28 novembre 1920-
Il sistema per frodare l’Erario era stato architettato in
modo molto astuto.
In pratica venivano riempiti migliaia di sacchi con
indumenti seminuovi, recuperati dagli stabilimenti di logistica militare, relativi
alla produzione del periodo bellico.
Dopo questa operazione, i sacchi venivano abilmente
ricoperti con stracci, in modo che i funzionari addetti alla vendita, confermata
la presenza di solo pezze di scarto, vendessero il materiale ad un prezzo
irrisorio.
Naturalmente poi venivano recuperati i vestiti in ottimo
stato, quasi il novanta per cento della merce, e rivenduti con un guadagno
altissimo.
La denuncia scattò a seguito della scoperta di alcuni operai
della cooperativa “L’Iniziativa” che gestiva lo smercio dei sacchi e che non vollero
essere partecipi della truffa.
Lo scandalo fu enorme e ne conseguì anche una interrogazione
parlamentare alla Camera in cui l’on. Lombardi chiese l’apertura di una
inchiesta parlamentare sull’accaduto.
Ritorneremo su questa storia dopo aver letto tutta la
documentazione inerente e ne ricorderemo gli sviluppi che ebbe in seguito.
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