venerdì 1 maggio 2020

*ESCLUSIVA* Salvatore "Totò" Bertuccelli: il "bomber" del Savoia racconta...





Salvatore “Totò” Bertuccelli nasce a Messina il 25 settembre 1966.

Cresciuto nell’Igea Virtus, passa al Ragusa nell’89 e dopo un’ottima stagione arriva al Savoia dove esplode dopo un inizio non facile.

Con 14 gol in campionato diventa l’idolo della tifoseria torrese, con il Savoia che chiude tra alti e bassi a centro classifica.

A fine stagione, il presidente Farinelli realizza l’affare dell’anno con la vendita all’Avellino, che disputa la serie B, i due idoli di casa, Antonio Marasco e Totò Bertuccelli.

Lasciamo la parola a “Tòto” che ci racconta i suoi ricordi di quell’annata.



Partiamo dall’inizio, l’arrivo al Savoia di Torre Annunziata-


“Stiamo parlando del campionato 1990-91 appena dopo i mondiali di calcio in Italia.

Quello è stato il mio primo anno tra i professionisti, io venivo dal Ragusa dove avevo fatto benissimo (18 reti) e dove avevo avuto come allenatore Pietro Lo Monaco che, come penso tu sai, è di Torre Annunziata.

Per farla breve, Lo Monaco, andando a torre a trovare i genitori, si trovò a parlare col grande presidente di cui ho un ricordo bellissimo Luigi Farinelli e con il mister Mario Schettino che, nell’allestire il Savoia, erano alla ricerca di una seconda punta rapida. Dopo poco mi ritrovai a Torre Annunziata.” 


L’impatto con Torre Annunziata-


“Era la prima volta per me che mi allontanavo dalle Sicilia per cui l’impatto non fu dei migliori. Ma fui accolto benissimo da tutti, sia dai dirigenti, dai tifosi e soprattutto dai compagni di squadra. Fu anche colpa mia avendo per natura un carattere un po’ schivo e riservato, soprattutto quando non conosco bene le persone, poi cambio totalmente, mi apro e chi mi conosce bene sa che persona sono… direi il classico siciliano.”


Un inizio da dimenticare-


“Come ti ho detto non sono riuscito inizialmente ad inserirmi benissimo nell’ambiente.

Pensa che, tra l'altro, non riuscivo a capire il vostro dialetto e considerando che i miei compagni erano tutti campani puoi immaginare!

Non riuscivo ad esprimermi al massimo neanche in campo, quindi inizialmente non giocavo e per me che ero venuto con tanta speranza e tanta voglia di fare bene è stata veramente dura.

Aggiungi a tutto questo che mi mancava la mia terra, non riuscivo ad andare a casa tutte le settimane come facevo quando giocavo in Sicilia, quindi tanta nostalgia di casa.

Ad un certo punto, dopo 5 o 6 partite, insieme al Ds. Battiloro, avevo quasi concordato di tornare in Sicilia dove c’erano diverse squadre che già mi volevano.

In tutto questo però devo dire che sia i compagni che i tifosi, avendo capito il mio stato d'animo, cercavano di starmi vicino e di aiutarmi.

A questo proposito voglio dire che i tifosi savoiardi sono unici!

Voglio ringraziarli tutti uno per uno, mai vista una tifoseria così un tutt'uno con la squadra sia nei momenti belli che in quelli difficili!” 


La svolta-


“Insomma, per concludere, dopo la chiacchierata col direttore sportivo di un mio possibile trasferimento, proprio in quella settimana arrivava da noi l’Enna neopromossa siciliana. Come al solito dovevo stare in panchina, se non che, la sera del sabato, Tonino Dell’Annunziata (grande amico che saluto con affetto) è febbricitante. Mister schettino aspettò fino all’ ultimo momento alle fine decise di mandarmi in campo. Ricordo che prima di andare in campo mi chiusi in bagno per non farmi vedere, a parlare con me stesso (onde evitare che qualcuno mi prendesse per pazzo) e mi dissi...

"Questa e l’occasione giusta per dimostrare cosa vali, ora o mia più! "

La partita fini 5 a 0 ed io feci una tripletta giocando una grande partita.

Da allora non mi fermai più...14 reti in campionato!” 


Ricordi-


“Di quella stagione restano in tutti noi ricordi indelebili, primo fra tutti l’incredibile vittoria per tre a due, del 20 gennaio 1991 a Castel di Sangro, quando a 7 minuti dal termine perdevamo per due a zero: prima Marasco, poi Comiato pareggia, e alla fine  una mia giocata all’89esimo fa impazzire i pochi tifosi rimasti ancora allo stadio dopo che il grosso della tifoseria torrese , certa della sconfitta, ha già mestamente intrapreso il lungo viaggio di ritorno.

Inutile dirvi dello stupore e dell’incredulità quando questi ultimi apprendono del risultato finale e la festa che ci aspettava a Torre Annunziata!

E il 26 maggio, quando il Savoia incontra in casa l’Astrea e la battiamo per due a uno. Dopo il primo gol di Antonio Marasco, io segno la seconda rete della vittoria finale.

Al 70esimo lascio il campo e saluto Torre Annunziata.

L’anno successivo sono in serie B con l'Avellino assieme ad Antonio Marasco...”


Il saluto ai tifosi savoiardi-


“Torre annunziata rimarrà sempre nel mio cuore.

L’inizio della mia carriera da professionista.

Devo tutto a quella squadra, a quella società, a quei tifosi che se potessi oggi li abbraccerei uno ad uno.

Grazie di tutto.”


Dopo Avellino, Salvatore Bertuccelli ha giocato in altre piazze importanti contribuendo ogni anno con le sue reti e le sue giocate, frutto di tecnica, velocità e rapidità fuori dal comune.

Dopo l’ultima annata a Catanzaro nel 2003 è ritornato a Taranto, dopo un anno di viceallenatore ha chiuso definitivamente con il calcio.

Da anni si è stabilito a Taranto, senza nessuna nostalgia del passato calcistico e di idolo delle tifoserie, ma con gli occhi e il cuore colmi d'amore per aiutare a disegnare il futuro alle sue bellissime donne.

Grazie di tutto “Totò”!

Grazie al calciatore Salvatore “Totò” Bertuccelli, per la bellezza delle sue giocate, per l'emozioni che regalavano le sue azioni, per la passione e il cuore con cui ha saputo dimostrare il suo valore alle tifoserie che hanno gioito dei suoi incredibili guizzi e bellissime reti, tra le quali quella di Torre Annunziata, seppur solo per un anno!    

E grazie, da parte mia, all’amico “Totò” che con grande disponibilità e partecipazione ha reso piacevole la realizzazione di questo articolo.

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