11 giugno 1954-
La notizia arrivò direttamente dall’agenzia Ansa:
“Il sindaco di Torre
Annunziata professor Pasquale Monaco ha rassegnato ieri le dimissioni dalla
carica per dissensi con la locale sezione del Partito Comunista Italiano. Il
professor Monaco era dal 1947 a capo dell’amministrazione socialcomunista.”
Naturalmente queste clamorose
dimissioni diedero esca a commenti da parte della popolazione e da tutti i
media che riportarono la notizia dell’agenzia.
Le prime indiscrezioni
parlavano di un sindaco che si sarebbe ribellato alla disciplina del partito e
con questo atteggiamento avrebbe cercato di convincere altri compagni a
fuoriuscire dal partito perchè da tempo insofferenti alle direttive della
direzione.
Immediate giunsero il giorno
dopo le parole di fuoco di Pasquale Monaco.
Egli inviò una lettera a
tutti i giornali che avevano riportato la notizia, invitandoli a ritirare
quello che si era detto su di lui, sulle sue dimissioni, e sul suo rapporto con
la direzione del partito, spiegando le dimissioni con queste parole.
“Essendo stato, sin dall’aprile
scorso, trasferito a Napoli presso la scuola “Alessandro Volta”, ho rinnovato
la mia richiesta di sostituzione nell’incarico di sindaco per le evidenti
difficoltà sorte dal cambiamento di sede. Si consoli, signor direttore, che
nessun dissenso c’è stato né oggi né prima, tra me e il Partito Comunista, che
da quando sette anni or sono fece a me l’onore di affidare la responsabilità di
sindaco, ha appoggiato l’opera mia e della giunta, per risolvere con successo
numerosi e difficili problemi dei
lavoratori e del popolo di Torre Annunziata. Non mi risulta alcuno sfaldamento
delle file comunista di Torre Annunziata, bensì rigoglioso sviluppo e non vorrei
che ella andasse a ricercare sfaldamenti a case degli altri, per consolarsi
facilmente degli sfaldamenti di questi giorni delle file monarchiche."
Queste le
parole durissime di Monaco all’indirizzo della stampa che aveva pubblicato, senza
ricercare conferma allo stesso, le false notizie dell’Ansa.
“Non possiamo in questa occasione non elevare una vibrata protesta contro un costume giornalistico e politico deplorevole, che adopera il falso come informazione e lo calunnia come argomento di polemica contro l’avversario. Non possiamo neanche tacere la più viva deplorazione nei confronti dell’agenzia di informazione Ansa che ha diramato la notizia infondata nella serata di giovedì. Chi aveva trasmesso queste notizie all’Ansa. Perché i redattori dell’agenzia non hanno, prima di darle pubblicazione, esercitato il minimo controllo sulla sua veridicità?”
Gazzetta del Mezzogiorno- 11 giugno 1954 |
l'Unità- 12 giugno 1954 |
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