70 e 80, il Lido Santa Lucia a Torre Annunziata rappresentava un'eccellenza tra le strutture balneari della zona. 

Situato all'inizio della zona balneare di Torre Annunziata, il lido era un punto di riferimento per residenti e turisti, grazie alle sue attrezzature all'avanguardia e ai numerosi servizi offerti. 

La stagione dell'80 l'abbonamento mensile costava 350.000 lire e includeva cinque tessere per l'ingresso. 

Inoltre disponeva di un parcheggio interno in grado di ospitare fino a 300 auto, con un costo di posteggio di sole 1.000 lire. 

Era possibile prenotare un parcheggio fisso per tre mesi al prezzo di 50.000 lire.

Tra i servizi offerti, vi erano un bar, un ristorante e una pizzeria, aperti fino alle ore 19, che assicuravano ristoro e servizi agli ospiti. 

Due piscine di acqua di mare depurata, una per adulti e una per bambini, costituivano un'attrazione principale del lido. 

Costruite nel 1980, erano dotate di modernissimi impianti di depurazione e funzionamento elettronico, garantendo acqua pulita e sicura. 

Queste piscine, omologate dal Coni, offrivano corsi di nuoto durante tutta la stagione estiva, da gennaio ad agosto.

Il Lido Santa Lucia non era solo un luogo di relax, ma anche di intrattenimento. 

La gestione del Lido Santa Lucia negli anni '60 e '70 era affidata alla famiglia Paliotti, un'importante dinastia industriale napoletana che curava ogni aspetto della struttura con grande dedizione. 

La famiglia Paliotti ha garantito per anni un servizio di alta qualità, rendendo il lido un luogo prestigioso e ben frequentato.

Le serate danzanti erano molto popolari e chiudevano spesso con spettacoli memorabili, rendendo il lido un centro vivace di cultura e svago.

Ogni sabato e durante le serate estive si organizzavano manifestazioni turistiche, giochi e concorsi, tra cui selezioni per Miss Italia, che animavano la vita del lido e attiravano numerosi visitatori. 

Era un luogo prestigioso, simbolo di un'epoca di splendore mondano per Torre Annunziata.

Negli anni '80, il Lido Santa Lucia ha visto diversi cambi di gestione.

La struttura ha conosciuto un rapido declino, fino a essere chiusa e abbandonata. 

Tuttavia, è importante sottolineare che il rapido declino della struttura, fino alla sua chiusura e abbandono, non è stato causato dai lavoratori o dai gestori, ma da cause esterne indipendenti dalla loro volontà.

Oggi restano solo poche macerie a testimoniare la sua passata gloria, nonostante i numerosi piani di recupero e ristrutturazione che non si sono mai concretizzati. 

Questa triste vicenda riflette una realtà comune a molte strutture storiche della nostra città, che troppo spesso vedono svanire la loro bellezza e importanza nel tempo.

Nonostante tutto, la memoria del Lido Santa Lucia ci ricorda quanto la nostra città possa offrire, e alimenta il desiderio di una rinascita. Speriamo che un giorno, grazie alla volontà e all'impegno di tutti, il "Nuovo Lido Santa Lucia" possa tornare a splendere, restituendo alla città un pezzo della sua storia e del suo orgoglio.

sabato 13 luglio 2024

Il pino misterioso e il costo degli scavi-


                    -Antonio Papa e Vincenzo Marasco-





Sullo sfondo, il pino abbattuto nella foto  tratta da "TgCooper", 1985


L'abbattimento del pino secolare presso la villa di Poppea a Torre Annunziata nel 1985 forse venne attuato in nome della  salvaguardia degli scavi.

In verità, come si evince da un articolo su "TgCooper" del 1985, l'abbattimento avvenne in modo repentino e sottovoce, al fine di evitare malumori e critiche da parte dei cittadini e gli amanti del patrimonio storico e naturale. 

La decisione di eliminare un esemplare così maestoso, con una circonferenza di circa 3 metri e un'altezza di 10 metri, sembra controintuitiva, soprattutto considerando il valore estetico e ambientale di tale albero. 

Non conosciamo la vera ragione di questa decisione neanche oggi a distanza di quarant'anni. 

Possiamo solo avanzare delle ipotesi  su questa scelta. 

Una possibilità è che l'albero fosse considerato un pericolo strutturale per i resti archeologici, potenzialmente destabilizzando le fondamenta della villa di Poppea con le sue radici estese. 

Inoltre, la manutenzione e la gestione di un albero di tale grandezza possono presentare sfide logistiche e finanziarie, che le autorità potrebbero aver giudicato insostenibili.

Tuttavia, l'abbattimento di un elemento naturale e scenografico come un pino secolare dovrebbe essere l'ultima risorsa, da considerare solo quando non esistono alternative praticabili.

La puntellatura e il rafforzamento delle radici e della struttura dell'albero avrebbero potuto rappresentare una soluzione più rispettosa dell'ambiente e del contesto storico.

La decisione di rimuovere l'albero, quindi, appare come una perdita significativa non solo per l'ecosistema locale, ma anche per il valore paesaggistico e culturale dell'area archeologica.

Questo evento si inserisce in un contesto più ampio di perdita delle bellezze naturali in nome della modernizzazione e dello sviluppo urbano che Torre Annunziata ha subito già dagli anni cinquanta e sessanta con una incredibile e inarrestabile speculazione edilizia.

Spesso, alberi secolari e altre componenti naturali vengono sacrificati per far spazio a costruzioni, infrastrutture e altre opere. 

Ogni volta che ciò accade, si perde una parte della storia e della bellezza del luogo. 

La tutela del patrimonio naturale dovrebbe essere considerata tanto importante quanto quella del patrimonio storico, poiché entrambi contribuiscono all'identità e al fascino di un'area. 

Abbattere un albero secolare è un peccato non solo per la perdita di un esemplare unico, ma anche per l'impatto negativo sull'ambiente e sulla memoria collettiva di tutta la città.

giovedì 11 luglio 2024

Tommaso D'Ambrosio- Artista e Anima di Torre Annunziata












Tommaso D’Ambrosio, nato a Torre Annunziata l'11 luglio 1925, è stato una figura eminente nel panorama artistico italiano del Novecento. Formatosi presso l'Istituto d'Arte di Napoli sotto la guida di illustri maestri come Striccoli, Chiancone e Casciano, e dello scrittore Vasco Pratolini, ha sviluppato uno stile unico che lo ha reso un protagonista indiscusso della scuola napoletana e caposcuola dell'impressionismo.


Dopo aver insegnato in diverse città campane, nel 1968 si trasferisce a Roma, continuando la sua carriera didattica nelle scuole medie della capitale.

La sua dedizione all'insegnamento è stata pari al suo impegno artistico, che lo ha visto esporre in numerose mostre personali e collettive, sia in Italia che all'estero. Le sue opere, caratterizzate da una pittura limpida e serena, senza compromessi o ruffianerie, riflettono il suo carattere genuino e la sua capacità di dipingere con l'anima.


Secondo il critico d'arte Gaetano Basilici, le tele di D’Ambrosio sono un piacere per gli occhi, capaci di coinvolgere profondamente lo spettatore attraverso colori sapientemente distribuiti.

Dopo la sua scomparsa nel maggio del 2005, le sue opere continuano a vivere e a raccontare la sua essenza artistica.


D’Ambrosio ha avuto un ruolo significativo nella promozione dell'arte a Torre Annunziata, partecipando attivamente al Gruppo Artisti Torresi negli anni '60 e dirigendo la Scuola Serale D’Arte, un'iniziativa volta a diffondere la cultura artistica tra i giovani. 

Palazzo Criscuolo, sede del Comune di Torre Annunziata, ospita alcune delle sue splendide tele, testimoniando il suo profondo legame con la città natale e la sua influenza duratura sulla comunità artistica locale.

martedì 2 luglio 2024

Comunardo Niccolai- Nel segno del ...Savoia!























Comunardo Niccolai, ex calciatore, allenatore e tecnico della Nazionale, ha segnato una pagina importante della storia del calcio italiano e della squadra del Savoia di Torre Annunziata. Niccolai, noto per aver vinto un campionato con il Cagliari in Serie A e per aver giocato nella Nazionale Italiana, iniziò la sua carriera da allenatore proprio con il Savoia nel campionato 1980-81 in Serie C2. 

Peppe Sasso, storico dirigente del Savoia, ricorda quell'annata in cui il presidente Franco Immobile decise di puntare su Niccolai per guidare la squadra. 

Affiancato dai dirigenti Ercolino Castaldo e Felice Ferrario, Niccolai iniziò la stagione con grande entusiasmo, portando il Savoia a superare la qualificazione in Coppa Italia, eliminando squadre come Paganese e Nocerina. 

Anche l'inizio del campionato fu promettente: nelle prime tre partite, il Savoia ottenne 5 punti con un pareggio all'esordio contro lo Squinzano, una vittoria esterna contro il Sorrento e un convincente 4-1 contro il Ragusa.

Per coinvolgere i tifosi e incentivare l'acquisto dei biglietti, Sasso ricorda come i dirigenti lasciavano i biglietti nei vari bar e ritrovi della città, vendendoli a un prezzo ridotto rispetto a quelli in vendita allo stadio la domenica. Sasso e Ferrario si occupavano poi di ritirarli la domenica mattina. 

Questo sistema contribuì a creare un clima di attesa e partecipazione attorno alle partite del Savoia.

Era una stagione che era iniziata sotto i migliori auspici e faceva presagire risultati importanti. 

Nonostante il promettente inizio, la stagione di Niccolai al Savoia fu breve. Dopo la sconfitta per 2-0 contro la Nuova Igea a Taormina, in una trasferta che coinvolse numerosi tifosi in un viaggio fino alla Sicilia, iniziarono a emergere i primi segnali di crisi. La sconfitta fu seguita da qualche altro passo falso, fino alla sconfitta contro la Palmese. 

Questi risultati portarono all'esonero di Niccolai dopo appena cinque partite di campionato. 

Dopo questa breve e difficile esperienza come allenatore, Niccolai decise di non intraprendere ulteriormente la carriera di tecnico di club, dedicandosi invece al settore delle nazionali giovanili. 

La sua dedizione e il suo impegno nel seguire i giovani calciatori italiani hanno lasciato un segno importante.

Oggi, mentre lo ricordiamo, è doveroso rendere omaggio a un uomo che, con i suoi pregi e difetti, ha contribuito a scrivere una pagina della storia del calcio italiano e, per quello che ha potuto, del Savoia. 

Anche se la sua carriera da allenatore non ebbe il successo sperato, il suo amore per il calcio e la sua volontà di trasmettere la sua esperienza alle nuove generazioni sono stati un esempio di dedizione e passione per questo sport.

Comunardo Nicolai non è stato solo "il re degli autogol" – un'etichetta ingiustamente attribuitagli – ma un calciatore e un uomo che ha segnato un'epoca ormai che vive nei ricordi degli sportivi di qualche generazione fa.

Oggi, mentre lo salutiamo per l'ultima volta, il suo ricordo rimarrà vivo nei cuori di chi lo ha conosciuto e apprezzato, sia come calciatore che come uomo.

Alla famiglia, alle persone che gli sono state care, il saluto e il rispetto al Mister Niccolai da chi ha vissuto quell'ottobre 1980 a Torre Annunziata e aveva sperato in un finale diverso.


La Piccola Ribalta Oplontina: Una Storia di Passione e Impegno

La Piccola Ribalta Oplontina, fondata nel 1974, è una delle più antiche associazioni di promozione teatrale di Torre Annunziata. Nata all...