Non sarò certo io a ricordare la figura di Francesco Maria Cuculo, sindaco dal 1995 al 2005 a Torre Annunziata.
Personaggi autorevoli e di prestigio hanno ricordato con molta onestà la persona di elevata cultura, professionista di alto livello morale e civile.
Due ricordi, però, mi fecero a suo tempo avvicinare, seppur da lontano, al personaggio, sindaco di una città allo sbando in cerca di riscatto.
Si era nel 1995, e dopo 30 mesi di commissariamento del comune sciolto dal Ministro degli Interni, a Torre Annunziata vennero indette le nuove elezioni. I torresi, dopo tanto tempo di commissariamento, ebbero l'occasione di ritornare al voto e scegliere il nuovo sindaco.
I due schieramenti issarono sulle rispettive bandiere due simboli importanti: da una parte il centro-sinistra con l'avvocato Francesco Maria Cucolo, dall'altra parte il centro-destra con Vincenzo Sica, commercialista e leader dei forzisti torresi.
Fu una campagna elettorale durissima e la vittoria di Cuculo non fu affatto scontata.
Vissi da lontano, in quei primi anni di esilio, tutta la campagna elettorale.
Alla fine della conta dei voti, si era novembre, Cuculo ottenne 11987 voti raggiungendo il 45%, mentre Sica raggiunse 4820, circa il 18%.
Apparve evidente, al termine di questi risultati, la delusione sul volto e nelle dichiarazioni di Cuculo, in quanto si aspettava una vittoria al primo turno.
I due contendenti andarono al ballottaggio del 3 dicembre e, dopo quest'altra votazione, la vittoria di Cucolo, per quanto non nettissima, venne confermata: 61% contro il 39 % del rivale Sica.
A Cucolo andarono 11804 voti, 100 in meno rispetto alla votazione di novembre, mentre Sica riuscì ad aggregare attorno al suo nome 7465 voti, quasi 2800 in più rispetto alla votazione del mese prima.
Da prassi, istituzionale, la prima dichiarazione alla stampa di Francesco Maria Cucolo, nuovo sindaco di Torre Annunziata:
” È stata un'esperienza fantastica. Ma non possiamo permetterci di dormire sugli allori. Essere stato scelto da 11000 persone mi onora, ma io sarò il sindaco di tutti i cittadini, anche dei 7000 che non mi hanno appoggiato e dei 20.000 che non sono venuti a votare. Il lavoro duro comincia adesso. Rimbocchiamoci le maniche per non deludere questa gente che ha avuto fiducia in me.”
Iniziò così l'era Cucolo sindaco.
L'altra vicenda in cui ebbi modo di interessarmi al sindaco riguarda la partita di calcio tra il Savoia e il Napoli, la partita negata.
Un pasticcio che va avanti dal novembre del 1999 e di cui ancora oggi non si conosce la verità assoluta su come si svolsero i fatti.
Certo è che quella partita, valevole per il campionato di Serie B, non fu fatta disputare a Torre Annunziata per ordine del prefetto Romano di Napoli a seguito di una storia di biglietti destinati a Napoli e venduti in parte alla tifoseria di Torre Annunziata.
Al momento dell'ordine della prefettura e della Lega Calcio di giocare ad Avellino scoppiarono un mare di polemiche.
Le due società si accusarono a vicenda di brogli e la questione raggiunse le aule del tribunale.
In questo clima infuocato, sabato 13 novembre 1999, giocò la sua carta anche il sindaco Cucolo che annunciò le dimissioni da sindaco di Torre Annunziata, nella speranza che il prefetto cambiasse idea sullo svolgimento della sede della partita.
Clamorosa e appassionata la sua presa di posizione:
” Torre Annunziata da tempo sta sperimentando un percorso di recupero sociale come la sana fruizione degli spettacoli sportivi contro gli episodi di violenza e questo sforzo stava dando i primi frutti sperati che ora mi auguro non si interrompa per le mie vicende personali. Il sottoscritto si è sempre impegnato in prima linea in questa direzione, nonostante non si faccia nulla per i tanti giorni di questa città, come pure in termini di sviluppo: imprenditori restii, infrastrutture negate e Dio solo sa che ci occorrono come il pane. Torre Annunziata però sta risalendo la china, ed è necessario che continua a marciare su questa strada. Ma alla luce di questa decisione di negare uno spettacolo sportivo così atteso dalla città, chi lo va a dire ai tifosi e con quale giustificazione! Trovo tutto questo assurdo, ed io resto dalla loro parte!”
Un intervento giusto e deciso, dettato piu' dal cuore che dalla ragione, che invase le prime pagine dei giornali l'epoca.
Un Cuculo deluso ma deciso nella difesa dei diritti di un popolo e dei suoi principi.
Non ci fu nulla da fare, la partita si svolse ugualmente ad Avellino il Savoia perse anche sul campo da gioco, iniziando una parabola discendente che lo avrebbe portato in breve di nuovo in Serie C.
Passarono i giorni e le polemiche non si placarono mentre le dimissioni di Cuculo furono lasciate cadere nell'oblio.
Forse, si capii che la colpa maggiore della brutta vicenda era da attribuirsi a un comportamento poco chiaro del presidente del Savoia Mario Moxedano.
Cuculo riprese il suo ruolo di garante della città alle prese con un epocale cambiamento, come poi avvenne, di mentalità, coraggio e dignità rispetto al tremendo passato.
Alla vigilia del secondo mandato la sua dichiarazione d’intenti fu chiara e netta:
«Ciò che più mi inorgoglisce è che, nonostante le enormi difficoltà, la mia coalizione è rimasta compatta, unica nel panorama assai tormentato della provincia». Il primo scoglio era rappresentato dalla perdita di identità, il secondo dalla sfiducia, mentre il recupero della legalità era più necessario dell'aria. Su questo cammino impervio, la giunta di centrosinistra ha arrancato con fatica, completando opere pubbliche per decine di miliardi bloccate da anni, avviando un programma di riqualificazione per il "Penniniello", zona 219, battendo sul tasto del contratto d'area”.
Furono le premesse per la vittoria nel secondo mandato, portato a termine ad aprile del 2005.
Se questa città è riuscita a risorgere dalle violenze, dalla corruzione, dall’omertà, dagli omicidi, dal terrore che un sistema colluso aveva messo in piedi, clamorosamente, negli anni 80, buona parte del merito lo deve a quest’uomo.
E di questo cambiamento non possiamo che esserne grati e rispettosi a Francesco Maria Cucolo.
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