venerdì 13 aprile 2018

13 Aprile 1978, ma perchè devono morire cosi i giovani nella mia città?




CORRIERE DELLA SERA, 1978, 14 APRILE




Per parlare della morte di Nicola Avella bisogna ricordarsi del contesto in cui si viveva nel 1978, e in generale in quegli anni, dove spadroneggiava come principale fonte di guadagno per migliaia di persone il contrabbando delle sigarette, in tanti comuni vesuviani, con Torre Annunziata a farla da protagonista.

Immancabili gli interventi dei finanzieri, accompagnati spesso dai baschi verdi provenienti da Napoli, impegnati a contrastare con i mezzi a disposizione, sia di terra che di mare, ingaggiando una lotta senza quartiere con i clan locali.

Ai loro controlli si aggiungevano, piuttosto blandamente, quello dei carabinieri e della polizia di Stato, i quali avevano un atteggiamento piu’ morbido nel contrastare il fenomeno contrabbando, relegando le loro mansioni al controllo della piccola delinquenza.

Purtroppo bisogna constatare che a causa della rarità di controlli dei carabinieri e dei poliziotti, con posti di blocco e interventi volti a tutelare gli inermi cittadini torresi, capitava spesso che l’inesperienza dei giovani allievi, la paura, e una tensione a volte eccessiva, fosse causa di tragedie e drammi familiari che sarebbero rimasti come marchi indelebili nel tessuto sociale cittadino.

Nicola Avella è, era, uno dei tanti ragazzi, veramente tanti, che perse la vita proprio a causa di un posto di blocco non rispettato, di una paura folle nel fermarsi al controllo, del terrore di trovarsi un’arma puntata addosso dalle forze dell’ordine.

Ecco, questo in poche parole, il tragico destino di Nicola, colpito in una strada periferica torrese, mentre a bordo di una “124” assieme a tre amici, decisero di scappare e non fermarsi al posto di blocco.

Il militare di servizio assieme al sottufficiale, dopo un attimo di esitazione esplose una raffica di mitra mirando alle gomme dell’auto, secondo la versione data dagli stessi carabinieri nel loro interrogatorio.

Un colpo alla testa ferì mortalmente Nicola, che per le condizioni critiche in cui versava venne trasportato immediatamente al Cardarelli di Napoli.

La sua agonia durò l’arco di una notte.

Non riuscì a riprendersi nonostante i medici lo avessero sottoposto a un delicato intervento chirurgico nel tentativo di salvargli la vita.

Morì il giorno dopo.

Un altro giovane ragazzo vittima dell’imbarbarimento e del degrado che ormai aveva assunto il contrabbando nella nostra terra, trasformatosi da “lavoro semi autorizzato” dallo Stato a crimine da estirpare senza pietà per nessuno nel corso di pochi anni.

Morire così, capitava spesso a Torre Annunziata.

Quella sera purtroppo capitò a Nicola Avella, 14 anni.

Ma poteva capitare a chiunque, veramente….


NICOLA AVELLA - CORRIERE DELLA SERA, 1978, 14 APRILE

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