sabato 14 aprile 2018

La favola d'amore di Nino e Maria, dal carcere alla vita!


Un omicidio avvenuto il 22 dicembre 1955 è alla base di questa clamorosa storia, chiassosamente commentata all’epoca dall’opinione pubblica, che vide come protagonista una bella ragazza, Maria Toth, ventiduenne siciliana di origini ungherese trasferitasi con la famiglia a Porto Ceresio.


Maria Toth- La Stampa- 1957, 17 aprile


Quella sera di dicembre, la ragazza uccise con sette colpi di pistola il fidanzato, aspettandolo all’uscita del suo negozio di barbiere, perché questi si era rifiutato di dar seguito alla sua promessa di matrimonio.

Dalle accuse si evinse che ella era stata pesantemente incoraggiata dalla mamma affinché fosse compiuta la terribile azione per ripagare la famiglia del disonore occorso.

Infatti, solo due giorni prima, avevano comprato la pistola da un armaiolo a Varese, e fu la stessa mamma, secondo testimoni, a gridare verso la figlia di sparare tutti i colpi in canna verso il giovane sventurato ex fidanzato.

Inevitabile le condanne in sede processuale.

Ma non è questo che ha risvegliato la nostra curiosità, nonostante il tragico fatto ricordasse un altro simile che avevamo raccontato tempo fa e accaduta nel 1945, riguardante la nostra giovane torrese Lidia Cirillo, uccisore del suo fidanzato, un ufficiale inglese che si era rimangiato anch’egli la promessa di matrimonio.


Negli articoli di giornali che seguirono le fasi processuali dei dibattiti presso la Corte d’Assise d’Appello, tra il 14 e 15 aprile del 1957, giunse alla ribalta un’altra vicenda, quasi una favola.

Dietro le transenne riservate al pubblico in aula giudiziaria, venne notato un giovanotto che spesso ricambiava sguardi teneri e sorrisi timidi con la bella Maria.

Incuriositi, i giornalisti iniziarono a fargli delle domande a cui, candidamente, il ragazzo rispose.

Si chiamava Nino Izzo, ventitreenne imbianchino di Torre Annunziata, che raccontava di aver conosciuto Maria nel carcere di San Vittore dove lui stava trascorrendo una breve pena relativa ad un furto.

Un giorno, mentre stava imbiancando un soffitto in un corridoio del carcere nel reparto femminile, intravide dietro le sbarre il volto di Maria Toth.

Dai primi sguardi, da quei sorrisi in carcere, nacque l’amore tra i due ragazzi.

La corrispondenza postale fece il resto.

Furono centinaia le lettere che i due ragazzi si scambiarono ora che Nino, tornato a Torre Annunziata e ripreso il suo lavoro di imbianchino, aveva terminato di pagare la sua pena.

La sentenza finale del processo d’appello contro Maria e la mamma, riformulò le condanne iniziali, inasprendo la pena e portandola a 14 anni per Maria e quasi 10 anni di reclusione per la madre istigatrice.


Nonostante tutto, la decisione di sposarsi venne confermata da entrambi e nel mentre si attendevano i risultati relativi al processo d’appello, i legali dei due ragazzi vennero incaricati di preparare tutti i documenti necessari per il matrimonio.

Nella sua drammatica e difficilissima realtà, una bella storia d’amore fatta di coraggio, passione e voglia di riscattarsi.

Grazie a Nino e a Maria per averci fatto sognare con il loro bel racconto, una favola di altri tempi.

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