lunedì 10 dicembre 2018

1988, 18 dicembre-La vicenda di Domenico Bertone e il crollo del sistema campano!



Le vicende giudiziarie di Domenico “Mimmo” Bertone non furono legate solo all’amministrazione della nostra città ma misero in grossi guai anche la formazione politica provinciale, che all’epoca del dicembre del 1988 era composta da un pentapartito.

Tra l’altro bisogna ricordare che in quei mesi era entrata in crisi anche la giunta regionale della Campania.

Se aggiungiamo che anche al Comune di Napoli la situazione non era delle migliori, ecco che abbiamo il quadro completo dell’assoluta instabilità politica, al piu’ alto livello governativo della Campania.

Tornando a “don Mimì”, vediamo quali furono le ragioni che indussero il presidente provinciale e gli assessori a rassegnare le dimissioni.

Praticamente venne attuata questa soluzione per evitare di presentarsi in Consiglio provinciale per discutere proprio della vicenda Bertone, che ricordiamo era assessore provinciale in quota ai socialisti, finito in carcere per le irregolarità contestate in diversi appalti avvenuti a Torre Annunziata e di cui avevamo pubblicato un post proprio nei giorni scorsi.

Bertone, in quei giorni agli arresti domiciliari, con una lettera al segretario provinciale del suo partito aveva rassegnato le dimissioni dalla carica.

 La Giunta provinciale, quindi, piuttosto che affrontare la discussione sulla vicenda Bertone, preferì rassegnare le dimissioni e aprire la crisi politica.

I guai giudiziari di Bertone furono un’autentica mina vagante che si abbatté sul mondo politico alla pari di un tornado.

Ma non era ancora finita.

Ancora qualche anno e arrivò anche il suo ingresso come indagato di lusso nell’indagine sull’omicidio di Giancarlo Siani.


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