ACCADDE IL …
11 novembre 1923-
Condannato a trent’anni di reclusione per diserzione e altri
reati, l’operaio Alberto Festa era riuscito a imbarcarsi clandestinamente su un
veliero, lasciando a Torre Annunziata la sua famiglia.
Ma nella sua nuova destinazione non trovò subito lavoro e
decise allora di far ritorno, in breve tempo, a Torre Annunziata, riprendere la
moglie e portarla con sé a Marsiglia.
Nel frattempo, però, era stato raggiunto da una lettera che
lo avvertiva dell’infedeltà della moglie.
Folle di gelosia si imbarcò immediatamente sul primo veliero
in partenza per Napoli, piombando in casa, a Torre, nella giornata di quel 11
novembre.
La moglie, sorpresa dal suo ritorno inaspettato, lo accolse
con evidente imbarazzo.
Il Festa mostrò di non farvi caso ed invitò la giovane
moglie ad una passeggiata in campagna.
Quando si trovarono soli, nella solitudine campestre, il
marito gridò in faccia alla donna infedele tutto il suo sdegno ed estratta la
rivoltella, le scaricò contro ben undici colpi, fulminandola.
Il Festa, compiuto il delitto, abbandonò il cadavere della
moglie e si diresse ad una bettola dove sperava di trovare l’amante della
moglie, come aveva avuto modo di scoprire.
Invece trovò un fratello di lui e nella sua cieca gelosia
scaricò la sua arma sull’innocente uccidendolo.
Compiuto anche quest’altro omicidio, riuscì a far perdere le
sue tracce.
Questa drammatica storia di gelosia e morte termina qui.
Non conosciamo altri particolari legati a questa vicenda e i
troppi anni trascorsi da quel terribile giorno ci fanno pensare che quel doppio
omicidio sia rimasto per sempre impunito.
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