DON FILIPPO FUSCA
Don Filippo Fusca- Foto FB- |
Nato a San Calogero in Calabria nel
1940, Don Filippo Fusca arrivò molto giovane a Torre Annunziata.
Già all’inizio degli anni Settanta
venne chiamato a dirigere quel grande centro di vita e attività giovanile dell’oratorio
dei Salesiani, forse unico centro ricreativo per i ragazzi torresi dell’epoca.
Era un prete molto atipico per come
era percepita la figura sacerdotale in quegli anni.
Nel corso delle mie letture inerenti
questo storico personaggio, che ha lasciato una traccia profonda in quella
generazione di ragazzi, sono innumerevoli gli aggettivi con il quale veniva
citata ed evidenziata la sua bella figura e la sua forte personalità.
Era un grande appassionato della vita
reale, del vivere in mezzo alle persone, tra i suoi ragazzi, aiutandoli
soprattutto nell’avviamento alla vita sociale e alla formazione.
Grande educatore, aveva il dono di
trasmettere entusiasmo e coraggio anche nelle situazioni più avverse.
Furono anni di grandi trasformazioni nei
Salesiani, l’avvento di Don Filippo rivoluzionò le coscienze e il modo di
pensare dei suoi tanti interlocutori.
Innumerevoli iniziative, volte a
migliorare e valorizzare le risorse individuali al servizio della comunità, gli
valsero il soprannome di “Prete rosso”.
Tra le iniziative più dirompenti, l’istituzione
della “Scuola Popolare”, che permetteva ai lavoratori di frequentare la scuola
nel serale per il conseguimento della licenza media.
Gli operai li reclutava fuori le fabbriche, all'uscita dei turni di lavoro.
Gli operai li reclutava fuori le fabbriche, all'uscita dei turni di lavoro.
Instancabile il suo impegno nel
sociale, inarrivabile nella programmazione di dibattiti, cineforum,
volantinaggi.
Tanta vivacità “sociale” andavano ad
intaccare, inevitabilmente, l'animo di qualche elemento ancorato alla tradizionale
formazione ecclesiastica “classica”.
Continuamente attaccato per questa sua visione
innovatrice, nel 1975 Don Filippo venne allontanato da Torre Annunziata e trasferito presso
la sua zona di origine, Vibo Valentia.
Il suo addio al nostro paese non passò
inosservato.
Il Vescovo Grimaldi, venuto a Torre
per consacrare il suo sostituto, venne clamorosamente contestato dai giovani sostenitori di
Don Filippo, ma non volle sentire ragioni.
Riuniti sotto la protezione di D’Amelio, tramite “La Voce della Provincia”, il gruppo di coloro che erano avversi all'opera Don Filippo, non esitò a
sferrare ancora un ultimo attacco a colui che, nel corso di quei pochi anni, seppe riunire e forgiare centinaia
di ragazzi nel vuoto assoluto della vita sociale a Torre Annunziata.
L’articolo, pubblicato il 4 ottobre del
1975, eliminò i dubbi sulla corrente che avversò l’opera di Don Filippo.
Ma chi erano, individualmente, gli artefici dell’avversione
a Don Filippo?
Chi tramava contro quel prete
progressista e innovatore?
Soprattutto, perché?
A distanza di oltre quarant’anni ci sono
ancora domande che meritano risposte.
Lo dobbiamo alla sua memoria.
Don Filippo Fusca è morto diversi anni fa.
Spesso raccontava, agli interlocutori torresi rimasti in contatto con lui, il rammarico per quello che avrebbe
potuto dare alla nostra città e ai suoi giovani in particolare.
Non gli venne dato tempo.
Forse, era troppo avanti per noi.
Il titolo dell'articolo è emblematico.
Il titolo dell'articolo è emblematico.
La Voce della Provincia- 1975, 4 ottobre |
Spesso il bene viene sconfitto dall'invidia e dal male che cova dentro gli oscuri personaggi, ma rimane in tutti, la forza che ha profuso a piene mani in questa terra troppo strana...Grazie Antonio...
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