“Il fanatico culto di “Maria la sposa”
è idolatria, offende i principi morali della religione cattolica e pertanto non
deve essere più praticato dai fedeli”!
Questo il significato di una
notificazione ufficiale della curia, affissa nella giurisdizione della diocesi
è particolarmente nel nostro comune, da dove la superstizione si è diffusa in
tutta Italia e fuori, attraverso i canali dell'emigrazione stabile e di quella
stagionale, nei vari paesi d'Europa.
Il testo del documento, datato da palazzo
Donnaregina, residenza degli arcivescovi di Napoli, a firma del Cardinale Ursi
e del cancelliere della curia, Mons.Pagano è del 30 dicembre 1967, ma solo nella
giornata del 19 gennaio 1968 venne portato a conoscenza dell'opinione pubblica
con un manifesto.
Leggiamo assieme il documento:
“Il tribunale ecclesiastico per le
cause dei Santi di Napoli-
Premesso che la Chiesa ha sempre
inculcato nei fedeli il dovere di innalzare a Dio preghiere e di offrire
suffragi per i defunti “affinché vengono assolti dalle loro colpe”;
che Venera i loro resti mortali con
candele, incenso, fiori, in occasione della sepoltura perché anche il corpo
oltre che l'anima di cristiani, fu rigenerato alla vita divina nel battesimo e
divenne membro del corpo di Cristo e fu continuamente santificato dai
sacramenti;
che, per alcuni defunti, proclama l’eroicità
delle loro virtù soprannaturali e, dopo i segni della loro glorificazione nel
cielo- quali sono i miracoli attribuiti alle loro intercessione-, li eleva agli
onori degli altari facendogli oggetto di culto pubblico e proponendoli ai
fedeli come esempio di vita da imitare e come intercessori presso Dio, ai quali
conviene rivolgersi per ottenere protezione e favori celesti;
che, con la stessa sollecitudine,
proibisce di prestare il culto a resti mortali di persone ignote e combatte le
manifestazioni aberranti.
Preso in attento esame le
manifestazioni di culto che molti fedeli di Torre Annunziata rivolgono alla
cosiddetta “Maria la sposa”;
considerato che lo scheletro
nell'ipogeo della cappella comunale del cimitero di Torre Annunziata non è
identificabile con alcuna persona storicamente esistita e conosciuta, di cui si
possono esaminare le virtù soprannaturali in grado eroico;
come non sia assolutamente
concepibile che Dio operi prodigi attraversi i resti mortali di persona sconosciuta,
la quale non può essere proposta all’imitazione dei posteri;
che a norma delle leggi canoniche
nessun culto pubblico può essere dato a chicchessia senza l'autorizzazione del Sommo
Pontefice;
dichiara che le manifestazioni di
culto rivolte allo scheletro rivestito da un velo di sposa nel cimitero di
Torre Annunziata sono arbitrarie, superstiziose e pertanto inammissibili.”
Questo la prima parte del testo del
documento fatto affiggere tramite manifesto in tutta Torre Annunziata.
Dopo questa decisione del tribunale
ecclesiastico, firmata dai canonici della cattedrale, Mons. Salvatore De
Angelis e dal giudice delegato Mons. Cinque, la notificazione procede.
Leggiamo insieme la seconda parte del
testo:
“Corrado Ursi, Cardinale arcivescovo
di Napoli, vista la dichiarazione del tribunale diocesano, decreta che non si
può indirizzare alla persona sconosciuta cosiddetta “Maria la sposa”, altro culto
di quello consentito per i resti mortali di tutti i fedeli defunti.
I sacerdoti e tutte le altre persone
responsabili si astengono da ogni atto che possa essere inteso come un favorire
pseudo-manifestazioni di culto.”
Cha strana storia questa di Maria à
sposa!
Lo scheletro di Maria non venne mai
sottoposto a perizia.
Per assurdo, potrebbe anche essere
quello di un uomo.
Giunse non si sa come e da dove nell’ossario
del cimitero di Torre Annunziata, all’inizio del secondo dopoguerra.
Fu rivestito di un abito nunziale e
gli furono attribuiti poteri miracolosi, anzi magici, tanto da essere custodito
in un’urna di cristallo infrangibile, insegno di voto per “grazia ricevuta”,
mentre giungevano continue offerte in denaro, monili e file di pellegrini.
Nella notte tra il 13 e il 14 maggio 1965,
ladri rimasti ignoti rubarono l'intero tesoro che, in pochi mesi, il fanatismo
della folla donò in modo piu’ ampio di prima!
La decisione del Cardinale Ursi, nel
quadro delle direttive del Concilio per riportare la fede alla sua spirituale
purezza, naturalmente scontentò la maggior parte del popolo ormai affezionato a
quell’immagine distesa nell’urna nella Cappella del nostro cimitero.
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