Aveva già vinto il Giro ciclistico della Campania nel 1970.
Franco Bitossi, detto “cuore matto”, quella volta aveva
approfittato del lavoro del suo fedelissimo gregario per giungere primo al
traguardo.
Era soprannominato "Cuore matto"
perché era affetto da improvvisi attacchi di tachicardia che lo
costringevano a fermarsi in corsa.
Ora, dopo due anni, eccolo di nuovo sulle strade della
Campania, assieme ai compagni di squadra e rivali per contendersi il
prestigioso trofeo ciclistico, forse il piu’ importante che si svolgeva al Sud.
La gara era stata abbastanza lineare per tutto il tragitto
campano.
Ci furono degli scatti, qualche tentativo di fuga, ma il
tutto era sotto il controllo del gruppone che era riuscito a rintuzzare le varie
iniziative.
Neanche la scalata dell’Agerola aveva favorito una certa
selezione tra i pretendenti la vittoria finale.
Dopo quasi cinque ore di corsa e duecento chilometri
percorsi, era chiaro che la svolta decisiva sarebbe arrivata nel corso della scalata
al Vesuvio, sede del traguardo.
Uno dei piu’ indiavolati sembrava il buon Dancelli che non
perdeva occasione per dare battaglia nella evidente intenzione di assottigliare
il gruppo prima di arrivare sul Vesuvio.
Ad un certo punto nei pressi di Castellammare di Stabia inizia
una decisa fuga.
Il vantaggio da parte del gruppetto guidato da Dancelli
prende forma e, si pensa, che con questa andatura possano giocarsela tra loro
sulla durissima salita del Vesuvio.
All’improvviso, succede l’imprevisto.
Giunti a Torre Annunziata i nostri trovano la strada
sbarrata a causa della chiusura di un … passaggio a livello!!!
Inevitabilmente, la frenata del gruppetto viene salutata di
buon grado dal resto dei concorrenti che inseguivano, ormai rassegnati, davanti
alla loro fuga.
Tra questi, Bitossi.
Ricongiuntosi con il gruppo di testa, tutti i ciclisti si
ritrovarono fermi davanti al passaggio a livello di Torre Annunziata!
La bagarre fu enorme.
Al passaggio del treno le imprecazioni degli ex fuggitivi
non si sprecarono!
Riaperte le sbarre, ripresero immediatamente la fuga.
Era sempre Dancelli a menare la danza ma, stavolta, era
marcato stretto dal gregario di Bitossi, il generoso Bergamo.
E proprio Bergamo fece di tutto per annullare gli ultimi
sforzi di Dancelli.
Per Bitossi, che seguiva a ruota tutto lo sviluppo della
fase finale, fu un gioco da ragazzi infilarsi negli ultimissimi chilometri e
proiettarsi verso la vittoria finale.
Probabilmente, al grande Bitossi resterà nei suoi ricordi
Torre Annunziata e, soprattutto, il passaggio a livello chiuso, senza il quale
non avrebbe mai potuto vincere il Giro ciclistico della Campania il 30 marzo
del 1972.
Qualche mese dopo Franco Bitossi fu protagonista dello
sfortunato epilogo dei Campionati Mondiali che si svolsero a Gap, in Francia.
Nei chilometri finali era in testa alla corsa con altri sei
corridori: gli italiani Michele Dancelli (ancora lui!) Marino Basso, Eddy
Merckx, Guimard, Zoetemelk, e Mortensen.
Gli italiani controllavano la gara, essendo Dancelli e Basso i
due migliori velocisti del lotto. A quattro chilometri dall'arrivo, il francese
Guimard provò una fuga e Bitossi lo seguì per marcarlo, visto che Guimard era
pericoloso e veloce. Vedendo che Bitossi non collaborava alla fuga, Guimard
rallentò.
In
un'intervista Bitossi ha poi ricordato quel momento: «Ero fresco perché stavo
alla ruota del francese. Ho pensato: Merckx è un amico di Guimard e non si sta
dannando per inseguirlo. Dancelli e Basso sono italiani e quindi non stanno
inseguendo. Guimard è stanco. Solo Zoetemelk e Mortensen potrebbero opporsi, ma
sono in minoranza».
Così Bitossi scattò e si sbarazzò facilmente di Guimard. A 1.300
metri dall'arrivo, il corridore azzurro si voltò e vide il gruppetto a 300
metri. Lungo il rettilineo finale in leggera salita Zoetemelk, Guimard e Merckx
lanciarono l'inseguimento, Bitossi si voltò a ripetizione e cambiò più volte
rapporto nel tentativo di trovare la cadenza giusta, mentre il vento contrario ne
rallentava ulteriormente la marcia.
Fu raggiunto proprio sul traguardo dal gruppo guidato
dall'azzurro Basso, che lo superò sulla linea lasciandogli la medaglia d'argento
In quell’occasione Marino Basso divenne campione del mondo.
La fortuna che aveva aiutato Bitossi a Torre Annunziata non si ripropose in quella giornata, molto piu' importante, in terra francese.
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