Dino De Laurentiis ci ha lasciato il 10 novembre 2010, all’età di 91 anni.
Era nato a Torre Annunziata l’ 8 Agosto del 1919.
Agostino detto Dino, figlio di un pastaio torrese, iniziò giovanissimo a commerciare la pasta e durante il fascismo, subito dopo l’inaugurazione del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, intraprese una breve carriera di attore, virando poco dopo verso quella del produttore, cosa che gli diede ben presto fama internazionale.
Il suo debutto risale al 1940 quando produce "L'ultimo combattimento" di Piero Ballerini, al quale seguiranno circa 150 film realizzati nell'arco del suo lavoro. Il successo arriverà solo in seguito con "L'amore canta", una divertente 'commedia degli equivoci, remake di un film svedese. Entra alla Lux film, diventando 'produttore esecutivo cinematografico', giocando un ruolo di prim'ordine per la rinascita del cinema italiano nel dopoguerra. Nel 1948 si dedica alla ristrutturazione degli stabilimenti di produzione Teatri della Farnesina, ex-Safir, dando vita alla 'Ponti-De Laurentiis' insieme all'amico Carlo Ponti. Uno dei primi successi prodotti dalla nuova etichetta è "Totò a colori" (1952) di Steno, al quale fanno seguito numerosi altri importanti opere, come "Europa '51" (1952) di Roberto Rossellini, "Anni facili" (1953) di Luigi Zampa, fino alla consacrazione definitiva con "La strada" (1954) e "Le notti di Cabiria" (1957) di Federico Fellini, due film che vinceranno entrambi il premio Oscar per il miglior film straniero, dopo quelli vinti da Vittorio De Sica con 'Sciuscià' (1947) e 'Ladri di biciclette' (1949).
In America “emigra” all’indomani della Legge Corona del 1972 che premia coi contributi statali solo i film di intera produzione italiana (fino ad allora era necessario il 50%).
Il modo migliore per ricordarlo è elencare le sue produzioni a cominciare da Riso Amaro e continuando con Guardie e Ladri, Anna, Totò Terzo Uomo, La Lupa, Miseria e Nobiltà, L’Oro di Napoli, Un Americano a Roma, La Strada, Le Notti di Cabiria, La Grande Guerra, Una Vita Difficile, Serpico, Flash Gordon, Hannibal e tantissime altre, circa 700.
E lì, dopo aver fondato la De Laurentiis Entertainment Group, un’altra sfilza di capolavori: Body of Evidence, I Tre Giorni del Condor, Serpico, il remake di King Kong, Ore Disperate, L’Anno del Dragone tanto per citarne qualcuno.
Fu sposato prima con l’attrice Silvana Mangano, protagonista dei suoi Riso Amaro e Anna, da cui ebbe quattro figli e poi con Martha Schumacher da cui ne ebbe altri due.
Innumerevoli sono gli aneddoti che riguardano la carriera del grande Dino: di quando elargì mille dollari a Roman Polanski, in odore d’arresto, per consentirgli di riparare dagli States a Londra, di quando si trattenne a stento dal rimproverare Vittorio De Sica per i primi insuccessi di L’Oro di Napoli, degli altalenanti e a dir poco non idilliaci rapporti con Federico Fellini, dal destino crudele che lo privò dell’unico figlio maschio o di quando consegnò 20 milioni di dollari a David Lean per dirigere Bounty, ammonendo il regista che se avesse speso di più, i soldi li avrebbe dovuti mettere lui di tasca propria (ma ciò non accadde).
Nel 2003 ha ricevuto il Leone d'Oro alla carriera e nello stesso anno ha ottenuto il Diploma Honoris Causa del Centro Sperimentale di Cinematografia in Produzione.
Era nato a Torre Annunziata l’ 8 Agosto del 1919.
Agostino detto Dino, figlio di un pastaio torrese, iniziò giovanissimo a commerciare la pasta e durante il fascismo, subito dopo l’inaugurazione del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, intraprese una breve carriera di attore, virando poco dopo verso quella del produttore, cosa che gli diede ben presto fama internazionale.
Il suo debutto risale al 1940 quando produce "L'ultimo combattimento" di Piero Ballerini, al quale seguiranno circa 150 film realizzati nell'arco del suo lavoro. Il successo arriverà solo in seguito con "L'amore canta", una divertente 'commedia degli equivoci, remake di un film svedese. Entra alla Lux film, diventando 'produttore esecutivo cinematografico', giocando un ruolo di prim'ordine per la rinascita del cinema italiano nel dopoguerra. Nel 1948 si dedica alla ristrutturazione degli stabilimenti di produzione Teatri della Farnesina, ex-Safir, dando vita alla 'Ponti-De Laurentiis' insieme all'amico Carlo Ponti. Uno dei primi successi prodotti dalla nuova etichetta è "Totò a colori" (1952) di Steno, al quale fanno seguito numerosi altri importanti opere, come "Europa '51" (1952) di Roberto Rossellini, "Anni facili" (1953) di Luigi Zampa, fino alla consacrazione definitiva con "La strada" (1954) e "Le notti di Cabiria" (1957) di Federico Fellini, due film che vinceranno entrambi il premio Oscar per il miglior film straniero, dopo quelli vinti da Vittorio De Sica con 'Sciuscià' (1947) e 'Ladri di biciclette' (1949).
In America “emigra” all’indomani della Legge Corona del 1972 che premia coi contributi statali solo i film di intera produzione italiana (fino ad allora era necessario il 50%).
Il modo migliore per ricordarlo è elencare le sue produzioni a cominciare da Riso Amaro e continuando con Guardie e Ladri, Anna, Totò Terzo Uomo, La Lupa, Miseria e Nobiltà, L’Oro di Napoli, Un Americano a Roma, La Strada, Le Notti di Cabiria, La Grande Guerra, Una Vita Difficile, Serpico, Flash Gordon, Hannibal e tantissime altre, circa 700.
E lì, dopo aver fondato la De Laurentiis Entertainment Group, un’altra sfilza di capolavori: Body of Evidence, I Tre Giorni del Condor, Serpico, il remake di King Kong, Ore Disperate, L’Anno del Dragone tanto per citarne qualcuno.
Fu sposato prima con l’attrice Silvana Mangano, protagonista dei suoi Riso Amaro e Anna, da cui ebbe quattro figli e poi con Martha Schumacher da cui ne ebbe altri due.
Innumerevoli sono gli aneddoti che riguardano la carriera del grande Dino: di quando elargì mille dollari a Roman Polanski, in odore d’arresto, per consentirgli di riparare dagli States a Londra, di quando si trattenne a stento dal rimproverare Vittorio De Sica per i primi insuccessi di L’Oro di Napoli, degli altalenanti e a dir poco non idilliaci rapporti con Federico Fellini, dal destino crudele che lo privò dell’unico figlio maschio o di quando consegnò 20 milioni di dollari a David Lean per dirigere Bounty, ammonendo il regista che se avesse speso di più, i soldi li avrebbe dovuti mettere lui di tasca propria (ma ciò non accadde).
Nel 2003 ha ricevuto il Leone d'Oro alla carriera e nello stesso anno ha ottenuto il Diploma Honoris Causa del Centro Sperimentale di Cinematografia in Produzione.
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