SCONTRO TRA DUE TRENI IL 30 DICEMBRE
1939 FU CAUSA DI TRENTASEI MORTI
La stazione di Torre Annunziata Centrale ricoperta di neve, il 30 dicembre
del 1939 divenne luogo del piu' grave incidente ferroviario della storia cittadina.
Quel mattino il treno straordinario per viaggiatori 4030 doveva dare la precedenza in stazione di Torre Annunziata centrale al direttissimo 88, proveniente dalla Calabria, quando per difficoltà di manovra degli scambi a causa del gelo (come sembrava che fosse…) fu stabilito di far proseguire il 4030 fino alla stazione successiva e di fermare il treno 88 nella stazione di Torre Annunziata centrale.
A tale scopo, al segnale di protezione
della stazione lato Reggio Calabria era stato disposto “via impedita”.
Ma il treno 88 non rispettava il segnale
e proseguiva la corsa investendo in coda il 4030 mentre questo si rimetteva in
moto.
Il tremendo impatto fu inevitabile.
Tra mille difficoltà vennero organizzati
i soccorsi, resi inoltre difficili dalle condizioni atmosferiche e per
l’ammasso di corpi e ferraglia all’interno delle carrozze.
Furono aperte immediatamente delle
inchieste.
Trentasei morti e almeno cento feriti il bilancio finale, tanti di loro
militari, una carneficina.
Il Re Vittorio Emanuele III, informato della tragedia non fece mancare la
sua presenza al cospetto delle vittime e dei feriti inviando sul posto la
S.A.R. il principe di Piemonte, suo figlio, Umberto II e il Ministro delle
comunicazioni Host -Venturi in rappresentanza del Governo.
I funerali delle trentuno vittime (altre cinque persone morirono in
seguito) ebbero luogo a Torre Annunziata.
Le salme, dopo la benedizione impartita nella Chiesa di San Pasquale, furono
collocate su otto autocarri del 10° Autocentro, che si diressero verso il Cimitero.
Il corteo fu aperto dalla Banda del
presidio militare.
A seguire un Battaglione del 31°
Fanteria con bandiera ed altri reparti delle Forze Armate e 320 corone di fiori
tutte inviate da enti, autorità, famiglie ed amici delle vittime: in testa a
tutte la corona inviata dal Principe di Piemonte.
Transitarono poi gli autocarri con le bare,
che erano seguiti dalle famiglie e dalle personalità fra cui S.E. il primo
aiutante di campo generale di S.A.R. Umberto di Piemonte in rappresentanza
dell’augusto principe, il Ministro delle comunicazioni Host-Venturi per il
Governo e tutte le altre autorità locali.
Il corteo imponentissimo era chiuso da una
marea di popolo che seguiva le salme e che era schierato su due ali compatte
lungo il percorso.
In seguito alle inchieste aperte dalle
Autorità vennero indagati i due ferrovieri dello scalo torrese addetti allo
scambio dei binari.
La sentenza arrivò nel 1941 e vennero
condannati a cinque anni di carcere i due ferrovieri Fontana e Ricciardi.
Nel prosieguo degli anni si alimentò una
leggenda attorno alla figura di una misteriosa giovane donna, denominata
"Maria a' sposa", forse morta anch’essa nel tragico scontro ma questa
è una storia che racconteremo un’altra volta.
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