mercoledì 8 aprile 2020

Salvatore Fiorentino, "Tore ò russ"- L'uomo di ... ferro!







Si chiamava Salvatore Fiorentino, ma per tutti era “Tore ò russ”.

Nato a Napoli il 30 novembre 1929, aveva fin da piccolo seguito le orme del padre in officina in quella lavorazione che sarebbe diventata, oltre che fonte di guadagno e sostentamento per la  famiglia, una vera e propria missione.

Il recupero dei tanti metalli che compongono un motore o un elettrodomestico non piu’ funzionante è una lavorazione molto particolare e richiede grande spirito di sacrificio, forza e pazienza, ma soprattutto, tanta fatica.

Doti che non mancavano a “Tore ò russ”.

Armato dei tre attrezzi che servivano a portare a termine la spartizione degli elementi, usava una tecnica che, ormai, aveva affinato nel corso dei decenni.

I suoi strumenti di lavoro erano il martello, lo scalpello e il cacciavite.

E, solo con quelli, riusciva a suddividere le matasse di rame che recuperava dall’interno di un motore, oppure sezionare le viti e rondelle da un fornetto, recuperare la ghisa da un vecchio bollitore o da una piastra.

Non si era mai fermato da quando, fin da piccolo, la sua famiglia si era trasferita a Torre Annunziata.

Negli anni tra il cinquanta e il sessanta era il punto di riferimento dei nostri padri nella realizzazione di uno strumento legato alla loro gioventu': il “carruocciolo”.

Questo veniva realizzato a mano, assemblando due assi di legno e una tavola centrale che faceva da base.

Alla estremità si legava una corda che lavorava come fosse uno sterzo, per frenare si usavano i piedi.

Per far muovere il tutto servivano i famosi cuscinetti.

“Tore u russ” era colui che risolveva il problema per coloro che volevano comprarli a poco prezzo.

Nel corso degli anni la sua “officina” di via Toselli era divenuta una istituzione per la consegna e la raccolta del materiale, in attesa dello sminuzzamento finale.

Non buttava via nulla, tutto veniva smantellato e diviso per poi poter consegnare a chi si sarebbe occupato di dare nuova vita al materiale recuperato.

Alla fine del 2017, all’età di 88 anni, decise di lasciar stare gli attrezzi e di fermarsi per riposare, come desideravano i suoi figli.
La moglie era morta nel 2012.

Probabilmente fu l’ultimo protagonista di un mestiere ormai tramontato, superato dal consumismo e dalla produzione digitale di ormai tanti oggetti comuni che semplificano e facilitano la nostra vita comune.

Un tipo di mondo che non sarebbe piaciuto a Salvatore Fiorentino, appassionato finanche della particolare esalazione del materiale ferroso, amante dei suoi strumenti di lavoro, innamorato della sua missione.

Salvatore Fiorentino, “Tore ò russ”, morì il 16 aprile 2018, solo quattro mesi dopo aver lasciato quel suo particolare mondo, in cui seppe conquistarsi la fiducia e la stima dei torresi anche per una prerogativa riconosciutagli da tutti coloro che lo hanno conosciuto: l’onestà.   









1 commento:

  1. Solo con umiltà e tanta fatica ha saputo portare avanti la famiglia onestamente...Grande uomo di cui si perpetra il ricordo...

    RispondiElimina

Il ricordo di Mons. Raffaele Russo.

Il Monsignor Raffaele Russo, Rettore della Basilica della Madonna della Neve di Torre Annunziata, ci ha lasciato. Ultima tappa del suo perco...