Adelina Magnetti e sua figlia Claretta |
La sera del
24 agosto 1913 Adelina Magnetti ritornò a recitare a Torre Annunziata, dove era
già stata accolta calorosamente in precedenza, e in quella occasione tenne
anche un corso di recite.
Non solo,
in quella occasione l’artista che aveva già riscosso trionfi e successi in
tutti i teatri italiani e in attesa di intraprendere una tournée per l’America,
presentò al pubblico torrese le migliori scene tratte dai numerosi testi del
celeberrimo teatro d’arte napoletano.
"Assunta Spina" e "O voto" del Di Giacomo, "Signorine" e "Addio, mia bella Napoli" di Ernesto Murolo, "O Giovannino o la morte" di Matilde Serao ed Ernesto Murolo, "Gente Nosta" di Libero Bovio ed Ernesto Murolo, "Malia" di Luigi Capuana adattata da Libero Bovio sono tante gemme della preziosa collana di lavori che Adelina volle regalare al pubblico di Torre Annunziata.
Tra gli
artisti che si distinsero in quella magnifica serata, da ricordare su tutti il
grande Gennaro Pantalena.
Da
menzionare i giovani del “Circolo Giovanile di Cultura Ugo Foscolo” di Torre
Annunziata che vollero attestare la stima e l’ammirazione per la squisita arte
di Adelina con una magnifica composizione floreale.
Ma chi era Adelina
Magnetti?
Adelina nacque
a Napoli il 3 gennaio 1880.
Con
l’esordio sulle scene a soli 18 anni iniziò il suo viaggio nel mondo del teatro
importante a fianco di Eduardo Scarpetta in “Nina Bonè” intermezzando ruoli da
“ingenua” a quelli densi di passionalità.
Il successo
arrivò poco dopo tempo, nel 1901, quando al “Fiorentini” di Napoli, si fece
conoscere come brava interprete in “A Nanassa”.
Ingaggiata
dalla Compagnia Molinari in scena al Teatro Nuovo di Napoli, Adelina divenne attrice
completa interpretando tutti i ruoli femminili tipici del repertorio teatrale napoletano.
Grande e
clamoroso, nel 1909, il successo nell’interpretazione di “Assunta Spina” del
grande Salvatore Di Giacomo.
Furono anni
di grandi trionfi anche grazie alle scritture di Ernesto Murolo, Libero Bovio,
Luigi Capuana, Salvatore Di Giacomo, i cui testi sembravano essere stati
preparati apposta per esaltare la sua bravura.
Nel 1912 si
trasferì nella Compagnia di Gennaro Pantalena volendo provare il successo nella
commedia comica, ma i risultati, specialmente quelli economici, non furono
entusiasmanti.
La bravura
di Adelina non venne messa in discussione, né dal pubblico né dalla critica
che, anzi, accostò la personalità e la professionalità di Adelina a quella di Eleonora
Duse.
Recitò
ancora per pochi anni e nel 1923 si ritirò dalle scene.
Rimase a
vivere a Napoli fino al 1946 per trasferirsi nella Casa di Riposo per Artisti
“Lyda Borelli, a Bologna, dove si spense il 17 luglio 1963.
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