13 giugno 1904-
Uno sciopero lunghissimo che andava avanti da lunghi mesi.
Raramente abbiamo letto di episodi come quello di cui vi
stiamo raccontando, anche se crediamo la rabbia, gli animi esasperati e la
volontà di non cedere nella richiesta di maggiori diritti abbiano indotto
talvolta i protagonisti delle lotte a ricorrere ad episodi di violenza non giustificata,
assolutamente inaccettabile.
Forse il 1904 è stato l’anno piu’ turbolento sul piano dell’ordine
pubblico nella nostra città, figlio di quel disgraziato 1903 in cui, quella
volta, furono otto i contadini morti sotto i colpi di fucili dei carabinieri.
La famosa strage del Ponte De Rosa.
Questa volta il morto non ci scappò, ma si andò vicino.
Ritornando verso casa, Antonio Cirillo, direttore dello
stabilimento Fabbrocino, venne assalito sulla sua vettura da uno sconosciuto,
il quale gli vibrò parecchie coltellate alla schiena.
Il poveretto riuscì a parare alcuni colpi, altri no.
L’accorrere della gente riuscì a far desistere l’assalitore
dal
compiere gli ultimi ferali colpi.
compiere gli ultimi ferali colpi.
Immediata assemblea degli scioperanti condannò severamente l’accaduto,
definendo l’aggressione come iniziativa violenta di un individuo.
Quando si parla degli scioperi del secolo scorso forse non
si ha bene la percezione del clima di paura e rabbia con cui, tutte le parti, andavano
ad affrontare quei terribili momenti che potevano durare anche mesi.
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