Settantanove comunicazioni giudiziarie vennero notificate ad
altrettanti lavoratori della Dalmine, la fabbrica siderurgica di Torre
Annunziata, dalla nona sezione del tribunale di Napoli.
Altre 36 comunicazioni giudiziarie vennero inviate a medici
della zona, per tutti l'accusa era di truffa aggravata e falso aggravato e
continuato.
I lavoratori ed i medici furono denunciati dai dirigenti
della Dalmine alla magistratura In relazione ad una giornata di sciopero
organizzata dai sindacati che si svolse nel novembre precedente.
Il giorno dopo lo sciopero, i lavoratori della fabbrica si
presentarono con un certificato medico che giustificavo l'assenza del giorno
prima e di fronte a questo fatto i dirigenti della Dalmine, senza perdere
tempo, inoltrarono denunzia alla magistratura nei confronti degli operai che si
erano presentati in fabbrica con i certificati e all’indirizzo dei medici che
quei certificati avevano firmato.
Sulla vicenda si svolsero nei giorni successivi, all'interno
della fabbrica, numerose riunioni tra i lavoratori e i rappresentanti
provinciali della federazione lavoratori metalmeccanici.
Gli operai si mostrarono assai sorpresi dal provvedimento
attuato dai dirigenti della Dalmine.
I rappresentanti della FLM tennero a sottolineare che lo
sciopero è la più importante arma contrattuale di cui dispongono i lavoratori
ed essa, dunque, deve essere usata in modo responsabile e difeso con coerenza. Non
era dunque ammissibile che il giorno dopo una manifestazione sindacale i
lavoratori si presentassero in fabbrica con un certificato medico che
giustificasse una assenza che non aveva bisogno di scusanti.
Molto duro, quindi,
il giudizio del sindacato mentre in fabbrica continuarono le discussioni e non
tutti gli operai vollero riconoscere lo sbaglio commesso, nonostante l’evidenza.
La clamorosa denuncia della Dalmine ebbe un vasto eco nella
stampa nazionale e nell’opinione pubblica italiana che commentarono molto
negativamente il comportamento dei lavoratori torresi.
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