22 aprile 1969
Ancora una volta, uno sciopero cittadino blocca la città.
Niente di nuovo, direte, ormai ci si era abituati a questi cortei di operai, messi a dura prova dall'imminente crisi in cui sarebbe piombato, da li a poco, l'intero reparto siderurgico che tanto aveva investito nelle nostre aree piu' depresse dopo il miracolo economico tutto torrese dell'era dell'arte bianca.
Quindi, ancora corteo, ancora adunata in piazza Nicotera, e ancora solidarietà dal mondo politico di sinistra con gli interventi sul palco, opportunamente attrezzato, dell'on. Angelo Abbenante in rappresentanza del Partito Comunista Italiano e dell'on. Avolio del PSIUP.
La nota curiosa di questa volta è la presenza, o almeno, la tentata incursione di una trentina di giovani attivisti filo-marxisti proveniente da Napoli che tentarono di inserirsi nel corteo, con tanto di cartelli e scritte inneggianti a Mao Tze Tung.
Mao, gran capo della Cina, aveva lanciato nel 1966 la Grande Rivoluzione culturale.
In pratica affidava il potere alle Guardie Rosse mentre la gerarchia veniva sostituita da gruppi di giovani.
Proprio nell'aprile del 1969, Mao dichiarò chiusa quell'esperienza temendo la degenerazione del Partito.
I trenta giovani napoletani inneggiavano proprio in favore a questa nuova decisione di Mao.
Ma non furono accolti bene dagli operai torresi.
Come riporta l'articolo, non mancarono pugni e schiaffi per loro e per la loro solidarietà verso una parte dei cinesi.
Il lavoratore torrese, preoccupato per l'andamento occupazionale delle nostre industrie, aveva altro a cui pensare e non permise infiltrazione che potessero distogliere l'attenzione sull'obbiettivo finale: il mantenimento del posto di lavoro.
Purtroppo, come la storia ci ha insegnato, non servì a molto neanche questo...
Ancora una volta, uno sciopero cittadino blocca la città.
Niente di nuovo, direte, ormai ci si era abituati a questi cortei di operai, messi a dura prova dall'imminente crisi in cui sarebbe piombato, da li a poco, l'intero reparto siderurgico che tanto aveva investito nelle nostre aree piu' depresse dopo il miracolo economico tutto torrese dell'era dell'arte bianca.
Quindi, ancora corteo, ancora adunata in piazza Nicotera, e ancora solidarietà dal mondo politico di sinistra con gli interventi sul palco, opportunamente attrezzato, dell'on. Angelo Abbenante in rappresentanza del Partito Comunista Italiano e dell'on. Avolio del PSIUP.
La nota curiosa di questa volta è la presenza, o almeno, la tentata incursione di una trentina di giovani attivisti filo-marxisti proveniente da Napoli che tentarono di inserirsi nel corteo, con tanto di cartelli e scritte inneggianti a Mao Tze Tung.
Mao, gran capo della Cina, aveva lanciato nel 1966 la Grande Rivoluzione culturale.
In pratica affidava il potere alle Guardie Rosse mentre la gerarchia veniva sostituita da gruppi di giovani.
Proprio nell'aprile del 1969, Mao dichiarò chiusa quell'esperienza temendo la degenerazione del Partito.
I trenta giovani napoletani inneggiavano proprio in favore a questa nuova decisione di Mao.
Ma non furono accolti bene dagli operai torresi.
Come riporta l'articolo, non mancarono pugni e schiaffi per loro e per la loro solidarietà verso una parte dei cinesi.
Il lavoratore torrese, preoccupato per l'andamento occupazionale delle nostre industrie, aveva altro a cui pensare e non permise infiltrazione che potessero distogliere l'attenzione sull'obbiettivo finale: il mantenimento del posto di lavoro.
Purtroppo, come la storia ci ha insegnato, non servì a molto neanche questo...
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